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13/11/2015 19:20:00

Giacomo Manzo: "Indigniamoci innanzi al degrado della nostra città"

Visto l’approssimarsi della “festa dell’albero” , che in Italia per la prima volta , fu celebrata nel 1898 per iniziativa dello statista Guido Baccelli, quando ricopriva la carica di Ministro della Pubblica Istruzione e con la legge forestale del 1923 essa fu istituzionalizzata nell'art. 104 con lo scopo di infondere nei giovani il rispetto e l'amore per la natura e per la difesa degli alberi e quindi dell’ambiente.
Legge che successivamente venne integrata nel 1951 con una circolare del Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste stabiliva che la "Festa dell'Albero" si dovesse svolgere il 21 novembre di ogni anno, con possibilità di differire tale data al 21 marzo nei comuni di alta montagna .
Da non dimenticare che la legge n. 113 del 29.01.92 obbliga ogni Comune alla messa a dimora di un albero per ogni neonato a seguito della registrazione anagrafica.
Si ritiene che la "Festa dell'Albero", sebbene risalga a più di un secolo fa, mantenga il valore delle sue finalità, oggi sempre più attuali, per creare una coscienza ambientalista sia nella società che nelle generazioni future. Tale cerimonia, infatti, rappresenta sovente l'unica occasione per molti cittadini e giovani studenti di compiere un'azione concreta per la difesa, l'incremento e la valorizzazione della funzione essenziale del patrimonio arboreo e boschivo nazionale per la collettività.
Solo all'indomani dell'entrata in vigore del protocollo di Kyoto, i vegetali e gli alberi, in quanto contribuiscono a ridurre i gas serra, tornano nuovamente ad essere alleati strategici dell'uomo per garantirgli la sopravvivenza sul pianeta Terra.
Detto questo, appare del tutto evidente, fare una riflessione sulla nostra città, ( cosa che vale per tutte le città), dato che si assiste al continuo degrado di un territorio, di una città e perché no, della nostra coscienza che dovrebbe essere protesa alla salvaguardia delle nostre bellezze e cioè, della terra, del mare, del verde.
E di terra a Marsala c’ è né tanta, di mare non ne parliamo, anche se sporco, ma di verde, non c’è rimasto quasi più nulla.
Basta passeggiare una domenica mattina, quando il traffico è ridotto nella nostra città e magari avere la fortuna di farsi un giro nel porto di Marsala, e poi ancora, fare una passeggiata in lungo e in largo per il lungomare e magari alla fine prendersi un caffè in un noto bar, in piazza Piemonte e Lombardo.
Sorseggiando il caffè, gli uomini di buon senso, cosa fanno?
Magari pensano alla passeggiata appena conclusasi in compagnia di qualche amico, a cui raccontare quello che hai appena visto.
Si, pensano e si stupiscono di quello che racconti e che hai hanno appena visto, e cioè;
una piazza Piemonte e Lombardo, priva di verde, palme colpite dal punteruolo rosso, tagliate e mai sostituite, se non parzialmente con alcune palme della varietà Washington impiantate una qua ed una là;
il verde trascurato nella piazza antistante il mausoleo ai mille, inaugurata l’11 maggio 2010 alla presenza del Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ma la cosa che vi lascerà sconcertati è lo stato di abbandono in cui versa l’intera area portuale.
cumuli di pneumatici lasciati lungo la banchina del porto, bidoni e cartacce varie nella stessa area.
inoltre all’interno del Porto non sarà difficile non notare delle taniche di plastica, materassi, w.c., il degrado delle insegne portuali arrugginite, per non parlare dell’illuminazione assente, non si sa da quanto tempo.
se poi vi spostate lungo la lanterna verde e/o faro è possibile notare degli appassionati pescatori, che ovviamente non pescano il pesce ma le reti e rifiuti abbandonati.
per non parlare del al parco della Salinella, dove si può correre in mezzo ai rifiuti, alle carcasse di Tv, a dei comodi materassi e ai sempre presenti w.c..
per non parlare della capitozzatura degli alberi lungo le vie della nostra città (Via Verdi….etc)
La mia riflessione intende stimolare la coscienza “ambientalista”, e tutte quelle persone che amano la natura e l’ambiente circostante con i propri equilibri, e di non lasciare il singolo evento alle sole ricorrenze o manifestazione.
Utilizziamo il “buon senso” e le normative legislative, per evitare il degrado del nostro territorio e della nostra città
“I nostri avi ci hanno lasciato in consegna o meglio dire in custodia, un prezioso “dono” e cioè l’ambiente, con il suo territorio, e con esso tutto ciò che ci fa star bene, la terra, il mare, il verde, e di salvaguardarlo alle future generazioni”.


Enol. Giacomo Alberto Manzo
FareAmbiente Sicilia