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18/07/2015 08:20:00

Marsala. Correra scarcerato perchè non c’è pericolo di reiterazione dei reati

 Sono state depositate le motivazioni del Tribunale della libertà di Palermo, sezione Riesame, relative alla decisione di annullare, su richiesta dell’avvocato difensore Francesco Messina, l’ordinanza del gip Saladino con cui, lo scorso 8 giugno, il 35enne agente di commercio marsalese Antonio Ignazio Correra fu posto ai domiciliari nella sua abitazione (sequestrata) di Montepulciano dai militari della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala. Con le accuse di bancarotta fraudolenta e truffa allo Stato. Dalle motivazioni si evince, però, che Correra è stato rimesso in libertà solo perché, a giudizio del Riesame (presidente Antonella Consiglio), non c’è più il pericolo di reiterazione dei reati contestati. Non essendo più l’indagato titolare di ditte che operano nell’ambito del commercio. Per il Riesame, però, “sussistono i gravi indizi di colpevolezza”. L’impianto accusatorio, insomma, rimane in piedi. Nonostante i magistrati che operano in questa fase non siano, spesso, teneri con l’accusa. “Deve affermarsi – si prosegue nelle motivazioni – che i molteplici elementi elencati dalla Pubblica Accusa appaiono idonei a costituire un quadro probatorio univoco in ordine alla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza in capo all’indagato”. E ancora, relativamente all’accusa di bancarotta fraudolenta per “distrazione” di 212.749 euro dalle casse della “Kemical Geen srl”, di cui Correra era legale rappresentante, “l’indagato, ben conscio dello stato di dissesto economico della società da lui amministrata, ha nel contempo utilizzato le risorse monetarie disponibili in cassa e sui conti correnti aziendali con tali connotazioni di irrazionalità e di assoluta irrilevanza delle esigenze d’impresa e della prudente amministrazione da far apparire evidente la finalità distrattiva sottesa alle medesime condotte di indebita utilizzazione”. Ne a sua giustificazione il Correra può continuare a sostenere la tesi del “complotto” ai sui danni ad opera di Massimo Bellitteri e Antonino Salvatore Sieri, lo scorso 22 giugno, assolti dal Tribunale di Marsala, su richiesta della stessa pubblica accusa, dall’accusa di usura (Bellitteri e Sieri sono stati condannati solo a 5 mesi di reclusione, nonché a un risarcimento danni di 500 euro, per esercizio arbitrario delle proprie ragioni). “Non vi è – scrivono in proposito i giudici del Riesame – un solo aggancio processuale che possa in qualche modo riconnettere le condotte oggi contestate al Correra alle intenzioni vendicative del duo Bellitteri e Sieri. Dunque, le ragioni della difesa in questa fase vanno disattese poiché oggettivamente smentite dai dati investigativi ed indiziari”. L’accusa di truffa allo Stato appare, almeno mediaticamente, quella più grave ed è scattata perché Correra, affermando “falsamente”, secondo la Procura, di essere vittima di usura ed estorsione, avrebbe tratto in inganno la prefettura di Trapani, riuscendo ad accedere al relativo “fondo di solidarietà”, incassando quasi 200 mila euro. E con una parte della somma (158 mila euro) ha comprato un’abitazione nella frazione Acquaviva di Montepulciano (provincia di Siena). L’inchiesta della sezione di pg delle Fiamme Gialle è stata diretta dal procuratore Alberto Di Pisa e coordinata dal sostituto Nicola Scalabrini. L’accusa di bancarotta fraudolenta, invece, è contestata perché, a giudizio degli investigatori, Correra avrebbe depauperato sistematicamente il patrimonio della fallita “Kemical Green”, di cui l’arrestato era legale rappresentante, prelevando dalle casse della società oltre 212.749 euro, nonché incassando una somma leggermente inferiore mai registrata nella contabilità delle entrate relative a crediti vantati dalla società nei confronti di molti clienti. L’arresto segna una svolta nella vicenda di Antonio Ignazio Correra, com’è noto già condannato in primo grado a 3 anni e 8 mesi di reclusione per una serie di truffe in danno di aziende che producono e commercializzano fertilizzanti agricoli, nonché in altri processi per ricettazione di assegni rubati e calunnia, nel 2008 denunciò e fece arrestare il noto ristoratore Massimo Bellitteri e Antonino Salvatore Sieri, accusandoli di estorsione, usura e lesioni personali. Lo scorso 22 giugno, però, come detto, il Tribunale ha assolto Bellitteri e Sieri dall’imputazione di usura. Limitandosi a una lieve condanna per esercizio arbitrario delle proprie ragioni.