14,20 - Il deputato regionale del Pd, Fabrizio Ferrandelli, si è intanto dimesso dall’Ars in segno di protesta contro l’immobilismo del Pd. Nelle elezioni regionali del 2012 era risultato l’ultimo degli eletti nel Partito Democratico per il collegio di Palermo con 7.906 voti, preceduto con 8.715 voti da Giuseppe Lupo, oggi vice presidente del parlamento, e da Antonello Cracolici (8.429), attuale capo gruppo del PD.
Primo dei non eletti con 7.064 voti, era risultato Davide Faraone, poi eletto nel 2013 alla Camera dei Deputati ed attualmente Sottosegretario all’Istruzione del governo Renzi. Sembra probabile che Faraone scelga di restare a Roma e quindi è legittimo chiedersi a chi andrà il seggio vacante. La risposta c’è: si tratta di Francesco Riggio, 44 anni, che alle elezioni aveva ottenuto 6.881 voti.
Fin qui nulla di strano se non fosse che Riggio è stato arrestato e rinviato a giudizio nel 2013 nell’ambito dello scandalo sul Ciapi. Riggio era infatti presidente del Ciapi, l’ente di formazione al centro dell’inchiesta “Grandi eventi” che ruota attorno al manager Faustino Giacchetto che aveva trasformato il Ciapi una macchina in grado di fagocitare, secondo la pubblica accusa, decine di milioni di euro usati per scopi personali. Riggio, con Giacchetto, era a capo di un “vero e proprio sistema criminale, attraverso continui favoritismi ed elargizioni erogate a funzionari pubblici, politici, soggetti a vario titolo operanti nel settore della comunicazione e della pubblicità”, si legge nell’ordinanza di custodia cautelare.
Con i coraggiosi anche in Sicilia arriva la rottamazione. M5s? Sono adesso io il cittadino, loro sono ancora all'Ars! pic.twitter.com/zq1Y55yFFd
— FabrizioFerrandelli (@Ferrandelli) 20 Luglio 2015
12,50 - Arriva fino a Trapani l'inchiesta che coinvolge Matteo Tutino e che è alla base delle denunce di Lucia Borsellino e degli scandali che stanno mettendo in difficoltà Rosario Crocetta in questi giorni. L'ex assessore Borsellino denunciò, infatti, in un colloquio con in Pm di Palermo, le "pressioni" di Nino Oddo, deputato regionale trapanese. «Comportamenti inusuali», prassi «irrituali», tentativi di adottare provvedimenti che sarebbero stati contrari alle normative. Di questo ha parlato l'ex assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, quando - il 26 marzo del 2014- è stata sentita dalla Procura di Palermo, che stava indagando su quello che sarebbe poi diventato il «caso Tutino» e che ha portato all'arresto di Matteo Tutino appunto, medico personale del presidente della Regione, Rosario Crocetta, nonché ex primario del reparto di Chirurgia estetica all'ospedale Villa Sofia. Addirittura, Borsellino ha raccontato che la sua segretaria avrebbe ricevuto «numerose telefonate da parte del dottore Tutino, a molte delle quali credo non abbia neanche risposto o abbia detto di essere indisponibile, perché le si chiedeva appunto cosa stesse succedendo in assessorato o se io stessi assumendo delle posizioni addirittura contrarie al Governo».
Ma l'ex assessore - che si era poi dimessa anche per il venir meno «di una tensione morale» - avrebbe lei stessa informato la Procura, il 12 luglio del 2014, «di aver subìto pressioni da parte di personaggi politici», nello specifico «gli onorevoli Salvatore Antonio Oddo (deputato del Megafono, ndr) e Giovanni Di Giacinto (capogruppo dello stesso partito, ndr) affinché intervenisse sul neodirettore generale dell'Asp di Trapani Fabrizio De Nicola per agevolare la nomina presso quell'azienda di Giacomo Sampieri (ex commissario di Villa Sofia, ndr) nella carica di direttore generale». Di Giacinto replica che «non ho mai fatto pressioni su nessuno, in questa vicenda non avrei avuto poi alcun interesse su Trapani, visto che sono del palermitano». Oddo afferma che «i rapporti di stima e di amicizia con De Nicola sono talmente risaputi da rendere ridicola questa ipotesi».
