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04/11/2015 06:41:00

Carne rossa, quale allarme? I macellai di Marsala: "Nessun calo delle vendite, anzi..."

 Carne rossa, ma quale allarme? A Marsala non solo non si sono registrati cali nei consumi, ma c’è stato addirittura un aumento. Così almeno raccontano i macellai marsalesi contattati dalla redazione di Tp24.it per capire cosa sia successo ad una settimana di distanza dalla notizia che aveva fatto il giro del mondo: la carne rossa fa male e può provocare il cancro. Lo scorso 26 ottobre è esplosa una specie di bomba mediatica ed è impossibile ormai per chiunque non saperlo: l'Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (Iarc), un organo dell'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), inserito la carne lavorata – come wurstel, salsicce, salumi - tra le sostanze “sicuramente cancerogene” (classe 1), e la carne rossa – intendendo quella di tutti i mammiferi, compreso il maiale – nella categoria “probabilmente cancerogena” (classe 2 A). La notizia  veva occupato gli spazi dei telegiornali e nei siti, salvo poi scoprire che si tratta di una cosa già nota, come ha raccontato al nostro giornale il dietologo dell’Asp di Trapani, Giuseppe Vinci, e che è una ricerca che riguarda le abitudini alimentari del nord Europa o degli americani, non chi, come noi, è abituato alla dieta mediterranea, cioè ad un gran consumo di frutta e verdura e olio extra vergine d’oliva (condimento pressoché sconosciuto fuori dal Mediterraneo…), con un consumo moderato di carni rosse, una o due volte a settimana.
Ma l’allarme è allarme, si sa, e la gente, ormai, abituata a informarsi poco e male non va tanto per il sottile. Eppure, nonostante gli allarmi, almeno a Marsala i consumi di carne rossa non hanno subito nessuno contraccolpo. “Grazie a Dio” commenta il macellaio Lo Presti, di Via Mazzini. “Si, molti clienti hanno chiesto informazioni e hanno commentato - racconta - e magari la settimana scorsa qualcuno ha preso un po’ meno carne, poi però tutto è ritornato nella normalità”. Il fatto è che, comunque, i macellai non hanno avuto fatica a spiegare una cosa semplice: che il collegamento tra consumo e insorgenza di tumori riguarda non le carni rosse tutte, ma solo quelle lavorate, che hanno subito processi di trasformazione, insomma, quelle confezionate da banco  frigo (un caso su tutti: i wurstel). E mentre nelle macellerie del centro di Marsala, più grandi e con molta clientela, sono diventate luogo di dibattito tra i consumatori sull’opportunità o meno di ridurre i consumi della carne, la domanda non è neanche arrivata in periferia, dove, da nord a sud, tutto è rimasto uguale. “Nessun calo - dicono alla macelleria Angileri di Contrada Casazze - nè ora, nè nei giorni scorsi”. Come mai? “Noi siamo una piccola macelleria - commenta Angileri - e abbiamo gli stessi clienti da generazioni, che si fidano prima di tutto della nostra qualità: nonni, genitori e nipoti. Magari nei supermercati, dove al banco macelleria si vende di tutto, ormai, qualcuno sarà stato attento. Ma nelle piccole macellerie, come la nostra, i clienti sanno che non corrono alcun rischio”.
Stesso discorso per la macelleria D’Alberti di Via Favara: “Vendite uguali a prima. Qualcuno certo ha chiesto, si è informato, ma non ha rinunciato al taglio abituale”.
E c’è chi sostiene che addirittura il commercio di carni rosse, alla faccia degli allarmismi, sia aumentato. E’ Ignazio Lombardo, macellaio in contrada Bufalata, in attività da 40 anni : “La qualità vince su tutto, anche su queste notizie. Anzi, lo sapete che è successo: abbiamo venduto pure qualcosa in più…”.

Insomma, nessun allarme nel settore, come qualcuno invece sostiene. Il dato riguarda tutta la carne rossa, anche quella lavorata. Nessun allarmismo, quindi, se non quello già noto che si rifà alla capacità di spesa dei cittadini. "Le persone - dicono i macellai - comprano meno carne, ma solo perchè hanno pochi soldi,e per molti, purtroppo, andare in macelleria è lo stesso che andare in gioielleria. Stiamo attenti a dare messaggi sbagliati che rischiano di avere conseguenze negative sull’alimentazione e sull’economia di un Paese. Anche la carne rossa lavorata va consumata senza eccessi, ma è fondamentale per una crescita sana dei ragazzi». La rivista Un pediatra per amico, nata dalla collaborazione con l’Associazione Culturale Pediatri, prende posizione rispetto all'allarme di questi giorni sull'aumento del rischio di tumori associato al consumo di questi cibi. “L'Oms - dicono - conferma ciò che già si sapeva”,senza inutili allarmismi.