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01/08/2015 06:30:00

Tonnara di Scopello. Interviene il Tribunale. Rimossi i dirigenti della Comunione

 E’ ancora al centro dell’attenzione la tonnara di Scopello, non solo per la sua straordinaria bellezza e per i tanti turisti che la stanno visitando. Ma per le polemiche e i risvolti giudiziari sull’ingresso libero alla spiaggia. Prima l’ordinanza del sindaco di Castellammare e l’intervento del prefetto per concedere l’accesso libero (ricordiamo che la tonnara è di proprietà privata). Adesso il tribunale di Trapani ha rimosso per irregolarità amministrative e contabili, i dirigenti della Comunione della Tonnara di Scopello e nominato tre amministratori giudiziali. Tutto nasce da un esposto presentato all’autorità giudiziaria da parte dei soci di minoranza della struttura.
Subito sono arrivati dei commenti alla decisione del tribunale di Trapani.

“Ribadiamo che le vicissitudine giudiziarie che ruotano intorno alla Tonnara di Scopello non ci riguardano e non ci appassionano: dall'esistenza o meno della fascia demaniale o agli scontri tra i proprietari sulla gestione della Comunione. Questi aspetti fanno gola a chi ha fatto e fa solo demagogia”. Lo dichiara Gianfranco Zanna, direttore regionale di Legambiente Sicilia, che continua: “Siamo stati mossi da sempre, e lo restiamo fermamente convinti delle nostre posizioni, solo da un unico interesse: salvaguardare e difendere una delle più antiche tonnare siciliane, vincolata dal 1984, che non è un lido balneare ma un patrimonio culturale. Chiederemo al nuovo amministratore giudiziario della Comunione di tenere fede agli imprescindibili impegni di tutela e decoro del bene monumentale”.

Questo invece il commento di Massimo Fundarò, segretario regionale di Sel Sicilia.

La condanna per irregolarità amministrative e contabili dei dirigenti della Comunione della Tonnara di Scopello, la loro rimozione immediata, la nomina ad opera del giudice di tre amministratori giudiziali,
contribuisce a fare chiarezza sulla vicenda del libero accesso al mare del noto sito siciliano.

Nei giorni scorsi abbiamo assistito ad un ribaltamento della verità, ad un opera mediatica di mistificazione della realtà.

I cattivi eravamo noi ambientalisti che dal 2007 ci battiamo per ripristinare il primato della legge, il rispetto del diritto di libero accesso al mare garantito in tutto il territorio nazionale. Sostenitori, insieme a 5000 cittadini sottoscrittori, di una fruizione sostenibile del sito e di una sua ulteriore protezione e valorizzazione tramite l'inserimento nella lista del Patrimonio Unesco.

Il cattivo era il sindaco di Castellammare del Golfo che, contrariamente alle timidezze e compiacenze dei suoi predecessori, aveva emesso una ordinanza per porre fine ad una appropriazione indebita e ad una gestione privatistica dedita prevalentemente a fini commerciali e speculativi.

Al contrario i buoni erano gli amministratori "filantropi" che hanno impedito il libero accesso al mare della Tonnara,contro ogni legge, contro il rispetto del demanio pubblico, hanno monetizzato tutto, persino il diritto di fotografare i Faraglioni e un bene patrimonio dell'umanità, e senza destinare un solo euro dei loro cospicui guadagni a fini di ricerca scientifica ambientale, approfondimento storico-culturale, conservazione naturalistica di uno dei più bei siti del mediterraneo.

Dispiace constatare che in questa vicenda pirandelliana abbiano avuto un grande ruolo associazioni ambientaliste storiche, alte istituzioni pubbliche, grandi firme giornalistiche nazionali, che hanno accreditato la versione mistificatrice, l'equazione bugiarda: Buoni = Privati, Cattivi = Pubblico.

Con leggerezza, hanno preso le difese degli, ormai ex amministratori di Scopello, senza verificarne la credibilità e l'osservanza della legge. Loro sono i principali responsabili di questa presunta patente di legittimità affibbiata a questi pseudo-paladini dell'ambiente e della bellezza che hanno, invece, sporcato la millenaria storia della Tonnara e dei Faraglioni di Scopello.