Banche ed amministrazioni locali al fianco delle imprese sociali. La mission è sconfiggere la mafia agevolando l'ingresso del mondo delle cooperative nei mercati tradizionali. Il focus in questi anni ha attraversato l'intero stivale ed anche in provincia di Trapani il concetto ha attecchito. Da queste parti il riutilizzo dei beni confiscati passa necessariamente dai terreni (e dal cemento). E' in questo contesto che si incastona l'attività di Libera che in provincia è attiva attraverso le coop Rita Atria (nata nell'ottobre dello scorso anno con bando pubblico) e Calcestruzzi Ericina Libera società cooperativa (sorta dalla Calcestruzzi Ericina confiscata a Vincenzo Virga).
Il core business della Rita Atria (aderente al circuito Libera Terra) sono i terreni sottratti alla mafia. Oltre 130 ettari coltivati a grano, vigneti, ulivi disseminati tra Paceco, Castelvetrano e Partanna assegnati dalla sezione Misure di prevenzione del tribunale di Trapani. I cinque soci fondatori sono stati selezionati con bando pubblico. «Fra i protagonisti di questo impegno – si legge sul sito - ci sono anche Coop Lombardia e Coop Adriatica insieme al gruppo Unipol, la fondazione Vodafone Italia e il progetto Policoro della Conferenza Episcopale Italiana». L'Unipol per la costituzione versò 200 mila euro attraverso la fondazione Unipolis mentre la Vodafone ne deliberò 100 mila. Il lavoro in campagna è notoriamente a lunga programmazione e nel territorio trapanese rappresenta uno dei passaggi principali nella riconquista dei mercati tradizionali. Dai terreni alle dispense.
Lunedì la coop ha ricevuto un ulteriore supporto finanziario da parte di Coop Adriatica. La cerimonia si è svolta in prefettura e all'iniziativa hanno partecipato una ventina di ragazze e ragazzi di Libera. Un assegno simbolico del valore di 70 mila euro. «La cifra donata è stata raccolta attraverso la vendita di alcuni pupazzetti all'interno della campagna "Gli amici della Fattoria" che è terminata il 6 dicembre», ha detto il vicepresidente della Coop Adricatica Gasperoni, intervenuto alla presentazione assieme a Salvatore Inguì di Libera, il presidente della Rita Atria Sebastiano Mancuso, il presidente della sezione Misure di Prevenzione Piero Grillo e il prefetto Lepoldo Falco. Ma non solo. L'iniziativa prevede anche l'inserimento dei prodotti sugli scaffali Coop. «Libera è una speranza – ha detto il prefetto – ma Libera è anche un istituzione e quando ci rapportiamo a lei lo facciamo ricordandoci del significato che ha gestire dei terreni sottratti alla mafia. Lo fanno anche altri ed è bene, io continuerò a supportarli, anche dopo aver seguito in prima persona la gestione del campo Ousmanne che a Campobello di Mazara ha offerto ospitalità ai lavoratori stagionali». Era stato sempre il prefetto a parlare di un'altra iniziativa che riguarda la Calcestruzzi Ericina Libera società cooperativa.
Falco in più occasioni ha manifestato attesati di stima verso l'operato dell'allora prefetto Fulvio Sodano che sin dal 2001 denunciò il tentativo della mafia di boicottare la fabbrica, dopo la confisca. «A Favignana assieme al Comune e ad alcuni magistrati stiamo lavorando ad un progetto con la Calcestruzzi Ericina – ha detto durante un incontro con la stampa – e riguarda l'ex carcere di San Giacomo, li ci sono delle mura ciclopiche che racchiudono un'area dentro la quale c'è un castello». Fino al 2011 la struttura è stata adibita a carcere di massima sicurezza e adesso, nel tentativo di riconsegnarla alla collettività verrà riqualificata. «Attualmente dà ospitalità a 20 agenti di polizia, ma l'Amministrazione intende valorizzare il castello e verranno distrutte le mura. Per questo stiamo lavorando ad una rete del calcestruzzo, una filiera della legalità – ha concluso - che potrebbe portare al rifacimento di alcune strade di Favignana grazie all'impiego della Calcestruzzi Ericina, che adesso si occupa anche di riciclare i rifiuti edili». E' questa la nuova frontiera della lotta alla mafia. Un'avanguardia sociale che potrebbe segnare un percorso per la legalità, destinato a non essere una scommessa di nicchia. Fino al prossimo attacco all'antimafia.
Marco Bova