Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
20/10/2015 06:10:00

Beni confiscati, Cappellano Seminara smentisce le accuse. Saguto e la ventresca...

 Beni confiscati. Torna a smentire le accuse mosse contro di lui l’avvocato Gaetano Cappellano Seminara, l’amministratore giudiziario indagato per corruzione con l’ex presidente della sezione Misure di prevenzione, Silvana Saguto, nell’ambito dell”inchiesta sulla gestione dei beni confiscati.

“Non passa giorno ormai che non filtrino ‘indiscrezioni’ – scrive Cappellano Seminara in una nota – circa miei presunti comportamenti illeciti. Prendo atto che si è deciso di celebrare nei miei confronti un processo a mezzo stampa anziché nelle aule di un tribunale. In relazione alle ultime indiscrezioni riportate sulla stampa sulla presunta consegna a mie mani della somma di 20.000 euro in contanti da parte di un architetto e presumibilmente destinati alla dottoressa Saguto, smentisco tale illazione in quanto il fatto non è mai accaduto”.

Emergono intanto nuovi episodi circa i comportamenti di Silvana Saguto. L ‘amministratore giudiziario Mario Caniglia, che gestisce Torre Artale, regalò sei chili di ventresca a Silvana Saguto per una cena col prefetto. Era stato il giudice a rivolgersi a lui. E fu accontentata. “È un regalo”, ribadì al telefono Caniglia. Sollecitando poi  –  neanche tanto velatamente  –  altri incarichi. Il 28 agosto, la Saguto era soddisfatta per l’ottima cena: “Il prefetto era impazzita letteralmente  –  diceva all’amministratore  –  una cosa così non l’ha mai mangiata”.

Il tema dei regali a Silvana Saguto da parte degli amministratori giudiziari è l’asse portante dell’atto d’accusa del Consiglio superiore della magistratura, che parla del  “quadro di natura corruttiva che sarebbe emerso tra la Saguto e l’avvocato Cappellano Seminara, nonché tra la Saguto e il ricercatore Carmelo Provenzano“. Gli investigatori ritengono che Cappellano abbia dato non solo i 750 mila euro di incarichi al marito del giudice e un contratto da 1.200 euro al figlio chef. Il ricercatore della Kore Provenzano “aveva invece sostituito Cappellano come amministratore di fiducia della Saguto”, scrive il Csm. E anche lui non avrebbe mancato di ringraziare il giudice: è accusato di aver fatto la tesi a suo figlio, poi avrebbe “consegnato ripetutamente alla Saguto cassette di frutta e verdura “. Per i pm coordinati da Lia Sava e per il Csm, “atti diretti a compiacere la Saguto “. Cappellano e Provenzano sono già indagati, la posizione di altri amministratori è al vaglio del pool composto da Cristina Lucchini e Gabriele Paci, che lavorano a stretto contatto con i finanzieri del Gruppo tutela spesa pubblica della tributaria, i protagonisti di questa indagine.

“La dottoressa Saguto risulta iscritta anche per abuso d’ufficio  –  avverte il Csm  –  in relazione ad una non meglio precisata vicenda di assunzione clientelare nell’ambito di un’amministrazione giudiziaria “. Ci sono poi delle “condotte” della Saguto che pur non “penalmente rilevanti”, dice il Csm, sono “comunque suscettibili di valutazione critica”. Il primo capitolo: “Indebito utilizzo del personale di scorta in sua assenza per la soddisfazione di esigenze private”.