I due cronisti de L'Espresso sono accusati di calunnia e di diffusione di notizie false ed esagerate. Si chiude a tempo di record il caso Crocetta. La Procura di Palermo ha chiesto il giudizio immediato per Piero Messina e Maurizio Zoppi, i due giornalisti del settimanale L'Espresso che, a luglio, svelarono l'esistenza di un'intercettazione tra il governatore siciliano Rosario Crocetta e il suo medico personale, Matteo Tutino, ai domiciliari per truffa. Nella conversazione il chirurgo avrebbe augurato all' allora assessore alla Salute Lucia Borsellino di «saltare come il padre». La telefonata choc, divenuta presto un caso politico, venne smentita poche ore dopo la diffusione della notizia dal capo dei pm palermitani Francesco Lo Voi, intervenuto più volte per negare che una conversazione di quel tenore fosse agli atti di alcun procedimento penale aperto dal suo ufficio.
Intercettazione #Crocetta, chiesto giudizio immediato per i giornalisti dell’Espresso LEGGI: http://t.co/6JIgbbvc9j pic.twitter.com/ajBbMkQq82
— Il Fatto Quotidiano (@fattoquotidiano) 5 Ottobre 2015
Una presa di posizione secca a cui il settimanale, direttore in testa, rispose ribadendo l'esistenza dell'intercettazione che - questa la tesi sostenuta - sarebbe stata ascoltata dai cronisti. A meno di tre mesi, i pm, dunque, tirano le somme. E decidono di saltare l'udienza preliminare chiedendo al gip di emettere un decreto di giudizio immediato. Una scelta precisa, possibile quando la Procura ritenga «evidente» la prova del reato. Le accuse per i due giornalisti incriminati, interrogati più volte dal procuratore, che ha svolto personalmente le indagini, e dall'aggiunto Leonardo Agueci, sono di calunnia e diffusione di notizia falsa. Insieme alla richiesta di immediato (il fascicolo è stato assegnato ora anche al sostituto Claudio Camilleri) i pm hanno depositato una breve memoria in cui si ricostruisce il caso, i verbali di interrogatorio dei testimoni sentiti - circa una decina tra cui l'ex assessore Lucia Borsellino - un giornalista de La Sicilia, Mario Barresi, e diversi militari del Nas. Scrive il Giornale di Sicilia:
Agli atti del gip anche alcune intercettazioni di conversazioni dei due indagati e le relazioni dei carabinieri che hanno indagato sulla vicenda. Ma perchè la contestazione della calunnia? Il primo ad essere iscritto per questo reato è stato Messina. Il giornalista, dopo le polemiche suscitate dalla pubblicazione della notizia e, soprattutto, dopo la smentita della Procura, sarebbe andato da un ufficiale del comando provinciale dei carabinieri di Palermo al quale avrebbe rivelato che a parlargli dell'intercettazione era stato l'ex capo del Nas, Mansueto Cosentino, ora in servizio in Lombardia. L'ufficiale fece immediatamente una relazione di servizio ai pm. Cosentino, subito dopo, venne interrogato dall' aggiunto volato a Bari ad attenderlo di ritorno da una crociera. Il comandante del Nas negò categoricamente di avere mai rivelato la notizia a Messina. Scattò l'iscrizione per calunnia e rivelazione di notizie false. Zoppi, invece, fu iscritto solo per il reato meno grave. Durante il primo interrogatorio i due si avvalsero della facoltà di non rispondere. Poi chiesero di essere sentiti. Alla fine dell'incontro con i magistrati Zoppi, che ribadì le accuse verso Cosentino, si ritrovò iscritto per calunnia. Convocato nuovamente dalla Procura decise di non rispondere.
Parallelamente l'Ordine dei giornalisti ha avviato un'indagine conoscitiva sulla vicenda. Sull'istanza di giudizio immediato il gip dovrà provvedere entro 5 giorni. La richiesta di giudizio immediato per i due giornalisti dell'Espresso Maurizio Zoppi e Piero Messina, autori dell'articolo sulla presunta intercettazione tra il Governatore Rosario Crocetta e il medico Matteo Tutino, "potrebbe essere un auspicio per avere finalmente un gip assegnatario del fascicolo...". Lo ha detto all'Adnkronos Fabio Bognanni, legale dei due cronisti del settimanale, commentando la richiesta del Procuratore Francesco Lo Voi e dell'aggiunto Leonardo Agueci. "Già prima dell'estate avevamo chiesto un incidente probatorio - dice ancora Bognanni - ma il gip assegnatario, Agostino Gristina, si era spogliato del fascicolo. E il fascicolo non venne assegnato a nessun altro gip. Sono sereno, anzi, auspico che i tempi siano veloci".
A giudizio per calunnia i due giornalisti che accusarono #Crocetta per una intercettazione che non esiste. Come la Mafia del resto. — Arsenale K (@ArsenaleKappa) 5 Ottobre 2015