Ignazio Marino salva Rosario Crocetta. Renzi sconfitto, se li deve tenere entrambi (per ora). Il Sindaco di Roma ha vinto la sua battaglia contro Matteo Renzi, che lo voleva fuori dalla Capitale. Ha tenuto duro e, per ora, ce l’ha fatta. Stesso destino per Rosario Crocetta, che è sempre lì, resiste a Renzi, ed è aiutato anche, involontariamente, dal Movimento Cinque Stelle. Renzi e tutto il Pd sanno infatti che, se si va al voto in Sicilia, i Cinque Stelle al momento vincono a mano bassa. E siccome lo statuto prevede che se si sfiducia o si dimette un presidente si deve votare entro 90 giorni, non c’è possibilità di commissariare la Sicilia (come invece sarebbe possibile per Roma). Si dovrebbe votare in autunno in Sicilia, e l’autunno per Renzi sarà più caldo che mai. Meglio evitare, allora. Marino salva Crocetta, dunque. Il premier Renzi li voleva defenestrare e invece deve incassare la sconfitta, magari rinviando tutto in primavera, quando l’alleanza con l’Ncd di Alfano sarà cosa fatta.
Il governatore, nel frattempo, congela Fiumefreddo. Il presidente di Riscossione Sicilia dovrebbe essere il nuovo fidatissimo assessore alle attività produttive, ma le resistenze dei partiti hanno convinto Crocetta a pensarci su un attimo di più, per evitare nuove tensioni. Udc e Pd vogliono infatti un nome che sia buono per tutta la coalizione, e che non appartenga al cerchio magico del governatore. Magari si aspetterà l’assemblea regionale del Pd di lunedì.
Crocetta pare tornato in forma e risponde al governatore del Veneto, Zaia, sui 500 milioni di euro recentemente girati dal governo Renzi alla Regione Siciliana. “Mi dispiace sinceramente che il governatore Zaia abbia fatto queste dichiarazioni a proposito dei 500 milioni di euro da destinare alla Sicilia per la copertura del Bilancio”. Dice in una nota “Probabilmente il fatto che da parte di qualcuno venga rappresentato quasi come un regalo del governo, può avere indotto in errore il governatore. Quei soldi ci spettano per una sentenza della Corte Costituzionale, sono soldi dei siciliani che ritornano giustamente ai siciliani. Il mio governo – continua il presidente – non rivendica nè elemosine nè logiche parassitarie. In due anni e mezzo abbiamo tagliato 3 miliardi di sprechi, facendo prendere alla Regione un passo diverso rispetto al passato. Anche sulla sanità Zaia è disinformato, nel 2013, 2014 e 2015 la sanità siciliana è finalmente entrata, dopo qualche decennio, all’interno degli standard nazionali e come livello di performance è adesso all’8° posto e non al penultimo come prima. Abbiamo tagliato gli sprechi dei farmaci, revocato gare-truffa per centinaia di milioni di euro e potenziato i servizi. E se vogliamo dirla tutta fino in fondo, il governatore Zaia deve sapere che la Sicilia continua a pagare la più alta quota di compartecipazione sanitaria d’Italia, il 49%, mentre le altre regioni pagano il 41%. Il 49% era stato determinato quando la sanità era in perdita, ora che è in utile, perchè persiste questa percentuale? E’ ora di dire basta ad attacchi precostituiti – conclude Crocetta – che non tengono conto dei progressi raggiunti e della pesante situazione che abbiamo ereditato”.