C'erano frigoriferi, carcasse di televisori, materassi, mobili di ogni tipo e ogni epoca. E poi bidoni di plastica, ferraglia varia, sacchi della spazzatura, indumenti per bambini, uomini e donne. Scarpe e mutande. C'erano anche le guaine dei cavi elettrici lasciati dai ladri di rame. E immancabili i pezzi di Eternit. Non è un mercato dell'usato, è l'enorme discarica a cielo aperto dell'area artigianale di Marsala. C'era tutto questo, e nel fine settimana, tra venerdì e sabato, i mezzi dell'Aimeri, piano piano, hanno ripulito l'area. La tirata d'orecchi ha dato i suoi frutti per la ditta che si occupa della raccolta rifiuti a Marsala. Tirata d'orecchi arrivata dall'amministrazione comunale guidata da Alberto Di Girolamo.
“Io ed alcuni consiglieri abbiamo sollecitato l'intervento nella zona artigianale e l'assessore Salvatore Accardi ha chiamato l'Aimeri per ripulire il tutto – dice il consigliere comunale Alessandro Coppola”. Una discarica a cielo aperto dunque. Nella gallery di spalla a questo articolo ci sono le foto di com'era prima la zona artigianale e com'è dopo l'intervento straordinario di pulizia. Il problema adesso è quello di mantenere il luogo pulito. Un'impresa, perchè non è controllato da nessuno. “Bisogna far capire alla gente che non si possono buttare così i rifiuti speciali, non solo le lavatrici ma soprattutto l'Eternit, è un danno per l'ambiente oltre che per il decoro della città”, aggiunge Coppola. Il consigliere di Una voce per Marsala ha chiesto di chiudere la zona, di non permettere a nessuno di entrare. Una parola. “Mi fa arrabbiare soprattutto il fatto che a trecento metri c'è un'isola ecologica, invece la gente va lì a buttare i rifiuti”.
L'eternit individuato adesso dovrà essere smaltito con le procedure previste dalla legge e da una azienda specializzata in questo genere di interventi. Coppola ha spiegato che in questi giorni sempre i mezzi dell'Aimeri hanno svolto attività simili nelle zone di Terrenove, Sant'Anna, Santo Padre delle Perriere. Periferia sud di Marsala, territorio fuori controllo e immondezzaio incontrollato. E' stata ripulita anche un'area nei pressi dello Stadio, e poi sono stati sturati i tombini.
L'area artigianale doveva essere il centro dello sviluppo economico per Marsala. Il luogo in cui le imprese potessero mettere radici, con le agevolazioni del caso, e creare un agglomerato economico.
Il patto era chiaro, eppure. Il Comune realizzava infrastrutture, come strade e parcheggi in una zona abbandonata, e le imprese facevano richiesta per acquistare i lotti. Ne sarebbero diventati proprietari a tutti gli effetti. Ma in questi anni sono stati pochi a fare richiesta al comune per l’area realizzata nel 2008 al costo di circa 4 milioni di euro. Costi altissimi, imprese scoraggiate, e tutto fermo.
Nel 2012, finalmente si sono ridotti i costi per acquisire i lotti. Un’operazione andata avanti per anni, che dopo interventi vari, dai politici, agli artigiani, ha portato alla riduzione del 70% del prezzo dei lotti. Il costo di un lotto è passato da 92 euro a metro quadrato a soli 27 euro e la locazione da 3 mila a 500 euro l’anno. L’iter di riduzione dei costi cominciò con l’amministrazione Carini, poi portata a termine durante l’amministrazione Adamo. Il 31 gennaio 2013, con il nuovo listino prezzi, venne emanato un avviso pubblico per i lotti non ancora assegnati, che erano 31. Solo tre ditte, tre, presentarono richiesta però. Sei lotti li chiese la «Revis», due ciascuno, invece, la «Marsala Service» e la «Tre. Sor. ». E’ stato così necessario un nuvo bando per i lotti rimanenti.
Adesso si aspetta il nuovo bando, diverso da quelli precedenti, per assegnare i lotti. Anche perchè pare che le aziende che hanno ottenuto i lotti non abbiano ancora pagato il dovuto al Comune. Quindi il prossimo bando prevederà il pagamento dell’acquisto entro un termine massimo. Il regolamento per l’assegnazione è stato modificato nei mesi scorsi dal consiglio comunale. Ma c’è da dire che non c’è una pianificazione sulla disposizione delle attività artigianali che dovrebbero insediarsi. Così accanto a una officina o a una azienda che produce esalazioni potrebbe sorgerne un’altra, ad esempio, che si occupa di dolci. In questo senso, potrebbero sorgere delle incompatibilità. Ma questo non è un problema imminente, e forse non lo sarà mai. Perchè, nell’area artigianale di Marsala, non c’è anima viva. Non c’è nessuna azienda.
Per la zona artigianale invece si sono spesi oltre 4 milioni di euro, una superficie di circa 12 ettari per 45 attività artigianali previste, ma inesistenti. Nel progetto si prevedevano “capannoni a schiera suddivisi in quattro distinti lotti a superficie variabile da 800 a 1.050 metri quadrati”.