“Dichiarante” è Lorenzo Cimarosa, il cugino acquisito di Matteo Messina Denaro. Dichiarante, nel senso che risponde alle domande che gli fanno. Che ha cominciato da tempo un inizio di collaborazione con chi dà la caccia alla primula rossa, al boss di Castelvetrano. Parla, Lorenzo Cimarosa, al processo Eden 2 che si tiene a Marsala. O meglio, è un troncone del processo scaturito dall'operazione antimafia del novembre 2014.
In questo “stralcio”, per la contestata estorsione a Ligambi è imputato il 54enne castelvetranese Vito Tummarello, che avrebbe agito in concorso con i fratelli Rosario e Leonardo Cacioppo (processati a Palermo con rito abbreviato). Con i Cacioppo, Tummarello avrebbe costretto Giovanni Ligambi, titolare di un ristorante-pizzeria di Castelvetrano, a sborsare il denaro dovuto, pare, per aver rilevato il locale. Cimarosa, dopo il figlio Michele, è stato chiamato a testimoniare proprio su questa vicenda. Prima però ha parlato dei suoi rapporto con la mafia, con i Messina Denaro, con i rampolli della famiglia mafiosa legata al boss latitante, Francesco Guttadauro e Girolamo Bellomo.
Cimarosa è anche imputato in un procedimento connesso a quello che si tiene a Marsala.
“Con i Messina Denaro non ci siamo parlati per 20 anni, poi quando sono stati arrestati i Filardo, nel 2010, c'è stato un avvicinamento. Io non volevo avere a che fare con queste cose, con la mafia e con i mafiosi. Ma ho sbagliato e devo pagare”.
Cimarosa risponde alle domande dei pm sui rapporti con il cognato Giovanni Filardo, ritenuto uomo di spicco della famiglia mafiosa di Castelvetrano, cugino prediletto di Matteo Messina Denaro. Serve per delineare il “contesto”. Racconta dei lavori fatti per conto della ditta di Filardo, come quelli al parco eolico nel Belice da 5 milioni di euro e 30 pale.
Parla anche dei soldi che Cimarosa dava ai Messina Denaro per la latitanza del boss. “Ho ho dato 63 mila euro a Francesco Guttadauro per darli a Matteo Messina Denaro. Giovanni Filardo, il fratello di mia moglie, mi ha chiesto altri soldi che dovevano andare a Matteo Messina Denaro”. Cimarosa dal boss ha ricevuto anche dei pizzini, attraverso la sorella Patrizia Messina Denaro. Cosa c'era scritto in quei pizzini? “Mi diceva che stava male economicamente, io ho capito che era un raggiro e come al solito voleva soldi. Ho detto a Francesco Guttadauro che non volevo entrare dentro la mafia. Poi con l'arresto dei Filardo sono stato avvicinato e ho sbagliato. Non mi ero mai interessato in queste cose”.
Lorenzo Cimarosa fa capire che non voleva avere a che fare con la famiglia mafiosa, anche se lui era imparentato con loro, con i Messina Denaro. Dopo gli arresti di Panicola prima e Giovanni Filardo poi ci fu da vedere chi dovesse prendere il comando. “E' stato naturale che fosse Francesco Guttadauro, quello il nipote del cuore è. Io non volevo avere incontri con i mafiosi, dissi a Guttadauro. Dopo qualche giorno mi disse che non dovevo occuparmi di niente”. Ordini dall'alto. “Glielo disse lo zio, Matteo Messina Denaro”.
Francesco Guttadauro e Luca Bellomo, due rampolli della famiglia mafiosa Messina Denaro. Girolamo Bellomo detto Luca è marito d Lorenza Guttadauro, sorella di Francesco, quindi nipote acquisito del boss latitante.
“All'inizio non ci frequentavamo – racconta Cimarosa. L'ho conosciuto dopo il 2010, non era una persona tanto tranquilla. Lo vedevo come una persona cattiva, era cattiva nell'animo. Hanno litigato i cognati. Guttadauro ha detto che non doveva farsi vedere a Castelvetrano perchè combinava casini. Lo vedevo sempre con un certo Giuseppe. Si faceva vedere con Santo Clemente, compare di Gaspare Como e Bice Messina Denaro. Guttadauro cercava di contenere l'esuberanza di Bellomo per non avere guai anche lui. Bellomo non ha bisogno di conquistare un ruolo di prestigio, ce l'ha nel momento in cui è sposato con Lorenza Guttadauro”. Tra Guttadauro e Bellomo c'era un classico rapporto tra cognati, ma era il primo ad avere più potere.
A Cimarosa viene chiesto anche della rapina al deposito Tnt. Servita per recuperare soldi per la latitanza del boss latitante. “L'ho saputo quando è uscito dal carcere Giovanni Filardo nel 2013. Me l'ha detto lui e poi mi ha chiesto se sapessi chi aveva fatto la rapina. Secondo lui questa ditta non si doveva toccare, mi disse, perchè era dei Graviano. Ho chiesto a Guttadauro e lo sapeva e mi ha detto che Filardo doveva farsi i fatti suoi perchè era uscito da poco e non sapeva che non era più di Graviano ma era stata sequestrata. Non so a chi sono andati i soldi della rapina. Ma sono sicuro che Guttadauro ha preso la sua parte”. Anche perchè come dice Cimarosa “lui comandava a Castelvetrano. Tutto gira attorno ai Messina Denaro a Castelvetrano. Non si può fare rapina senza loro consenso”.
E in loro assenza si possono creare malintesi. Cimarosa racconta di essere stato contattato per risolvere una questione tra Ligambi, i fratelli Cacioppo e Vito Tummarello, imputato al processo. I cacioppo volevano dei soldi da Tummarello perchè quest'ultimo, un esperto di cose amministrative per non fargli pagare tasse aveva prima chiuso una azienda in debitocon lo stato e poi ne avevaaperta un'altra, sempre in nome e per conto di Cacioppo. Sono venuti a prendermi a casa perchè i Cacioppo, con Tummarello, mi dicevano minacciavano Ligambi. Ho cercato di portarli al compromesso”. Cimarosa racconta che poi è intervenuto Guttadauro a risolvere il tutto, esaudendo la richiesta di Cimarosa di lasciarlo andare. Ci pensava Guttadauro. Allora perchè chiedevano di lui per risolvere i problemi?
Nonostante io non fossi un mafioso, ero sempre il cugino dei messina denaro. Non bisognava che vossi un mafioso, se dicevo una cosa, quella era.”