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01/10/2015 07:45:00

Marsala. Processo "Squillo". Colombiana patteggia un anno e 4 mesi

 E’ rimasto un solo imputato, in Tribunale, nel processo scaturito dall’operazione antiprostituzione “Squillo”, condotta  dai carabinieri di Marsala il 20 novembre 2013. E’ il 70enne marsalese Salvatore Brugnone (difeso dall’avvocato Salvatore Fratelli). La 42enne colombiana Espitia Nydia Yolanda Moya ha, infatti, patteggiato la pena ed è uscita di scena. La pena concordata tra accusa e difesa (avvocato Leo Genna) è stata un anno e quattro mesi di reclusione, nonché al pagamento di una multa di 2000 euro. Pena, naturalmente, sospesa. Per l’imputata i giudici hanno anche disposto l’estinzione del divieto di dimora in Sicilia, la misura cautelare ordinata dal gip quando scattò l’operazione dei carabinieri. “Della difesa della signora Moya – dice l’avvocato Leo Genna – sono stato incaricato in dibattimento. In precedenza non sono stato io ad assisterla. L’applicazione della pena con patteggiamento è stata la soluzione migliore per l’imputata”. Gli altri due personaggi coinvolti nell’operazione “Squillo” (favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione) hanno scelto il giudizio con “riti alternativi” e sono stati già condannati. Con l’abbreviato, il Leonardo Petterico, 35 anni, è stato condannato un anno e otto mesi di reclusione. Un’altra colombiana, Sandra Tatiana Ordinez Giraldo, di 44 anni, ha invece patteggiato (dieci mesi di carcere e una multa di 1800 euro). L’indagine è stata condotta dai carabinieri della stazione di Petrosino in collaborazione con i militari dell’Arma di Mazara e Genova. Dall’inchiesta, avviata nel 2009, è venuto fuori che le prostitute, in buona parte sudamericane, attiravano i clienti con inserzioni pubblicitarie su giornali quotidiani, fornendo il proprio recapito telefonico. Inizialmente, l’alcova era in una villetta di contrada Fossarunza. Poi, dopo un blitz dei carabinieri, ci si spostò in altri immobili in zone della periferia marsalese. La tariffa per una prestazione sessuale era di 70 euro.