Paese che vai, Albero di Natale che trovi. E le immancabili polemiche per contorno. L’elenco è lunghissimo. Si va dal nord al sud con pari dignità, al contrario delle annuali classifiche approntate dal “Sole 24 ore” Da Milano, dove ne era stato installato uno decorato da tanti sex toys. Autorizzazione subito revocata, dopo le proteste dei passanti. Per scendere nel napoletano, ad Afragola, dove scoppia l’indignazione, da parte dei cittadini non contro la camorra, ma contro il sindaco colpevole di avere messo, nella piazza principale un rachitico albero spennato e privo di illuminazione. Non poteva mancare Urbino, dove l’assessore alla Rivoluzione Vittorio Sgarbi aveva tuonato anche lui, prima di subire l’intervento di angioplastica, contro l’albero di turno piazzato nel centro storico della cittadina marchigiana. O io o lui, aveva minacciato. Dopo un estenuante braccio di ferro, ha rassegnato le dimissioni da assessore. L’albero è restato e la Rivoluzione rimandata. Ma potremmo continuare all’infinito. Trapani, Alessandria, Siracusa, Genova, capoluoghi di regioni e di provincie, ma anche piccoli e medi comuni. Nessuno si salva. Chi contesta il colore delle luci, chi la forma e le dimensioni dell’albero, chi l’eccessivo spreco di illuminazione e chi, al contrario, la parsimonia delle lampade utilizzate. Insomma, in tempi di crisi economica, ma anche ideologica, la contestazione degli addobbi natalizi sembra essere diventato lo sport preferito dagli italiani. Una sorta di parafulmine su cui scaricare frustrazioni e insoddisfazioni. Perché Salemi avrebbe dovuto essere un’eccezione? Ad innescare la miccia ci hanno pensato per primi gli esercenti della via Amendola. “A Salemi un Natale da ricordare”, ha scritto ironicamente in una lettera aperta inviata all’amministrazione Comunale, Piero Crimi, gestore di un esercizio commerciale della cosiddetta “strata mastra”. Oggetto di tanto sarcasmo Domenico Venuti e la Giunta, colpevoli, di scarso interesse mostrato nei confronti dei commercianti del centro storico. Il Sindaco, secondo la missiva, avrebbe dimostrato nei fatti completo disinteresse, mentre, durante l’incontro avrebbe accolto senza riserve le proposte avanzate dalla categoria. Non si è fatto nulla. Del tappeto rosso si sono perse le tracce. Avrebbe dovuto pensarci la Pro Loco. Un non meglio precisato disguido ne ha impedito la collocazione. Lo farà nei prossimi giorni, ci ha assicurato l’assessore Giuseppe Maiorana. Carenza di comunicazione, sottolinea. Come, ad anche per i motivi veri che hanno impedito la messa a punto delle luminarie natalizia. E qui entra in campo la Gemmo, la società che si è aggiudicata, ai tempi dei Commissari, la gestione dell’illuminazione pubblica della città. Siamo andati a rileggere i nostri appunti di quel periodo. La società ci venne presentata allora come molto affidabile ed efficiente. Con tanto di credenziali da parte del Mistero dell’Interno, tramite la Consip. Dal 1 dicembre 2013 si occupa della manutenzione ordinaria e straordinaria e fornitura di energia elettrica in città assicura. Sarà un caso, ma da quando se ne occupa i guasti non si contano. L’ultimo nella serata di domenica scorsa. Gran parte della città al buio! Se avvengono nelle frazioni, vengono classificati a carattere straordinario. Non rientrano, cioè, nel budget dei 621 mila euro annui che il comune sborsa a rate alla società. In questi casi la ditta, per i 9 anni di durata della convenzione, invia all’ufficio tecnico comunale i preventivi di spesa per gli interventi. Ed è causa della mancanza di fondi nelle casse comunali che spesso i guasti non trovano una soluzione immediata. Uno degli episodi più eclatanti è accaduto ai primi del mese. Per la ricorrenza della Festa dell’Immacolata, la ditta incaricata di sistemare le luminarie, a quanto pare, avrebbe utilizzato una potenza superiore a quella fornita dalla Gemmo, causando il black out, che tutti ricordano. E con tanto di penale addebitata al Comune. Non solo il danno, ma anche la beffa! Il 14 dicembre, di buon mattino, la società comunica agli uffici comunali di non potere autorizzare la nuova ditta ad usufruire dei punti luce di attacco perché le luminarie sarebbero state prive di salvavita. E poco conta se la stessa ditta aveva fatto lo stesso lavoro in altri comuni della provincia. Al Comune è rimasta solo la possibilità di utilizzare i punti luci fissi di cui sono provvisti l’Ufficio turistico, i bagni pubblici e il Palazzo Comunale. Poca cosa. E con buona pace della tanto invocata “atmosfera natalizia” da parte di tanti cittadini. Dulcis in fundo, la delusione per l’albero collocato al centro della Piazza Libertà. Giudicato povero e striminzito. Peccato che a realizzarlo siano stati dei piccolissimi dell’associazione Interact! A saperlo, molti giudizi impietosi si sarebbero potuti evitare! Anche qui, difetto di comunicazione. Ma la classica goccia che ha fatto traboccare è stata la Tenda! L’albero natalizio a forma piramidale e che a molti ha ricordato, appunto, una tenda. Collocato all’inizio del Viale delle Rimembranze ha attirato subito l’attenzione dei cittadini. Gli aggettivi si sono sprecati. In maggioranza dispregiativi. Sul FB, il social network più utilizzato, i giudizi negativi si sono ricorsi a ritmo vorticoso. Nel migliore dei casi, lo hanno paragonato ad una tenda dei pellerossa, nel peggiore ad una “c..pazzesca” di fantozziana memoria. C’è stato chi vi ha intravisto un simbolo biblico e chi invece allusioni alla socialismo reale della Russia Sovietica, e qualcun altro ancora vi ha letto messaggio subliminale ecologico. Mentre si tratta solo di un dono fatto all’Amministrazione dalla ditta che avrebbe dovuto allestire le luminarie e non le ha potuto realizzare per i motivi che abbiamo detto sopra. E caval donato non si guarda in bocca. L’immaginazione, la fantasia al potere si sarebbe detto in un certo periodo. Oggi, più prosaicamente, costatiamo che le energie intellettive, e non solo quelle elettriche vengono utilizzate per orizzonti che i tempi attuali ci prospettano.
Franco Ciro Lo Re