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30/10/2015 06:10:00

Domani sindacati in piazza contro Crocetta, manifestazioni anche a Trapani

 Manifestazione regionale di tutte le sigle sindacali domani sabato 31 Ottobre contro Rosario Crocetta. “La Sicilia vive un vero stato di emergenza, lo sfascio e´ ovunque, tutti i settori sono in allarme, bisogna cambiare subito passo, il 31 le piazze di tutta la regione chiederanno la svolta immediata”.Cosi´ i tre segretari Cgil Cisl e Uil, Michele Pagliaro, Mimmo Milazzo, Claudio Barone, hanno presentato la grande mobilitazione di sabato che vedrà i tre sindacati confederali scendere in piazza in nove citta´ dell´Isola per chiedere “sviluppo-lavoro-legalita´”. L´hastag della manifestazione sara´ #SiciliaInEmergenza.

Diversi i punti della piattaforma per “la svolta e l´uscita dell´empasse in cui si trova da anni la Sicilia”: chiarezza sui conti della Regione con una riqualificazione della spesa e i tagli agli sprechi, la lotta all´evasione, misure di inclusione sociale e contrasto alla poverta´ e sostegno delle persone non autosufficienti, il finanziamento degli ammortizzatori sociali, la creazione della centrale unica degli acquisti; costi standard e taglio delle consulenze e degli sprechi, la riforma e ammodernamento dell´amministrazione regionale, il superamento dell´impasse sulla riforma delle Province, e ancora la soluzione delle principali vertenze industriali del territorio, interventi per le infrastrutture (collegamenti stradali e ferroviari), la riforma della Formazione professionale e degli Sportelli Multifunzionali, la programmazione dei 12 miliardi d´investimenti Ue per il prossimo decennio. In piazza nelle nove province, ci saranno lavoratori, disoccupati, pensionati, famiglie che porteranno la loro testimonianza sulle vertenze dei territori e sull´”immobilismo che sta soffocando l´Isola in ogni settore”. “Questo governo regionale le ha sbagliate tutte e la Sicilia sta affondando”,dice Pagliaro. Tutti i settori sono in crisi, hanno ribadito i sindacati. “Per non parlare di quanto sia venuto meno il diritto alla mobilita´ dei siciliani – ha affermato Mimmo Milazzo, segretario Cisl Sicilia – e´ il momento di agire dopo anni di leggi inconcludenti, che hanno mostrato una evidente incapacità gestionale da parte di questo governo”.

E il segretario della Uil Sicilia, Claudio Barone ha aggiunto: “La Sicilia e´ al collasso. Le emergenze non si contano piu´ e sono ormai ingestibili. La politica non e´ più in grado nemmeno di metterci le pezze. La situazione sta per esplodere, e noi abbiamo il dovere di guidare la protesta dei siciliani e di chiedere un cambio di rotta. Cosi´ non possiamo più andare avanti, siamo sull´orlo del precipizio. Se la politica non e´ in grado di affrontare e risolvere le emergenze, allora e´ meglio staccare la spina”.

Negli anni della crisi si sono~persi 170mila posti di lavoro, denunciano Cgil Cisl e Uil. Il Pil nell’Isola, dal 2008 al 2014, ha registrato una caduta del 17%, con punte del – 40% nel settore industria e del – 58% in quello delle costruzioni. I sindacati ribadiscono “nessuna~prospettiva si apre per i giovani, mentre per i precari storici non arriva ancora la stabilizzazione e diventa sempre più difficile ottenere anche l’ennesima proroga dei contratti. L’emergenza tocca tutti i settori che dovrebbero essere trainanti per l’economia siciliana”.

Sindacati in piazza: a Palermo il presidio sarà in piazza Verdi dalle ore 9,30, a Trapani al Teatro Ariston dalle 9,30, ad Agrigento dalle 9,30 un corteo partirà da via Atenea e si concluderà all’auditorium ex chiesa San Pietro via San Francesco.

"I lavoratori – affermano i segretari generali della Cgil Filippo Cutrona, della Uil Eugenio Tumbarello e della Cisl Trapani Palermo Daniela De Luca – non devono continuare a pagare gli errori e l'assenza della politica. Ai cittadini presenteremo le proposte contenute nella piattaforma unitaria regionale e quelle per il territorio trapanese perché è indispensabile una svolta per uscire dall'empasse e garantire sviluppo. Gli enti locali - proseguono - sono in forte difficoltà per via dei trasferimenti ridotti e la Regione continua a mostrare incapacità politica di concordare, fra diversi livelli istituzionali, con Stato e comuni, strategie, soluzioni anticrisi e politiche di crescita”. Tra le richieste dei sindacati per la provincia di Trapani la realizzazione di un piano integrato per il commercio e il turismo, un piano straordinario per le infrastrutture, il rilancio della cantieristica navale, dell'agricoltura e del territorio e la contrattazione sociale a tutela dei lavoratori, dei pensionati, dei disoccupati e dei migranti. Nel corso della manifestazione interverranno lavoratori di diversi settori in crisi e delle vertenze principali, disoccupati e pensionati che porteranno la loro testimonianza.

