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07/11/2015 11:20:00

Trasferito ad altro incarico il Prefetto di Palermo Francesca Cannizzo

Spostata ad altro incarico dal Consiglio dei ministri il Prefetto di Palermo Francesca Cannizzo, su proposta del ministro dell'Interno Angelino Alfano. Finisce così una storia cominciata con i primi rumors su un coinvolgimento del rappresentante del Governo nell'inchiesta sulla gestione dei beni confiscati alla mafia che ha travolto l'ex presidente della sezione Misure di prevenzione del tribunale di Palermo Silvana Saguto, finita sotto inchiesta per corruzione, riciclaggio e abuso d'ufficio e sospesa dalle funzioni e dallo stipendio dal Csm. Poco dopo la nota di Palazzo Chigi, che parla di "cessazione dalle funzioni" del prefetto, al Viminale arriva una precisazione: sarebbe stata la stessa Cannizzo a chiedere di andar via.

La vicenda ruota attorno a presunti illeciti nella gestione degli incarichi assegnati agli amministratori giudiziari dei beni sequestrati alla mafia. I pm di Caltanissetta, che decidono di vederci chiaro, scoprono un sistema che poggiava su uno scambio di favori: al centro Saguto che, strozzata dai debiti, dispensava a chi era riuscito a entrare nel suo cerchio magico, incarichi milionari. In cambio, per l'accusa, il marito del giudice avrebbe avuto delle consulenze dagli amministratori, il figlio avrebbe lavorato per una delle società di un avvocato, Gaetano Cappellano Seminara, da lei nominato in una misura di prevenzione, anche lui indagato.

Ma non solo: al magistrato sarebbero stati dati anche soldi. Il nome del prefetto Francesca Cannizzo, amica della Saguto, viene fuori già a fine settembre, pochi giorni dopo che la Finanza perquisisce gli uffici del tribunale e la notizia dell'inchiesta finisce sui giornali. Dall'inchiesta emergono gli stretti rapporti tra le due donne, tra le quali sarebbero avvenuti scambi di favori e di raccomandazioni che coinvolgevano le amministrazioni giudiziarie di aziende sotto sequestro. Il figlio di Saguto, che è uno chef, cucinò per una serata organizzata a Villa Pajno, residenza della Cannizzo. E ancora l'intercettazione imbarazzante, che prova l'uso ben poco istituzionale che della scorta faceva il magistrato, racconta di abiti del prefetto ritirati in tintoria dagli agenti di tutela del magistrato che, passava anche a prendere l'amica per andare al mare ed evitare, grazie alla blindata, il traffico cittadino.