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03/10/2015 08:25:00

Marsala, avviato il processo al poliziotto accusato di sequestro della moglie

  Con i preliminari di rito, è stato avviato, davanti il giudice monocratico Matteo Giacalone, il processo a quattro coinvolte nell’indagine della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura che vede al centro della vicenda un poliziotto in servizio al Commissariato di Marsala, l’assistente Luigi Nesta, 41 anni, originario di Corato (Bari), accusato di sequestro di persona, tentata estorsione, percosse in danno della moglie (T.I., di 37 anni) e ingiurie all’amante di quest’ultima. Al poliziotto, in marzo, il gip Francesco Parrinello, su richiesta della Procura, ha applicato la misura cautelare dell’allontanamento dall’abitazione familiare, nonché il divieto di avvicinamento alla moglie. Misure cautelari sul mantenimento delle quali il gup Amato si è riservato di decidere. Rinviati a giudizio anche i genitori di T.I., Giovan Battista Ingianni, di 70 anni, e Anna Renda, di 64, abitanti in contrada Torrelunga Puleo, anche loro accusati in concorso con Nesta di sequestro di persona e tentata estorsione. Di quest’ultimo reato deve rispondere anche Giuseppe Di Girolamo, di 55 anni, anche lui mandato sotto processo in quanto accusato di lesioni personali (in danno dell’amante di T.I.) insieme con Ingianni e Renda. L’amante (I.V.) fu, infatti, picchiato in una via del centro di Marsala, riportando lesioni al volto e alla cervicale giudicate guaribili in 30 giorni. In fase di udienza preliminare furono, invece, prosciolti dall’accusa di concorso in lesioni, per omesso soccorso, due poliziotti della squadra Volanti (Fulvio Gambina, di 43 anni, e Niki Girgenti, di 24), fatti intervenire da Nesta quando questi sorprese la moglie e l’amante per strada. L’accusa di estorsione è relativa al fatto che la moglie fedigrafa, dopo la scoperta della tresca amorosa, sarebbe stata costretta ad andare da un notaio per cedere al marito (tramite procura speciale al Di Girolamo) la sua quota di proprietà dell’appartamento in cui vivevano in città, mentre il sequestro di persona dal fatto che la donna fu chiusa a chiave in casa, per circa 24 ore, dal marito e dai suoi genitori per paura che fuggisse con l’amante. Alla donna fu sottratto anche il telefono cellulare. A liberarla sono stati i militari della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala, venuti a conoscenza di quanto stava accadendo perché la donna prigioniera, avendo nascosto in casa un altro cellulare, è riuscita a inviare degli sms a due amiche. L’indagine delle Fiamme Gialle, a cui la donna ha poi raccontato la sua vicenda, è stata coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa. Si è così scoperto che Nesta (difeso dall’avvocato Edoardo Alagna), dopo 13 anni di matrimonio, avendo qualche sospetto, aveva iniziato ad indagare sulla vita privata della moglie, prima pedinandola e poi installando addirittura una piccola videocamera nella cucina di casa, ritenendo che qui la donna incontrasse il suo amante. Quest’ultimo è parte civile. Ad assisterlo è l’avvocato Fabio Spanò. Nell’udienza preliminare davanti al gup Amato chiesero di essere ascoltati Luigi Nesta e Giovabattista Ingianni. Il primo cercò di ridimensionare le contestazioni dell’accusa, dicendo che circa la cessione di quota dell’appartamento familiare c’era già da tempo un accordo con la moglie, mentre l’Ingianni ha detto di non avere mai picchiato la figlia, ma soltanto di “averla presa per un braccio”. Prossima udienza il 16 dicembre, quando verranno ascoltate le “parti offese”.