A Catania appuntamento davanti la sede distaccata della Regione ex Palazzo Esa, a Messina al Palacultura dalle 10. A Caltanissetta la manifestazione si svolgerà a Sommatino con una veglia di preghiera alle ore 10, nella chiesa Madre di Piazza V. Emanuele e alle 11, 30 il presidio nella miniera Trabia Tallarita.

Ad Enna Cgil Cisl e Uil si ritroveranno presso la Sala Cerere a Palazzo Chiaramonte, a Ragusa l’appuntamento è fissato per le ore 9.30 nella sala Avis di Via Vittorio Emanuele Orlando. A Siracusa manifestazione in largo XXV luglio (Piazza Pancali davanti il tempio di Apollo) a partire dalle ore 9.30. A Palermo la manifestazione sarà conclusa dal segretario Cisl Sicilia Mimmo Milazzo, ad Enna dal segretario Cgil Sicilia Michele Pagliaro e a Siracusa dal segretario Uil Sicilia Claudio Barone.

I dati della crisi parlano chiaro: i disoccupati, sono il doppio rispetto alla media nazionale. “Necessaria la svolta che deve passare – aggiungono Cgil Cisl e Uil – dall’apertura di tavoli di confronto sulle vertenze ‘storiche’ mai risolte, ci convochino subito per definire una strategia per uscire dalle emergenze, temiamo gravi tensioni sociali”. I tre sindacati sollecitano anche “l’utilizzo delle risorse dei Fondo strutturale della nuova programmazione europea 2014-2020, per creare occasioni di sviluppo nel prossimo decennio”, e un confronto fra governi regionale e nazionale, e il sistema delle aziende pubbliche di servizi – in particolare Anas e Ferrovie dello Stato – “per rivendicare l’attuazione degli accordi di Programma Quadro per la modernizzazione della rete ferroviaria, della portualità e della logistica”.

Ma migliaia di lavoratori attendono anche le somme degli ammortizzatori sociali “non è possibile – concludono Cgil Cisl e Uil – che la burocrazia tolga il sostentamento mensile dei lavoratori e delle loro famiglie, sono necessarie nuove risorse per evitare la macelleria sociale”.

“Sosteniamo le ragioni della mobilitazione unitaria che i sindacati Cgil, Cisl e Uil stanno organizzando per sabato 31 ottobre nelle nove province siciliane contro l’immobilismo della Regione e per chiedere “Lavoro, Sviluppo e Legalità”.

Durante l’ultimo incontro organizzato dall’AnciSicilia e svoltosi il 19 ottobre scorso, cui hanno partecipato oltre un centinaio di sindaci e amministratori provenienti da tutta la Sicilia, abbiamo ribadito come i comuni e il mondo del lavoro della nostra Isola siano messi a dura prova, da troppo tempo, da una condizione di estrema sofferenza. I punti critici della crisi degli enti locali sono stati analizzati ampiamente nel corso dell’incontro e coincidono in parte con le ragioni della mobilitazione”.

Lo hanno detto Leoluca Orlando e Mario Emanuele Alvano, rispettivamente presidente e segretario generale dell’AnciSicilia, che aggiungono: “Abbiamo più volte ribadito come la gravissima crisi finanziaria, determinata in parte da scelte regionali, si ripercuota negativamente anche sul fronte dei lavoratori precari, su imprese, fornitori e sui servizi da erogare ai cittadini. Vi è in atto una grave crisi di liquidità negli enti locali, in buona parte ascrivibile alla mancata erogazione dei trasferimenti regionali: ad oggi, infatti, non è stato erogato un centesimo e l’unico, modestissimo, intervento annunciato dalla Regione riguarda solo 55 milioni di euro, su un totale complessivo di 340, del tutto insufficienti per scongiurare gravi ripercussioni sull’assetto degli enti locali”.

“La mancanza di riforme o la mancata attuazione delle stesse – concludono Orlando e Alvano – non solo ha costretto i nostri comuni a fronteggiare uno stato di calamità istituzionale, ma ha anche impedito che si potessero determinare quei meccanismi virtuosi per governo del territorio, acqua e rifiuti che avrebbero consentito risparmi strutturali