Accuse al vetriolo tra difesa e parte civile, con tensione alle stelle, nella seconda udienza, davanti il giudice monocratico Vito Marcello Saladino, del processo al 44enne avvocato marsalese Andrea Lentini, accusato di avere aggredito e picchiato prima un anziano vicino di casa, Natale Galfano, di 79 anni, e poi, alcuni mesi dopo, un collega, il 41enne Giuseppe Culicchia. Nella seconda udienza, dopo un infuocato prologo tra le parti, con il giudice Saladino costretto a invitare difesa e la “parte lesa” Culicchia a mantenere il “decoro” che si conviene alla classe forense, è stato ascoltato Natale Galfano. Rispondendo alle domande del pm Giulia D’Alessandro, l’anziano teste ha parlato dei dissidi avuti, tra il 2013 e il 2014, per il “continuo abbaiare” di due cani del Lentini. “Nel 2013 – ha detto Galfano – Lentini aveva un cane di grossa taglia che poi non vidi più. L’anno dopo, è arrivato un gruppo di cani piccoli, uno di quali abbaiava sempre. Che il cane disturbava l’ho detto anche alla moglie di Lentini”. Seguì un altro incontro con quest’ultimo. La situazione precipitò il pomeriggio del 24 aprile 2014. Una recinzione separa le abitazioni dei due, in contrada Terrenove. “Lentini era nel suo recinto e io nella mia proprietà – continuato Galfano – e i cani abbaiavano. Gli ho detto che così non si poteva andare avanti e che lui doveva trovare una soluzione. Gli feci presente che il disturbo della quiete pubblica è reato. Lui venne da me, mi spinse facendomi cadere a terra e mi diede botte da tutte le parti. Io cadendo mi aggrappai alla sua camicia. Mentre ero a terra, mi schiaffeggiò e mi colpì più volte. Non ricordo se anche con dei calci. Mi disse tante parolacce e minacciò di ammazzare me e anche la mia figlia adottiva, Carmen Elena Radu. Con il telefonino, lui chiamò i carabinieri e gli sentii dire: ‘Venite, che sennò ammazzo un vicino di casa’. Poi, mi minacciò anche al Pronto soccorso, dove sono stato trasportato in ambulanza”. A difendere Andrea Lentini è l’avvocato palermitano Bartolomeo Parrino, che ha contestato il racconto. “Innanzitutto – dice il difensore – è emerso che la lite non si è svolta nella proprietà del Galfano, ma dove c’è una servitù di passaggio cui ha diritto anche Lentini. Poi, anche Lentini, come dice anche consulente del pm, è stato refertato con 20 giorni di prognosi. Galfano non è attendibile. La lite c’è stata, ma i fatti non si sono svolti come raccontato dalle parti offese”. Il giudice Saladino ha ammesso come parti civili il Culicchia, assistito dall’avvocato Francesca Lombardo, e il locale Consiglio dell’Ordine degli avvocati. E proprio contro quest’ultima costituzione di parte civile si scaglia Parrino. “Non è mai accaduto – dice il legale palermitano – che un Consiglio dell’Ordine si sia costituito contro un avvocato. E poi un procedimento disciplinare doveva essere avviato anche contro Culicchia. Poi, magari sarebbe stato archiviato. Ma come fa il Consiglio dell’Ordine degli avvocati a stabilire che le colpe stanno tutte da una parte prima che nel merito si pronunci la magistratura?”. Alla prossima udienza, il 15 ottobre, alle 15, verranno ascoltati tre ufficiali di pg (carabinieri) che hanno partecipato alle indagini, poi sfociate in un provvedimento cautelare (arresti domiciliari) per Andrea Lentini.