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07/10/2015 06:30:00

Marsala, che fine ha fatto Porticella? "I dirigenti hanno tolto i soldi per comprarla"

E' scomparsa di nuovo Porticella. O meglio, quelli che sarebbero i pezzi dell'antica Porticella di Marsala sono sempre a casa del signor Terranova, a Mazara. Pronti per essere venduti al Comune di Marsala. Solo che sarebbero spariti dal bilancio i soldi che erano stati impegnati, l'anno scorso, per comprare e montare di nuovo l'antica Porticella. Lo denuncia, con l'amaro in bocca, il consigliere comunale Arturo Galfano, che in questi anni, dopo la nostra inchiesta, si è messo in moto per far comprare e assemblare l'antica porta.


“C'è qualche dirigente che approfittando del periodo di commissariamento ha fatto il bello e il cattivo tempo”, dice Galfano. “Su Porticella – spiega il vice presidente del consiglio comunale – c'era la volontà del consiglio che l'anno scorso ha messo in bilancio la somma di 50 mila euro per acquistarla e posizionarla”. Con il signor Terranova, che detiene i pezzi di Porticella nel suo giardino, si era trovato un accordo di 30 mila euro.
“Da un anno sollecitavo i dirigenti che hanno fatto orecchie da mercante. Ora andiamo ad approvare il bilancio e non credo che verranno inserite queste somme. Sono parecchi i cittadini che mi chiedono di Porticella. Della vicenda ne ho parlato anche con il sindaco e con l'assessore Salvatore Accardi, e sono d'accordo a continuare su questa strada. Mi è stato assicurato che si muoverà qualcosa”, conclude Galfano

Stiamo parlando dei resti di una porta in calcarenite di proprietà del signor Terranova, arzillo ottantenne mazarese, che un paio di anni fa aveva scritto all’Amministrazione comunale di Marsala: “Sono i resti della antica porta di piazza Porticella, li volete comprare?”. L’indomani, il sindaco Giulia Adamo ha firmato una determina con cui, evidenziando che la sua amministrazione intende “procedere al recupero e alla valorizzazione del patrimonio architettonico culturale della città”, ma che occorre prima “accertare la veridicità” di quanto affermato dal Terranova circa la provenienza di quei blocchi di pietra, ha nominato una commissione di tecnici e studiosi che dovevano stabilire se effettivamente quelli fossero i blocchi della porta a nord della città realizzata agli inizi del 1600. Della commissione sono stati chiamati a far parte l’architetto Benedetto Musillami, assessore comunale al Territorio
e ambiente, il consigliere comunale Arturo Galfano , l’architetto Enrico Caruso, gli storici Giovanni Alagna, Michele Fabrizio Sala e Giovan Battista Angileri, l’architetto Gaspare Bianco, dirigente della Curia vescovile, e il segretario comunale Bernardo Triolo.
E proprio all’esito di questi studi il consigliere comunale Arturo Galfano, che ha proposto in aula l’emendamento al Piano opere pubbliche su Porticella, aveva detto “non abbiamo potuto emettere una sentenza di certezza ma di grande probabilità nel senso che, pur non potendo attestare che l’elemento architettonico in possesso del Sig. Terranova sia, senza dubbio, la vecchia Porticella, si è in grado di ritenere, tuttavia, che il materiale lapideo ritrovato possa appartenere a tale struttura”. In sostanza è quella, ma non è certo. Durante la ricerca è stato trovato anche un quadro che raffigurava la vecchia Porticella. Ma il dipinto non dà elementi per poter fare una comparazione senza margine d’errore. Il dipinto è del 1850, realizzato da un pittore marsalese soprannominato “Coddo d’oca”. Ritrae porticella, diversi anni prima essere stata smontata. La vecchia porticella infatti è stata tolta dal suo posto originario nel 1892, con delibera del consiglio comunale che prendeva questa decisione perché l’antica porta “intralciava il traffico”. Poi la vende per 600 lire. Terranova, intervistato da Tp24.it, ci aveva raccontato come andarono le cose dopo lo smantellamento della porticella. Ci ha raccontato la storia di quei blocchi di calcarenite, e come ne è entrato in possesso. Furono smontati e portati a Mazara nella tenuta di un ex sindaco di Marsala. Montata, smontata e rimontata più volte, Terranova negli anni 60 ha comprato i blocchi per 100.000 delle vecchie lire.

Ora tutto il lavoro rischia di arenarsi. “C'è stata una commissione che ha lavorato e studiato, non possiamo permettere che qualche dirigente svogliato lasci perdere tutto. Allora noi consiglieri e amministrazioni che ci stanno a fare?”, chiude polemico Galfano.