Si tiene oggi a Marsala la prima udienza del processo ad un ex calciatore del Marsala degli anni ’70 (G.P., di 69 anni) che si ritrova sul banco degli imputati con l’accusa di violenza sessuale. Avrebbe palpeggiato una ragazza nelle sue parti più intime mentre questa, una sera, non potendo più resistere a un impellente bisogno fisiologico, si era appartata, protetta dal buio, nella stradina che separa la Società Canottieri e il Circolo Velico. Sul lungomare che costeggia i due circoli nautici, la ragazza era arrivata in auto con il suo fidanzato. “Qui, un uomo – ha raccontato, grosso modo, nella denuncia sporta contro ignoti – mi si è avvicinato e mi ha palpeggiata”. Alle sue grida, naturalmente, è accorso il fidanzato che ha messo in fuga il maniaco. Il fatto è accaduto il 25 agosto 2014. La ragazza, 21enne , che ha denunciato l’abuso non ha fatto il nome dell’ex calciatore (che ha un precedente per peculato), ma ne ha descritto le caratteristiche fisiche. Poi, quando i carabinieri le hanno mostrato una serie di foto, ha indicato G.P., dicendo però che non ne era sicura al 100%, ma al 60/70%. La Procura ha, quindi, chiesto il rinvio a giudizio dell’ex idolo delle folle calcistiche lilybetane. Davanti al gup, l’imputato, difeso dall’avvocato Giuseppe Cavasino, ha chiesto il rito abbreviato. G.P., ex dipendente dell’Asp, nel 2009, era stato condannato per peculato (un anno e 5 mesi di reclusione, poi ridotti a 8 mesi in appello, con pena sospesa) dal gup del Tribunale di Marsala. E con lui fu condannato anche un altro dipendente dell’Asp. La loro colpa era stata quella di avere utilizzato il telefono dell’ufficio per chiamate personali. All’ex calciatore furono contestate 131 le telefonate personali. Altri sette imputati furono assolti.