Sarà un autunno caldo in Sicilia, per le proteste di piazza già programmate. Cominciano precari e forestali, per un “autunno caldo” che in Sicilia, date le enormi tensioni sociali che covano tra la popolazione, comincerà prestissimo. I primi a protestare saranno i forestali. La data è già fissata: 16 Settembre. Per quella data il Sifus – sindacato autonomo dei forestali – ha indetto una manifestazione di protesta davanti alla sede dell’assessorato regionale all’Agricoltura, per rivendicare il pagamento degli stipendi dei mesi arretrati per tutti e 24.000 i forestali, ma anche l’immediato avviamento al lavoro dei cosiddetti “settantottisti”, cioè la fascia di lavoratori con meno giornate da effettuare. Per il segretario regionale del Sifus, Maurizio Grosso, bisogna porre riparo al ritardo di oltre un mese con cui è stata avviata la campagna antincendio nonché il reintegro del 20% dei lavoratori che erano stati esclusi da questo servizio. L’obiettivo della giunta regionale e dell’Ars era ridimensionare il costo per la salvaguardia delle aree boschive della Sicilia. Il Sifus promuoverà manifestazioni nei comuni siciliani che sfoceranno nella protesta del 16 settembre.
I precari degli enti locali, invece (24.000 persone…) lamentano non solo gli stipendi arrestati, ma anche le difficoltà nella procedura di stabilizzazione, che soprattutto i Comuni non sono in grado di garantire. Le difficoltà dei Comuni siciliani, molti dei quali vicini alla bancarotta, sono state espresse dall’Anci in un incontro, qualche giorno fa, con l’Assessore all’Economia Baccei . «I Comuni hanno difficoltà a pagare gli stipendi – dice Massimo Bontempo del Movimento giovani lavoratori, al Giornale di Sicilia – e la legge approvata lo scorso anno ha introdotto tutta una serie di vincoli che rendono difficilissima non solo la stabilizzazione ma anche la proroga dei contratti. La situazione è catastrofica, il governo e i deputati si prendano le loro responsabilità o siamo pronti a una stagione di battaglie infinite».
Per pagare forestali e precari la Regione Siciliana aspetta l’accreditamento dei 300 milioni di euro stanziati dal governo nazionale (dl 78/2015, convertito in legge il 4 Agosto). Sono risorse che Roma aveva promesso di sbloccare in favore della Sicilia una volta approvata la riforma degli enti territoriali (Liberi Consorzi e Città Metropolitane al posto delle Province regionali).