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04/11/2015 07:05:00

Marsala. Chiuse le indagini su ex dirigente della Procura sospesa dal servizio

 Si aggrava la posizione di Antonella La Monica, 44 anni, palermitana, ex direttore amministrativo della Procura di Marsala, che lo scorso 29 settembre, con provvedimento del gip Riccardo Alcamo, è stata sospesa dal servizio in quanto accusata per truffa e falso ideologico, aggravati e continuati. Il provvedimento “interdittivo” è arrivato mentre La Monica ricopriva analogo incarico al Tribunale di Trapani. Per l’accusa, l’alto funzionario avrebbe “barato” sui buoni-pasto. Nell’arco di circa un anno, a Marsala, ne ha chiesti 117 (7 euro ciascuno) senza averne diritto. Le nuove contestazioni sono contenute nell’avviso conclusione indagini preliminari (atto che solitamente prelude alla richiesta di rinvio a giudizio). Si tratta di analoghe contestazioni relative al periodo di servizio a Trapani. In questo secondo caso, i “buoni pasto” ottenuti, ma per l’accusa non spettanti, nel periodo marzo-aprile 2015 sono 35. In tutto, dunque, 152. Per un valore totale di 1064 euro. Altri 19 buoni pasto erano stati chiesti dalla La Monica per maggio-giugno, ma l’indagata ha revocato la richiesta dopo essere stata convocata in Procura, a Marsala, per essere interrogata (inizio luglio). Intanto, il tribunale di Trapani ha avviato il procedimento disciplinare a carico della dirigente sospesa dal servizio. L’indagine, svolta dalla sezione di pg delle Fiamme Gialle della Procura, è stata coordinata dal procuratore Alberto Di Pisa e dal sostituto Antonella Trainito. Per gli inquirenti, l’ex dirigente amministrativo della Procura marsalese, tra il maggio del 2014 e lo scorso marzo, ha chiesto indebitamente ben 117 “buoni pasto” (7 euro ciascuno) attestando di essere rimasta in ufficio anche nel pomeriggio (per almeno tre ore). Dalle indagini, però, è emerso che spesso, in merito alla sua presenza in ufficio, La Monica avrebbe attestato il falso. In diverse occasioni, infatti, è stato accertato, mediante analisi di tabulati telefonici, che nei giorni e negli orari in cui la dirigente attestava di essere in ufficio, in realtà, era altrove. Spesso a Palermo, dove abita. Dalle testimonianze di diversi impiegati della Procura, poi, si è scoperto che spesso arrivava in ufficio tra le 9.30 e le 10 e andava via intorno alle 13. Talvolta, non si vedeva proprio. Altra grave “imprudenza” è stata quella di aver buoni pasto (37) per il periodo in cui non era ancora stata immessa a Marsala (febbraio, marzo e primi dieci giorni di aprile 2014). A fronte di ciò, dopo aver preso possesso del suo ufficio di piazza Borsellino, La Monica, nell’ambito dei provvedimenti adottati per la “spending review”, dispose per i dipendenti della Procura di Marsala orari di lavoro che, di fatto, impedivano agli stessi di usufruire dei buoni pasto. “Sussistono i gravi indizi di colpevolezza” sottolinea, intanto, il gip Riccardo Alcamo nel provvedimento di sospensione dal servizio.