Se la matematica non è un’opinione, neppure la politica, quando legata ai numeri, può esserlo. Mi riferisco alla burrascosa seduta in cui si è discusso dell’aumento della Tasi.
Premessa: l’amministrazione comunale, nella figura del vicesindaco ed assessore alle finanze, dott. Agostino Licari, ha trasmesso al consiglio comunale, a strettissimo ridosso del termine ultimo ed a sua esclusiva firma, una delibera per l’aumento della TASI.
Tale trasmissione, pare, sia stata preceduta da una riunione con i consiglieri di maggioranza ai quali però non è stato fornito nessun supporto decisionale se non la narrazione dello stesso Licari che ha chiesto un voto favorevole sulla base della fiducia nei confronti del suo operato e sulla adesione fideistica alla linea dell’amministrazione. In questi incontri sono state sollevate parecchie perplessità su quanto proposto, in primo luogo per i termini e la tempistica della comunicazione, in secondo per il mancato coinvolgimento nella ricerca di soluzioni alternative, terzo per le modalità di richiesta: prendere o lasciare. In queste condizioni si è arrivati, senza impegni e con molti mugugni, in consiglio comunale.
Seconda premessa.Il consiglio comunale, è bene ricordarlo, è composto da 30 consiglieri, di cui 18 eletti nelle file della maggioranza e 12 tra tutti gli altri. L’ordine di votazione in consiglio è dato dal numero di preferenze ottenute. Per tale motivo, il primo a votare è sempre Enzo Sturiano (Democratici per Marsala- Maggioranza), il secondo Oreste Alagna (PSI- Maggioranza), poi Nicoletta Ferrantelli (Opposizione), Calogero Ferreri (PD - Maggioranza), Flavio Coppola (UDC- Opposizione), Ignazio Chianetta (Opposizione), Alfonso Marrone(Voce per Marsala – Maggioranza), Antonio Vinci (PD – Maggioranza) e così via.
Fatto: la delibera arriva in consiglio tra mille malumori, come già detto, si susseguono le riunioni e quello che viene fuori è che i 3 consiglieri socialisti avrebbero votato “contro” seguiti in questa decisione da Arturo Galfano. Si susseguono altri incontri in cui si mettono a punto alcuni emendamenti e poi si va in aula a votare con il sindaco , e il vice sindaco, piuttosto sicuri di portare a casa il risultato.
E qui si arriva alla questione. Se 4 consiglieri hanno già dichiarato di votare contro e la maggioranza richiesta è 15, con quali risorse il sindaco ed il suo fido vicesindaco, potevano sperare di arrivare al risultato? 18 (consiglieri di maggioranza)-4 fa sempre 14, 11(Opposizione presenti in aula) + 4 fa sempre 15. In queste condizioni, con la certezza quindi che l’atto sarebbe stato bocciato, si arriva alla votazione. Sturiano, che come detto in precedenza, vota per primo, fa un rapido calcolo, capisce che l’atto non passa e si astiene. Non vota quindi contro l’amministrazione che ufficialmente sostiene, ma non vota a favore e così evita di farsi attaccare inutilmente dai suoi elettori e da chi utilizza l’argomento Tasi in maniera strumentale. L’opposizione è in quel momento tutta in aula, sono presenti 29 consiglieri, maggioranza richiesta 15. Dopo il voto di Sturiano è evidente che alla maggioranza, bene che vada, possono andare 11 voti (7 PD + 2 di “cambiamo Marsala” + 2 di “Una Voce per Marsala”), vota Oreste Alagna e vota contro per come annunciato, Ferrantelli vota contro e si arriva al voto di Ferreri. La delibera è ormai affossata, è evidente a tutti, ed il giovane consigliere, che pure aveva dichiarato su facebook il suo voto favorevole, cambia idea (gli succede spesso) e si astiene. Questo è un fatto eclatante dal punto di vista politico. Ferreri è, infatti, il pupillo di Agostino Licari assessore proponente e se si astiene lui, cedendo alla deriva populista che arriva dai messaggi in risposta alla sua dichiarazione di voto favorevole, perché mai gli altri consiglieri del PD avrebbero dovuto votare a favore? Poi vota Flavio Coppola che, contraddicendo le lodi sperticate nei confronti di Licari tessute nelle precedenti sedute consiliari, si astiene ingrossando il fronte dei no. Poi vota Chianetta e vota contro, quindi è la volta di Alfonso Marrone (maggioranza) che vota contro! A questo punto, persi anche i voti di “una voce per Marsala” al Sindaco