Sprechi della Sicilia: la Regione deve restituire 162 milioni di fondi Pac non spesi. È la terza tranche dei Fondi Pac siciliani. La Legge di stabilità approvata lo scorso anno ha infatti stabilito il recupero di tutti quei fondi Pac (sigla che sta per Piani di Azione e Coesione) ottenuti con le risorse nazionali stornate dalla programmazione comunitaria, che non erano stati spesi alla fine del 2014. Se i fondi a disposizione, dopo le prime rimodulazioni ammontavano a quasi 724 milioni, sul piatto adesso ne sono rimasti 562, suddivisi in due grandi tronconi: quello delle misure rivolte all’occupazione (quasi 215 milioni) e quello degli appalti per le infrastrutture (poco più di 347 milioni).
Il Giornale di Sicilia fa un elenco delle “voci” che si perdono. Ad andare in fumo sono i fondi per «l’istruzione tecnica e professionale di qualità», per i Politecnici, il cui capitolo (18 milioni) è stato completamente azzerato. Risulta dimezzato, invece, il capitolo per i Cantieri di servizio, che dai 50 milioni originari passa a quasi 26. È difficile riuscire a capire dove finisca la responsabilità siciliana e dove inizi quella romana. A subire un drastico ridimensionamento è anche il rifinanziamento del «Credito d’imposta per le aziende che hanno assunto lavoratori svantaggiati»: una misura, del dipartimento al Lavoro, che con diversi bandi ha permesso in questi anni di sgravare del 50% i costi delle assunzioni effettuate dalle imprese. Il capitolo perde ben 7 milioni, passando da uno stanziamento iniziale di 10 a quasi 3 milioni. Cala di 3 milioni anche il «Credito di imposta per i nuovi investimenti»: da 30 a 27 milioni, si tratta di un regime di aiuto, introdotto la prima volta nel 2009, che consente alle piccole e medie imprese che effettuano investimenti in Sicilia, di ottenere una riduzione della pressione fiscale. Infine, è stato ridotto di circa un milione il fondo per la cassa integrazione in deroga e le misure a tutela dell’occupazione, che adesso ammonta a 143,4 milioni, di cui 108 – si legge nella delibera – sono stati trasferiti dal ministero del Lavoro all’Inps per gli ammortizzatori, mentre 35,4 milioni serviranno per le politiche attive.