Il teatrino politico che si sta consumando a Trapani alla vigilia della discussione della mozione di sfiducia al Sindaco Vito Damiano è degno delle migliori soap opere argentine.
Prima erano tutti convinti, maggioranza e opposizione, di sfiduciare l'attuale Sindaco Damiano. Poi qualcuno ci ripensa, Paolo Ruggirello in testa, che oggi batte bandiera del Pd e pare che sia lui stesso il Pd a Trapani. Ma ai cambiamenti di idee di Paolo Ruggirello ormai ci siamo abituati, parla per tutti noi il suo percorso politico: prima accanto a Nello Musumeci - contro Crocetta - ed eletto nella sua lista alle Regionali, poi nel movimento "Articolo 4" e ora, non senza polemiche della base (ma esiste ancora la base?) nel Pd.
Botta e risposta forte tra Ruggirello e l'altro deputato regionale trapanese, Mimmo Fazio, ex Sindaco di Trapani. Ruggirello e Fazio se le cantano di santa ragione. Nessuno accetta lezioni da nessuno. Tutti senza peccato, tutti verginelli della prima ora. In mezzo c'è Vito Damiano, che e' diventato l'uomo - pallina da golf, che buttano di qua e poi di la' ma che ancora non è finito in buca.
Eppure questo Sindaco mica è stato inviato dal cielo. Fu voluto fortemente dal Senatore di Forza Italia Antonio D'Ali', che addirittura ebbe la forza di stravolgere un ballottaggio che lo dava perdente in partenza, portandolo li', proprio sulla poltrona che oggi scotta. Ma la corrispondenza di amorosi sensi tra Damiano e D'Ali' fini' quasi subito. Il Sindaco di Trapani non era poi quel pupazzo che si pensava, dicono i suoi difensori. No, si è dimostrato incapace, sostengono invece i detrattori.
I consiglieri di Forza Italia a Trapani, seguendo la linea politica del loro coordinatore provinciale, D'Ali, vogliono che Damiano vada a casa. Per fare posto a chi? Qui viene il bello.
Forza Italia avrebbe un candidato valido da spendere? Al momento quello che c'è è solo un mucchio di problemi da risolvere e una nuova dirigenza da mettere in piedi con il congresso che si terrà a Trapani il 24 ottobre (congresso che a Marsala non si farà. Come mai?).
Anche i consiglieri comunali Salone, Mannina e Vassallo voteranno la sfiducia. I tre, staccatisi da Forza Italia al rientro dei fedelissimi del Senatore D'Ali (vi ricordate? era con il Nuovo Centro Destra di Alfano, il partito dal quale adesso scappano tutti...) per i vari battibecchi - troppi galli in un pollaio - hanno formato il gruppo dei "Ricostruttori".
Ma se nessuno vuole Vito Damiano Sindaco di Trapani perché è ancora li?
Semplice. Ed è il segreto di Pulcinella. Paolo Ruggirello, al di là di quello che vuole fare il Pd, ha una sua chiara strategia politica, e garantisce fiducia al Sindaco Damiano in cambio di un paio assessorati.
Nomi nuovi, da sostituire a quelli ad oggi nominati, delfini di Ruggirello. Gente di fiducia, va. Insomma, Ruggirello garantisce a Damiano che non si raggiunga il "magic number" di 20 consiglieri per la sfiducia. In cambio Damiano fa un governo di salute pubblica, lancia un appello, e guarda caso Ruggirello sarà quello che, ovviamente per senso di responsabilità, raccoglierà l'appello. Questa è coerenza: non importa se sei Pd o Articolo 4, ciò che importa è mantenere fede alla vecchia politica. Sulla carta Ruggirello dovrebbe fare votare la sfiducia, perchè è questo che ha deciso il Pd dopo una riunione a Palermo. Ma in realtà il documento presentato alla fine della riunione è la solita cosa ad entra ed esci:“è stato ribadito il ruolo di opposizione del Pd, sottolineando che è interesse di tutti andare alle urne il più presto possibile” recita la nota dei segretari Brillante e Campagna, i quali devono “intraprendere ogni percorso utile per raggiungere l’obiettivo”. Parole attraverso le quale viene ribadita l’alternativa a Damiano, ma non viene spiegato come voteranno i tre consiglieri presenti in aula.
Damiano nel frattempo prepara il terreno. Nel corso dell'ultimo consiglio comunale ha annunciato un taglio alle opere pubbliche per colmare il “buco” da 3 milioni di euro creatosi dopo che il consiglio comunale ha modificato le tariffe Tari e Tasi.