18,00 - Gli avvocati della Difesa del Sen. Antonio D’Alì, Stefano Pellegrino e Gino Bosco, confermano l’esistenza della prova positiva, già accertata in sentenza, della totale estraneità ai fatti del loro Assistito. In particolare, commentano i difensori: “dissentiamo fermamente dall’ipotesi di accusa della Procura Generale di Palermo nei confronti del Sen. D’Alì, che non tiene conto di quanto accertato già giudizialmente. Affermiamo -continuano Pellegrino e Bosco- che gli atti processuali, compresi quelli prodotti quest’oggi dal Procuratore Generale, escludono, senza ombra di dubbio, qualsiasi interferenza o pressione presso i vertici della Polizia da parte del Sen. D’Alì finalizzata al trasferimento del Dott. Linares. Per tale ragione, escludiamo ogni pretesa valenza accusatoria della produzione della Procura Generale, considerato che le dichiarazioni rilasciate dall’ex Capo della Polizia De Gennaro, sia a noi Difensori che al Procuratore Generale, rappresentano piuttosto la prova documentale dell’assoluta correttezza ed estraneità ai fatti del D’Alì. Riteniamo, pertanto, gravemente fuorviante ogni notizia di Stampa diversa dalle risultanze degli atti processuali ed, in particolare, dal contenuto delle dichiarazioni del Dott. De Gennaro, che ci premureremo di consegnare integralmente agli organi d’informazione”.
14,00 - Si terrà il 6 Novembre la nuova udienza del processo d'appello ad Antonio D'Alì. la Procura Generale ha chiesto l’ammissione di nuovi testi d’accusa. La Corte si è riservata rinviando al 6 novembre l’eventuale ammissione. Lunga Nella lista dei nomi: da Padre Treppiedi all’imprenditore Nino Birrittella, così come l'ex capo della Mobile di Trapani Giuseppe Linares. Ma la sorpresa viene dall'ex Capo della Polizia Gianni De Gennaro sentito nei mesi scorsi dal sostituto procuratore generale di Palermo, Nico Gozzo. De Gennaro ha confermato di avere ricevuto pressioni per rimuovere e trasferire da Trapani il capo della Squadra Mobile Giuseppe Linares. Le pressioni ha dichiarato De Gennaro sono arrivate dal senatore trapanese Tonino D’Alì quando questi era sottosegretario all’Interno. Gozzo su questa vicenda ha anche sentito l’allora capo della Procura della repubblica di Trapani Giacomo Bodero Maccabeo ed ha acquisito una lettera diretta ai vertici della Polizia dal procuratore aggiunto della Dda, Teresa Principato.
07,00 - Si terrà oggi la prima udienza del processo d'appello che vede imputato il senatore trapanese di Forza Italia, Antonio D'Alì, per concorso esterno in associazione mafiosa. L'udienza si tiene oggi dopo un rinvio deciso dalla corte per permettere alla difesa di prnedere visione del nuovo materiale prodotto dai pm, che hanno chiesto la riapertura el dibattimento per quanto riguarda l'approfondimento di alcuni episodi e l'audizione di testimoni. In primo grado la sentenza ha assolto il senatore. Tra i dossier entrati nel fascicolo del processo ance un rapporto sulla tangentopoli per l’appalto della videosorveglianza a Trapani. Scrive Alqamah:
Un incredibile giro di mazzette ci sarebbe stato a Trapani attorno all’appalto per la video sorveglianza: benefit che sarebbero stati elargiti e garantiti a favore di stretti collaboratori del parlamentare trapanese quando era, tra il 2001 e il 2005, sottosegretario all’Interno, denunciati furono anche imprenditori avvicinai o anche “distributori” delle mazzette, coinvolta alta burocrazia, da Trapani a Roma, di mezzo ci sarebbe anche il gruppo Finmeccanica con i suoi “papaveri” più importanti di un tempo, i manager Gualdaroni e Subbioni.
Il dibattimento si tiene davanti alla quarta sezione della Corte di Appello di Palermo, presidente Spina. L’accusa è rappresentata dal sostituto procuratore generale Nico Gozzo.
Al centro della produzione documentale c’è il tentativo, risalente al periodo in cui D’Alì era al Viminale, di fare trasferire da Trapani l’allora capo della Mobile Giuseppe Linares, da due anni direttore della Dia di Napoli. Pressioni che sarebbero state esercitate nei confronti dell’allora capo della Polizia Gianni de Gennaro e che sono state raccontate anche dal sacerdote Ninni Treppiedi, sentito come teste dalla procura di Palermo.
I verbali depositati dal pg Gozzo riguardano le testimonianze di Treppiedi e Linares. Tra i documenti c’è anche la richiesta di misura di prevenzione nei confronti dell’ex deputato regionale della Dc, il salemitano Pino Giammarinaro.
Il processo contro il senatore Antonio D’Alì, accusato di concorso esterno in associazione mafiosa, si concluse in primo grado con una dichiarazione di prescrizione per i fatti contestati sino al 1994 e con una assoluzione per il periodo successivo. Al processo di appello hanno chiesto di costituirsi diverse associazioni, come è avvenuto già per il processo di primo grado. Tra queste "Libera" rappresentata dall'avv. Enza Rando.