ed al suo vice possono andare 8 voti (6 PD + 2 di “cambiamo Marsala”). Il voto dei consiglieri PD diventa quindi irrilevante e siccome non è più aria di atti eroici, visto il clima che monta su Facebook, ognuno pensa bene di portare a casa la pelle e soprattutto a non dare vantaggi inutili ai consiglieri sui territori. Va ricordato infatti che la maggior parte dei consiglieri PD è eletta nella zona sud ed a nessuno piace, a delibera ormai affossata, che in qualche negozio di barberia qualcuno si possa vantare di non avere votato l’aumento delle tasse facendo ricadere la colpa su tutti gli altri. Quando si arriva al voto di Antonio Vinci, avendo persino Marrone votato, contro il risultato dei contrari è proiettato verso i 16 voti. I voti del PD si incanalano quindi verso l’astensione coinvolgendo anche Cimiotta che è il presidente della commissione finanze. Fine della votazione.
Considerazioni:
1) Perché il Sindaco e il vicesindaco, avendo davanti una situazione numerica come quella appena decritta non hanno cercato di compattare la maggioranza e non hanno serrato le fila del PD? La questione è spinosa, alcuni attribuiscono il risultato ad una enorme superficialità e presunzione da parte del vicesindaco che ha voluto fare una prova di forza con il consiglio mettendolo con le spalle al muro. A favore di questa tesi si porta come esempio la reazione scomposta dello stesso Licari che dal giorno dopo pare stia sta esponendo a genitori e lavoratori le colpe del consiglio ed in particolare quelle di qualche suo “compagno” di partito. Ma fonti ben informate parlano anche di un tentativo da parte del sindaco e del vicesindaco di superare il PD (che non si è più riunito dal giorno delle elezioni) con l’appoggio esterno di parti dell’opposizione. A favore di questa tesi, oltre allo svolgersi dei fatti d’aula, si cita la predisposizione del sindaco a cercare sempre fuori dal suo partito come fece subito dopo le primarie inseguendo Massimo Grillo e disprezzando tutti gli altri. Se così fosse sarebbe molto grave perché dimostrerebbe che, ancora una volta, il sindaco non solo non ha rispetto del suo partito ma si fa menare per il naso come nel caso della conferenza stampa in cui si doveva annunciare la nascita della coalizione ed invece servì ad annunciare la candidatura di Grillo. Molti affermano che tra i fautori di questa trasversalità vi sia il vicesindaco a cui sarebbe stato promesso l’abbandono dell’aula da parte delle opposizioni per tendergli una trappola e giustificandosi in seguito con il classico “se non ti votano i tuoi come potevamo farlo noi?”.
2) Durante la seduta sono stati proposti due emendamenti che riducevano l’aumento proposto dalla delibera. Quello più votato ha ottenuto 11 voti favorevoli ma, e ritorna la matematica, sempre 16 contrari. Qualsiasi altro voto aggiuntivo proveniente dai due astenuti non avrebbe modificato nulla e l’atto sarebbe stato bocciato lo stesso.
3) Quale che sia il percorso che ha portato a questo risultato Sindaco e vicesindaco dovrebbero prendere atto che in primo luogo è stato bocciato un metodo, quello della chiusura e della supponenza e quindi, invece di scatenare la caccia all’untore, come è in atto dalla sera della votazione, con qualche fido scudiero lanciato a chiedere le teste di tre assessori, bisognerebbe che i protagonisti prendessero atto che il Sindaco è ancora (illegittimamente ai sensi dello statuto) segretario del PD e quindi dovrebbe in primo luogo dimettersi da tale carica visti i risultati del gruppo, il vice sindaco invece, oltre ad essere assessore al bilancio e alle finanze, ai Tributi, al Patrimonio, alla Nettezza Urbana, agli Affari Generali e Legali, al Personale, ai Sistemi Informatici e Telecomunicazione (una specie di assopigliatutto), ha anche la delega per i rapporti con il consiglio comunale che ha bocciato sino ad ora tutte le delibere che sono state proposte. Ricordiamo infatti che sia la delibera di rimodulazione della IUC che la dislocazione di una nuova farmacia, hanno visto soccombere, con dinamiche diverse, gli atti proposti, e la IUC era, ancora una volta proposta dal Vice Sindaco Agostino Licari. Una presa di coscienza di tali fatti non farebbe male.
