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30/10/2015 16:59:00

Voto di scambio, assolto l'ex presidente della Regione Raffaele Lombardo

 Ha festeggiato  il suo sessanticinquesimo compleanno con l'assoluzione dal voto di scambio l'ex presidente della regione Raffaele Lombardo, finito alla sbarra assieme al figlio Toti, attualmente deputato all'Ars e ad altre tre persone, Ernesto Privitera, Giuseppe Giuffrida e Angelo Marino. A pomeriggio inoltrato è arrivata la decisione assolutoria per tutti da parte del giudice monocratico Laura Benanti con la formula più ampia quella "perché il fatto non sussiste". Per Lombardo la procura aveva chiesto un anno e due mesi, oltre a cinque anni di interdizione dai pubblici uffici; per il figlio invece 10 mesi. Raffaele Lombardo poco prima che il giudice si ritirasse in una camera di consiglio durata quaranta minuti aveva fatto dichiarazioni spontanee.

Raffaele Lombardo assente per la lettura della sentenza, prima di lasciare la sede dell'ex pretura dove si celebrava il dibattimento aveva sostenuto la sua innocenza affidandosi a delle dichiarazioni spontanee. Al centro dell'inchiesta sfociata nel processo, ci sono state le elezioni Regionali dell'ottobre 2012 in cui Toti Lombardo, venne eletto deputato nella lista Mpa e di quelle Politiche immediatamente successive, nel 2013, durante le quali, invece, la lista Mpa con Raffaele Lombardo capolista, non superò la soglia di sbarramento. L'accusa sostenuta dai pm Lina Trovato e Rocco Liguori, rilevò il reato di voto di scambio con uno dei 'personaggì che hanno sempre ruotato così come lo stesso Lombardo ha sostenuto, attorno alla sfera politica dell'ex presidente della Regione Siciliana, quello di Ernesto Privitera, già consigliere di Circoscrizione della Prima Municipalità che, nel corso di varie intercettazioni, si sarebbe vantato del sostegno elettorale dato a Raffaele e Toti Lombardo, pretendendo in cambio favori per l'assunzione del cognato, Giuseppe Giuffrida e del cugino Angelo Marino, il primo poi assunto effettivamente per tre mesi nella società di raccolta rifiuti 'Oikos'. Sino all'ultimo i pm hanno puntato sulla sinallagma dell'accordo alla base del voto di scambio, cosa che il giudice Benanti, invece, non ha rilevato. La procura non ha voluto commentare la sentenza, la è probabile che ricorrerà in appello.

"C'è un giudice a Berlino e ce ne è uno anche a Catania evidentemente". Sono state le parole dell'avvocato dei Lombardo Salvo Pace, difensore dell'ex governatore Raffaele Lombardo. "Non vi nascondo che Lombardo era commosso - ha aggiunto il penalista - e peraltro oggi è il suo compleanno. Ma non è un regalo immeritato, io credo che sia meritato. Questo processo poteva passare come il processo alla storia di Raffaele Lombardo, alla gestione del potere da parte sua e noi avvertivamo poteva esserci questo rischio. Era accusato di voto di scambio, il reato tipico del politico che si è fatto un clientelismo. E allora - ha osservato l'avvocato Salvo Pace - inevitabilmente una condanna oggi di Raffaele Lombardo per questa ipotesi avrebbe comportato un giudizio dell'opinione pubblica, un giudizio alla sua vita complessiva, al suo operare complessivo come di una persona che ha raggiunto forse i massimi livelli del potere. E ora è un peso che lui si è tolto".

Questo il commento di Raffaele Lombardo: "Alla fine ritengo che la fiducia nella magistratura paghi, una magistratura competente, attenta e limpida. Per preparare le dichiarazioni spontanee che ho sostenuto prima che il giudice si ritirasse in camera di consiglio non ho dormito per due giorni e ho perso tre chili. In mezzo in questa storia c'era mio figlio e questo mi ha fatto entrare in una condizione di tensione e apprensione che non ho mai provato. Alla fine ringrazio Iddio...".