Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
26/11/2015 17:00:00

Demanio marittimo, la proposta all'Ars di Fazio: "Gestione diretta di spiagge e litorali"

Gestione diretta delle spiagge e dei litorali in capo ai comuni e procedure che rendano pienamente efficaci i Piani di Utilizzo del Demanio Marittimo. Sono le proposte avanzate nella proposta di legge presentata nei giorni scorsi dal deputato regionale Girolamo Fazio, capogruppo del gruppo misto. Fermo rimanendo il principio che il demanio marittimo rimane di esclusiva titolarità della Regione, se il ddl sarà approvato, ai comuni verrà affidato il governo del territorio e la gestione delle concessioni.
Il disegno di legge modifica ed integra la legge regionale 15/2005 che regola le “Disposizioni sul rilascio delle concessioni di beni demaniali e sull'esercizio diretto delle funzioni amministrative in materia di demanio marittimo” con l'obiettivo di rendere efficace la norma nella parte che riguarda la gestione da parte delle amministrazioni comunali di spiagge, litorali e aree demaniali.
Nonostante la legge sia datata, infatti, ritardi sono stati accumulati dagli uffici regionali e, in particolare, da parte dell'Assessorato regionale del territorio e dell'ambiente, che di fatto non hanno consentito l'attuazione dei cosiddetti “Piani di Utilizzo del Demanio Marittimo”. Decine di questi piani giacciono inevasi e non ancora approvati presso l'ARTA. Paradossale è che lo stesso ARTA continua a rilasciare le concessioni demaniali che, talvolta, risultano essere in conflitto con i Piani di Utilizzo del Demanio Marittimo (PUDM), redatti dai comuni, o con altri strumenti urbanistici previsti dagli enti locali. Accade così che, con evidente contraddizione, la programmazione territoriale risulti frazionata tra due enti, il Comune da un lato e la Regione dall'altro, e che alla virtuosità dei comuni che hanno giudiziosamente ottemperato alla norma regionale con i PUDM non corrisponda altrettanta puntualità dell'ARTA.

 

«L'elaborazione del ddl - spiega Fazio - trova motivo nella mia esperienza di sindaco di una città costiera, come Trapani, e nelle numerose preoccupazioni espresse da tanti sindaci che ancor oggi, come me all'epoca, si trovano a doversi confrontare con un governo del loro territorio monco. A causa di una norma del 2005 resa inefficace da gravi ed ormai sedimentati ritardi, alcuni comuni nonostante abbiano presentato come la legge i Piani di Utilizzo del Demanio Marittimo sono di fatto impossibilitati a gestire spiagge, coste e litorali che pure sono parte integrante di contesti urbani, ricchi di attività economiche e d'impresa, strettamente connessi alla città. Altri comuni ancora, rimasti inattivi, nella specifica materia sono stati commissariati dalla Regione. La modifica proposta intende rimuovere i ritardi e restituire ai comuni il governo organico del territorio quindi anche di spiagge e litorali, garantendone nel contempo su di essi la libera fruizione e l'attività d'impresa in concessione».

 

L'affidamento di spiagge e litorali ai comuni consente di saldare in maniera organica programmazione e gestione del territorio integrando la fruizione dei litorali alle aree retrostanti di cui solo i Comuni, per la vicinanza con le popolazioni e con la quotidiana realtà, hanno piena conoscenza e consapevolezza delle potenzialità e delle criticità. Si pongono però anche le basi di una piena responsabilizzazione degli enti locali che dovranno farsi carico però della pulizia e mantenimento, prevalentemente delle spiagge, e quando necessario con «azioni ordinarie di recupero ambientale e disinquinamento». L'affidamento delle spiagge e dei litorali a privati è consentito esclusivamente attraverso bandi pubblici e il canone potrà essere superiore ma mai inferiore ai parametri stabiliti dalle norme regionali. Si indica in sei anni il periodo minimo di concessione.