07,00 - Caso Crocetta – Borsellino, nuove dichiarazioni, polemiche e intercettazioni. Ieri Manfredi Borsellino ha preso la parola durante la commemorazione della strage di Via D’Amelio per denunciare il “calvario” di Lucia Borsellino, che si è dimessa da assessore alla sanità del governo di Rosario Crocetta, che replica: «Non ho mai lasciato sola Lucia Borsellino, la sua sofferenza e il suo calvario sono stati anche miei». Infine: «Se qualcuno mi chiede di espiare una colpa che non ho, lo farò; se qualcuno vuole che io insozzi la mia vita per quella colpa, lo farò; se qualcuno vuole la mia vita per riparare a quella colpa che non ho, io la darò. Tutto accetterò tranne che morire come un pezzo di merda in un letto». C’è un’intervista a Crocetta sul Giornale di Sicilia. Ecco un estratto in questa immagine.
Sulla vicenda delle intercettazioni interviene anche il presidente del Senato Pietro Grasso; «Quelle parole, se sono state dette, sono schifose. Ma la Procura ha avviato un’inchiesta. Spero che potrà chiarire». Torna a dire la sua Davide Faraone: «C’è una situazione molto pesante: se si è all’altezza di andare avanti, bene. Se no, si vada a votare e si dia la possibilità ai cittadini di avere una classe dirigente all’altezza». Ma ne Pd la tensione è altissima. Il vice presidente dell’Antimafia regionale, il renziano Fabrizio Ferrandelli, si avvia a lasciare l’Ars, firmerà le dimissioni oggi e illustrerà il percorso «dei Coraggiosi siciliani per cambiare il Pd e per affermare in Sicilia una nuova stagione. I siciliani devono sapere che i politici non sono tutti uguali, che la dignità vale più dei compromessi al ribasso e di una poltrona con stipendio all’Ars. Io sono coerente: voglio dimettermi».
Mentre continua ad essere avvolta dal mistero la presunta conversazione shock tra il medico Matteo Tutino e il governatore Rosario Crocetta, smentita dalla Procura di Palermo e confermata dal settimanale L’Espresso, cominciano a venir fuori alcune intercettazioni depositate agli atti dell’inchiesta che riguarda il chirurgo plastico, arrestato tre settimane fa con l’accusa di truffa. Stralci delle telefonate sono state pubblicate ieri dal Giornale di Sicilia. Nel marzo 2014, dopo la notifica di avvisi di garanzia allo stesso Tutino e al commissario straordinario dell’ospedale Villa Sofia di Palermo Giacomo Sampieri, alcune intercettazioni telefoniche tra i due rivelano quanto conflittuale fosse il loro rapporto con l’allora assessore regionale alla Salute, Lucia Borsellino. Sampieri, il cui mandato era stato revocato da Borsellino, parla con Tutino e dice di voler fare un esposto contro l’assessore: «La denuncio per illecito… Me ne sto fottendo, pure che si chiama Lucia Borsellino». E Tutino risponde: «Bravo». Il quotidiano riporta anche una frase che Crocetta avrebbe riferito a Tutino a proposito della revoca di Sampieri dal suo incarico: «Ora ma viru io cu Lucia (ora me la vedo io con Lucia, ndr) ». Il 27 marzo 2014 Sampieri e Tutino parlano al telefono: «Io credo che ci sia qualcosa sotto in tutto questo e Lucia e il presidente sono in disaccordo… ». «Sì, totale – dice Tutino – ma mi ha detto (il presidente, ndr) stai tranquillo». I due si definiscono «uomini del presidente» che operano «per la legalità». «La legalità prima di tutto» osserva Tutino. E Sampieri aggiunge: «Ma a noi quello interessa, prima di tutto…. Siamo troppo seri noi». Dopo la revoca di Sampieri, un dipendente del pronto soccorso di Villa Sofia va da Tutino e gli dice di aver saputo dal fratello che «tutto viene da quella b… della Borsellino e il presidente non la vuole fare muovere da lì». E parla di un dirigente dell’assessorato alla Salute «messo lì appositamente perché dà fastidio alla Borsellino». Il 25 marzo 2014 è il periodo in cui sono in ballo le nomine nella sanità e Tutino, parlando con il segretario particolare di Crocetta, Giuseppe Comandatore, dice: «Senti, lui (Crocetta, ndr) mi ha detto che domani gli devo portare la lista dei pretoriani del presidente». «Sì – dice Comandatore – la porti, vieni al palazzo… lo visiti, gli guardi cose e via». «Avremo bisogno di mezz’ora – dice Tutino – perché gli parlerò di ognuno con il curriculum in modo molto…. Sono fedelissimi».