Il Procuratore di Marsala Alberto Di Pisa va in pensione. A sette anni dalla nomina a capo della Procura della Repubblica di Marsala e dopo 45 anni di carriera, il 31 dicembre prossimo lascerà definitivamente la toga. Nato a Pietrasanta in provincia di Lucca, ha iniziato come pretore a Castelvetrano e poi a Palermo, dove fu anche procuratore generale aggiunto. Nel 2003 è stato nominato Procuratore a Termini Imerese, e il 16 luglio del 2008 capo della Procura di Marsala con 13 voti a 12 sul collega Alfredo Morvillo, cognato di Giovanni Falcone.
A Marsala, dove è subentrato ad Antonino Silvio Sciuto, non ha trovato una situazione facile. Con un ufficio sovraccarico di lavoro e una esiguità di personale e di mezzi che spesso ha confermato nelle sue rare dichiarazioni alla stampa, ricordando che in un territorio così importante e vasto come quello marsalese, già di per sè complesso, la Procura ha una sola volante sulla quale fare affidamento.
Nel corso della sua carriera Di Pisa si è dovuto difendere anche dall’accusa di essere il «corvo» che nell’estate del 1989 scrisse alla Procura di Palermo alcune lettere anonime per screditare il pool antimafia e Giovanni Falcone. Per questo motivo è stato processato e dopo la condanna in primo grado fu però assolto dall’accusa in secondo grado. La sentenza di assoluzione, definitiva perché non appellata dal pm Li Calzi, fu pronunciata dalla Corte di Appello di Caltanissetta nel 1993. Ed è figlia di quella stagione definita dei “veleni” anche un’altra vicenda giudiziaria che stavolta ha visto il Procuratore di Marsala citare in giudizio Salvatore Borsellino, fratello del giudice Paolo che nel corso di un convegno tenutosi a Marsala nel mese di aprile 2009 a cui parteciparono anche l'attuale sindaco di Napoli De Magistris e Gioacchino Genchi, esternò il proprio disappunto per la decisione del Csm di assegnare a Di Pisa la poltrona che fu del fratello. Salvatore Borsellino qualificò il Procuratore di Marsala come persona “non degna” definendo una “ignominia” la scelta di nominare per quella carica un magistrato che fu sospettato di essere il “Corvo” di Palermo. Per quelle frasi il Tribunale di Caltanissetta ha condannato Borsellino a pagare seimila euro per il risarcimento al danno d'immagine nei confronti di Di Pisa.
Le indagini - Sotto la direzione del Procuratore Di Pisa, in questi anni a Marsala si sono svolte alcune tra le indagini più spinose. Una su tutte, quella sulla scomparsa di Denise Pipitone, ereditata da Sciuto, che si era detto sicuro di trovare la bambina scomparsa a Mazara del Vallo; con Di Pisa, invece, le indagini, il rinvio a giudizio della sorellastra Jessica Pulizzi e l’assoluzione davanti al Tribunale di Marsala; assoluzione confermata anche in appello. Altra indagine, probabilmente la più importante, è quella relativa a reati di natura finanziaria, e in particolare truffa allo Stato ed evasione fiscale, nei confronti dell’imprenditore Michele Licata, già sotto accusa dalla stessa Procura marsalese per reati di abusivismo edilizio e nei giorni scorsi sottoposto al sequestro di beni per 127 milioni di euro. Sequestro che è ritenuto il più imponente inflitto in Italia per "pericolosità fiscale". Tra gli altri importanti reati perseguiti dal Procuratore c’è quello dell’abusivismo edilizio, che ha visto procedere negli ultimi anni a Marsala a 23 demolizioni di immobili costruiti lungo il litorale ad una distanza inferiore ai 150 metri dalla battigia e poi reati di naturale ambientale.
“Sono diverse le indagini che abbiamo condotto in questo ambito - le parole di Di Pisa -. Ci sono discariche a Campobello, a Marsala, ed è difficile trovare chi va scaricare questi rifiuti. Tra i reati più frequenti: inquinamento delle acque, smaltimento abusivo di eternit e altro materiale pericoloso per la salute pubblica”.
Un bilancio, quello del Procuratore di Pisa, ritenuto positivo anche dalla relazione fatta dagli ispettori ministeriali che hanno trovato parole di elogio per il lavoro svolto dalla Procura. Chiaro il pensiero di Di Pisa sul possibile miglioramento della nostra società, alla luce anche di quanto vissuto e affrontato in questi anni a Marsala. “Ritengo che un miglioramento sia difficile fin quando non si interromperanno determinati intrecci e interessi tra mafia, politica e certe lobby più o meno segrete”. E sulla massoneria, a poposito di lobby più o meno segrete, Di Pisa dice che dalle nostre parti c'è ed è molto presente. "Esiste in vari stadi: c'è quella palese, quella nascosta, quella che non risulta neanche negli elenchi e non vanno dimenticate la Loggia Scontrino e P2 le cui indagini si sono concluse con un nulla di fatto".