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16/12/2015 06:20:00

I saluti di Di Pisa. "45 anni di magistratura tra soddisfazioni e momenti difficili"

Lunedì scorso il Procuratore Alberto di Pisa ha salutato i suoi colleghi alla presenza delle massime autorità della provincia, tra cui il prefetto di Trapani Leopoldo Falco. E lo hanno voluto salutare, tra gli altri, il presidente del Tribunale Raimondo Genco, il presidente della sezione penale Sergio Gulotta, l'avvocato generale della Corte d'appello Ignazio De Francisci, il procuratore aggiunto di Palermo Dino Petralia, il presidente dell' Ordine degli avvocati Gianfranco Zarzana e il sindaco Alberto Di Girolamo.
Di Pisa, davanti ai magistrati, ai collaboratori del suo ufficio, agli avvocati e al personale amministrativo del Palazzo di giustizia, ha voluto fare un breve bilancio della sua carriera lunga 45 anni e del periodo trascorso a Marsala, gli ultimi sette anni. Il Procuratore ha ricordato intensamente gli anni ‘80, come il periodo della lotta contro  alla mafia e il via al maxi-processo.

“Fu il primo grande processo a Cosa Nostra - ha detto Di Pisa -, dopo la mattanza dei vertici istituzionali e politici avviata con l'uccisione del procuratore Scaglione e proseguita con l'omicidio del segretario provinciale della Dc palermitana Reina. Il generale Dalla Chiesa — ha aggiunto il Procuratore — fece in modo che il fascicolo fosse assegnato a me e al collega Geraci. Il Procuratore ha ricordato di avere iniziato a 28 anni da pretore proprio in provincia Trapani, a Castelvetrano, e sottolineato il fatto che proprio in questa provincia si conclude la sua esperienza di magistrato, fatta di grandi soddisfazioni e gratificazioni ma anche di momenti difficili. Così descrive il periodo in cui venne accusato di essere l’autore delle lettere anonime per screditare il pool antimafia e Giovanni Falcone: “Nell'89 fui raggiunto da accuse ingiuste, anche se poi la verità su questa vicenda venne, seppur parzialmente, alla luce”. Relativamente alla sua esperienza alla Procura marsalese, ha fissato alcune importanti tappe tra le tante inchieste condotte: prima in ordine di importanza e ultima in ordine di tempo quella che ha portato al sequestro di beni, società e denaro per 127 milioni di euro all'imprenditore Michele Licata, accusato di una gigantesca evasione fiscale e truffa ai danni dello Stato, e quella sull'abusivismo edilizio della costa marsalese, con il risultato finora di 28 immobili demoliti. Di Pisa a fine cerimonia ha voluto salutare e ringraziare tutti i suoi sostituti, i vertici delle Forze dell'Ordine e le sezioni di Polizia Giudiziaria.