Nel marzo del 2015, anche Stefania Petix di Striscia La Notizia aveva evidenziato i tremendi ritardi nella realizzazione del secondo ingresso al parco archeologico di Selinunte, lato Triscina, nonostante i lavori costati milioni di euro.
Al sindaco di Castelvetrano Felice Errante, quel servizio televisivo non era proprio andato giù. Un po’ allergico al giornalismo diverso dai comunicati stampa, se l’era presa con chi aveva contattato la trasmissione satirica di Canale 5: “Qualcuno che non vuole bene a Castelvetrano e gode a fare sensazionalismi”. Anche se forse, ancora più sensazionale in effetti sarebbe stato un servizio in cui le opere fossero state ultimate nei tempi previsti.
“Sarebbe stato giusto che l'inviata di Striscia avesse intervistato o me o il direttore del Parco Leto Barone – aveva scritto - e gli avremmo dato ragguagli precisi, rispettando l’etica deontologica giornalistica del contraddittorio, cosa che non c’è stata”.
A pochi giorni dal servizio della Petix, i suoi ragguagli furono effettivamente precisi, promettendo l’inaugurazione del nuovo ingresso al parco entro sessanta giorni “se non intervengono fatti a noi non imputabili, come le interdittive anti mafia che finiscono per aprire contenziosi di anni con il fermo di lavori”.
Ma anche in assenza di interdittive antimafia, dell’inaugurazione ancora nemmeno l’ombra. Nel giugno scorso era ancora tutto chiuso E a luglio il direttore del parco Giovanni Leto Barone aveva detto che “Quando il Comune ci consegnerà la struttura, uffici e quant'altro, allora noi ci occuperemo della biglietteria con il nostro personale”. L’assessore Paolo Calcara aveva risposto sfoderando un’altra previsione: “Sono certo che entro la fine di Agosto si potrà arrivare alla tanto auspicata inaugurazione”.
Arrivati a dicembre, anche se mancano gli ultimi ritocchi, si continua ad auspicare.
Sono cose che capitano in questo parco archeologico dalle mille contraddizioni, dove il risultato finale non è certo dei migliori e si rischia di perdersi nei meandri di ruoli e responsabilità, tra il Comune di Castelvetrano e la Regione Siciliana.
Strutturalmente il nuovo ingresso sarebbe quasi pronto, ma il percorso che dovrebbe portare il turista presso i punti d’interesse è inguardabile. La cosa singolare è che si tratta di una stradina interna al parco, già accessibile da mesi al turista curioso. Una stradina piena di erbacce, con i lampioncini bassi in parte distrutti e con i resti di carta catramata e lastre di coibentato volate via anni fa dalla grande tettoia dell’ingresso lato Triscina, sparsi qua e là in bella vista nella vegetazione circostante. Ataviche contraddizioni che potrebbero scaldare gli animi dei più sensibili al bello e al decoro. Ma per evitarlo, il parco offre un breve percorso di “brumizzazione”: una passerella di una decina di metri che, attraverso una nebulizzazione d’acqua, regala al visitatore un po’ di freschezza e di refrigerio.
E alle contraddizioni visibili a qualsiasi turista, se ne aggiungono altre. Tra le più recenti, il trasferimento dell’Efebo. La preziosa statuetta, prevista all’interno del parco in occasione di Expo 2015, è arrivata da Castelvetrano al parco, nella “Casa del viaggiatore” (dotata dei nuovi sistemi di antintrusione e videosorveglianza costati più di 26 mila euro), soltanto il 23 ottobre, cioè ad otto giorni dalla sua conclusione. L’Expo, infatti, si è svolto a Milano dal 1 maggio al 31 ottobre. Ma non tutte le ciambelle riescono col buco. Oggi, in tanti vorrebbero che il parco archeologico di Selinunte facesse parte del patrimonio dell’Unesco. E i requisiti ci sarebbero tutti, se solo (così come viene richiesto) fosse “dotato di un adeguato sistema di tutela e di gestione che ne garantisca la salvaguardia”. Un sistema che potrebbe essere rappresentato dal buon senso. Che purtroppo sbiadisce, senza particolari responsabilità per nessuno.
Egidio Morici