4) La tasi è ormai bocciata, non ci sono altre entrate da aumentare, è stato raccontato che si era alla ricerca di 7 milioni di euro. Ma se mancavano 7 milioni di euro e si facevano spese per l’estate marsalese è evidente che la volontà era quella di aumentare le tasse. Perchè allora non coinvolgere i presidenti di commissione nella ricerca della spending review, che avrebbero tenuto costantemente informato tutto il consiglio ed avrebbero costruito insieme (“insieme”, slogan dimenticato dal Sindaco) gli strumenti con cui porre rimedio a questa situazione? In fondo, se proprio non ci fosse stata altra soluzione, il consiglio sarebbe arrivato alla scadenza consapevole e non cieco.
5) Caccia all’infedele. Con un tempismo perfetto, tale da fare supporre una precisa strategia, un consigliere comunale, chiede la testa degli assessori infedeli (infedeli in quanto non controllerebbero il voto di alcuni consiglieri) e di andare alla ricerca di tutti i colpevoli per cacciarli e ricominciare da zero l’amministrazione presumibilmente con più tifosi all’interno. Anche queste considerazioni qualunquiste e pressapochiste, si ritorcono contro il sindaco ed il suo vice. Primo perché è un’offesa nei confronti della libertà di espressione dei consiglieri a cui viene affibbiato una qualifica di dipendenza dagli assessori come se non avessero un cervello per ragionare. Secondo perché quando si scaglia contro gli assessori del PD si scaglia contro il Sindaco (segretario del partito) e tre assessori. Infatti, anche se Licari si è subito premurato di tirarsi fuori dall’essere assessore politico, purtroppo per lui e per la sua coerenza, va ricordato che è stato il primo segretario del PD che è ancora componente della segreteria insieme all’assessore Clara Ruggeri e ,soprattutto, che proprio il Sindaco in occasione dell’imposizione di Sturiano come presidente del consiglio sostenne che Antonio Vinci non potesse fare il presidente in quanto il PD aveva già Sindaco e “TRE” assessori di cui uno “VICESINDACO”. Inoltre Sostenendo la tesi che i consiglieri parlano ed agiscono su impulso di qualcuno, sostiene che anche lui parla su input di altri ed in questo caso sarebbe quindi il Sindaco a chiedere la testa degli assessori o invece l’autonomia di pensiero è un patrimonio solamente suo?
6)E con questo concludo. Se scoppia un incendio in città, per prima cosa, si chiamano i pompieri, si spegne l’incendio e poi, a mente serena si ragiona su eventuali responsabilità. Cercare il presunto piromane, mentre la città brucia ci restituisce una città distrutta e nessun piromane. Il giudizio storico su chi ricerca responsabilità di altri per nascondere o ignorare le proprie come nella caccia alle streghe dell’inquisizione, la caccia all’untore di manzoniana memoria e la caccia ai giudei da parte del nazismo, è negativo ed il Sindaco dovrebbe allontanarsi velocemente da persone che praticano questo squallido esercizio, così come dovrebbe azzerare chi propone il metodo della rappresaglia come soluzioni ai problemi. Nella rappresaglia ci vanno di mezzo i più deboli e gli innocenti, gli incolpevoli. Auguro a tutti di ritrovare la serenità, la serietà, la lucidità per governare questa città e toglierla dalla difficile e pluriennale situazione in cui si trova e se serve qualche lezioncina di matematica in giro per la città gente disponibile se ne trova, almeno per ricordare a tutti che 18 – 4 fa 14 e che la matematica non è un’opinione.
Salvatore