Nuovi sequestri nelle indagini che a Pisa coinvolgono il costruttore di Trapani Andrea Bulgarella. I carabinieri del ros ieri hanno acquisito in Comune a Pisa la documentazione relativa agli appalti ottenuti dal costruttore Andrea Bulgarella nell'ambito dell'indagine condotta dalla Dda fiorentina e nella quale l'imprenditore indagato associazione per delinquere con l'aggravante di aver favorito la mafia.
La notizia è stata pubblicata stamani dal quotidiano La Nazione e confermata in ambienti investigativi. Secondo quanto si è appreso, sotto la lente degli inquirenti ci sarebbero tutti gli atti depositati presso la segreteria generale dell'amministrazione comunale pisana relativi alle concessioni edilizie, le autorizzazioni a costruire e gli appalti ai quali ha partecipato il gruppo Bulgarella negli ultimi anni e con le diverse amministrazioni succedutesi a Palazzo Gambacorti anche alla luce della mole di intercettazioni acquisite durante le indagini e dalle quali emergono frequenti contatti tra l'imprenditore e alcuni politici. Le acquisizioni sono finalizzate alla verifica delle singole operazioni per capire se tutto si è svolto rispettando le prassi amministrative o se invece vi siano state condotte che meritano approfondimenti investigativi.
L'inchiesta è stata comunque ridimensionata dall’ordinanza del Tribunale del Riesame che ha definito senza fumus di reato, l’ipotesi della procura antimafia di Firenze, che ha indagato Fabrizio Palenzona per associazione a delinquere, truffa e appropriazione indebita per avere presuntamente favorito l’imprenditore Andrea Bulgarella. Non solo. I magistrati del Riesame hanno anche smontato la tesi della procura secondo la quale l’imprenditore siciliano, trapiantato a Pisa, sarebbe stato vicino al super latitante Matteo Messina Denaro e avrebbe reimpiegato i capitali illeciti di Cosa Nostra. Questo perché hanno sottolineato i giudici le dichiarazione di Giuseppe Messina, Giovanni Brusca e Angelo Siino, fanno emergere «dati apparentemente contradditori». Ma c’è di più. Non risulta, poi, sullo stesso Bulgarella una presunzione «di provenienza illecita delle disponibilità economiche utilizzate», solo perché originario del trapanese, zona sotto l’influenza della cosca mafiosa facente capo a Matteo Messina Denaro. Sottolinea al contrario il riesame, come Bulgarella «abbia acceso due mutui fondiari, e che tale fatto renda poco plausibile che abbia accesso a capitali illeciti».