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23/07/2015 06:40:00

Alcamo, nuovo sfregio criminale all'area di Monte Bonifato. In fumo ettari di bosco

 Polemiche ad Alcamo per il nuovo incendio nella riserva di Monte Bonifato. Ancora una volta vanno in fumo ettari di bosco.  La riserva naturale " Bosco d'Alcamo" ha subito un altro sfregio. Ettari ed ettari di vegetazione ed alberi sono stati distrutti da un incendio chiaramente doloso.Il segretario regionale di Sel, Massimo Fundarò, alcamese, scrive:

Siamo stanchi di parole di circostanza, del balletto rituale di accuse e contraccuse, del balbettio delle istituzioni competenti che non sanno cosa dire. Le cittadine ed i cittadini alcamesi, i siciliani si aspettano, pretendono fatti, interventi concreti per assicurare alla giustizia gli autori di questo disastro ecologico e scelte politiche coraggiose, provvedimenti amministrativi che evitino il ripetersi quasi annuale di tali attacchi al patrimonio boschivo ed ambientale della nostra città. Da anni la nostra riserva è abbandonata a se stessa, non vengono effettuati lavori di manutenzione del sottobosco, gli interventi di prevenzione degli incendi latitano, la sorveglianza diurna e notturna è assolutamente insufficiente. Non c'è il direttore della riserva, non c'è il piano di sistemazione della zona A, tutte inadempienze di legge che il soggetto titolare della gestione di " Bosco d'Alcamo", la Provincia regionale di Trapani non ha mai cercato di sanare. Una proposta concreta: il Commissario straordinario, Giovanni Arnone, chieda alla regione che la gestione della riserva naturale "Bosco d'Alcamo" venga tolta alla ormai latitante Provincia regionale di Trapani e venga assegnata al Comune di Alcamo. Si potrà, così, avviare un progetto di salvaguardia e rilancio della riserva, in collaborazione con le associazioni ambientaliste e culturali ( ricordo l'opera costante e preziosa del Comitato "Salviamo Monte Bonifato"), e dell'apporto tecnico e professionale della Forestale.

Per l'incendio di enorme proporzioni che è divampato  sul lato sud/sudest (contrada Tre Noci) del Monte Bonifato di Alcamo fino ad estendersi alla contrada San Nicola, mettendo a rischio anche la Riserva Naturale Bosco D'Alcamo, coinvolgendo un fronte di circa 4 Km, l'Associazione Osservatorio per la Legalità di Trapani, tramite i propri legali, Avvocati Vincenzo Maltese e Valerio Duca, ha presentato un esposto-denuncia presso la Procura della Repubblica di Trapani per i reati di incendio boschivo e disastro ambientale. Da quanto appreso dagli organi di stampa – dichiarano i due legali - “Sul luogo si sono recati il Commissario Straordinario Giovanni Arnone, il Presidente del Consiglio Comunale Giuseppe Scibilia e il dirigente del settore servizi tecnici Ing. Parrino, i quali durante la loro ispezione, hanno rinvenuto, tra l'altro, sul sito del Monte Bonifato un'area predisposta ad hoc per far divampare l'incendio”.

Sulla vicenda interviene anche l'associazione "Città attiva":

Allo sconforto per il vile ed ennesimo atto di scempio e distruzione del Monte Bonifato, l’Associazione Città Attiva desidera condannare fermamente quanto accaduto. Purtroppo il dolore del ricordo - non ancora sopito – dell’incendio avvenuto nel settembre 2013 si è riproposto, di nuovo per mano di ignoti, ai nostri occhi ed alle nostre coscienze di cittadini feriti in una parte importante della nostra identità, che è rappresentata dal nostro Monte Bonifato. Da alcamesi a cui interessa l’integrità di Alcamo e la nostra comunità, ringraziamo i VVFF, le forze dell’ordine e tutte quelle preposte ad assicurare un intervento che è stato tempestivo e certamente fondamentale a circoscrivere e domare la minaccia vera dell’incendio.
Ha fatto tanto il volontariato e l’associazionismo alcamese, che oggi incoraggiamo a non retrocedere nemmeno di un passo, nel dare piena disponibilità a compiere tutto quanto necessario in maniera sinergica ed efficace. Oggi è però il tempo delle Istituzioni e di chi ha responsabilità.
Pur non volendosi dilettare A ricercare le colpe altrui, spiace però prendere atto di come la riserva oramai sia terra di nessuno e dove le iniziative di natura preventiva siano insufficienti se non addirittura nulle. Molte possono essere le giustificazioni ma esse sarebbero comunque inutili, specie se ci si ritrova puntualmente a commentare tristi momenti come questi. Le istituzioni alle quali spettano per compito e spirito di servizio tutte le iniziative atte ed idonee a compiere la difesa e tutela della cosa pubblica dovrebbero forse interrogarsi. Se niente importa, non c’è niente da salvare.

 Fa sentire la sua voce anche il locale coordinamento di Libera:

Ci avevamo creduto e avevamo tanto sperato che il peggio fosse passato. Ormai Monte Bonifato era già stato pesantemente colpito e sembrava che ormai nulla potesse accadere al malato in convalescenza che ancora doveva riuscire a riprendersi per tornare a crescere verde e rigoglioso. Non potevamo pensare, il 2 giugno scorso, che il nostro tentativo di spronare l’ente gestore della riserva (Libero Consorzio di Trapani) attraverso un sit in pacifico in montagna avrebbe dovuto sortire un effetto immediato per evitare che tutto si ripetesse. Siamo passati quindi da parole di speranza e di positività a parole di condanna e di quasi "cordoglio" per il nostro Monte Bonifato.

Come presidio e come singoli individui non possiamo fare altro che esprimere la nostra indignazione sul vile atto criminale che si è consumato nei giorni scorsi ad Alcamo.

Le motivazioni che stanno alle spalle di tale gesto doloso spesso sono riconducibili ad interessi personali di pochi, che di certo non mettono in primo piano il rispetto per l'ambiente e il rispetto del prossimo attraverso la tutela della cosa pubblica.

Tutto ciò non fa che accrescere la nostra indignazione ma con essa anche la nostra voglia di riscatto. Per questo motivo da questo momento in poi non possiamo che essere ancora più determinati nella battaglia per riportare il nostro polmone verde in condizioni di sicurezza e pronto per poter tornare ancora più rigoglioso di prima.