Una lunga, lunghissima campagna elettorale. Cominciata con le primarie del Pd, e poi tutti i movimenti nel centrosinistra, la destra spacchettata, il ballottaggio, la vittoria di Di Girolamo.
Il 2015 è stato l’anno in cui Marsala è tornata al voto. E qui, a concludere il ciclo delle top news, non basterebbe raccogliere tutti i fatti e i retroscena di una campagna elettorale lughissima, che ha riempito le pagine di Tp24.it. Una campagna elettorale cominciata, in realtà nell’estate 2014, l’indomani delle dimissioni di Giulia Adamo da sindaco della città dopo la condanna per concussione (poi assolta in Cassazione).
Si è partiti subito, con i toto nomi, con le riunioni, con i sondaggi, in una città che è arrivata al voto dopo la campagna elettorale di fuoco del 2012. Quella della sfida tra Salvatore Ombra e Giulia Adamo.
La campagna elettorale del 2015 è stata tutta un’altra cosa, una maratona, come dicevamo, partita un anno prima, sottotono. Da gennaio si comincia la lunga marcia. La comincia il Pd che decide di fare le primarie per decidere il candidato sindaco. Cominciano le prime polemiche, perchè nei mesi precedenti si parlava di primarie di coalizione. Ma la partita sarà tutta interna ai democratici.
C’è Alberto Di Girolamo, segretario del Partito democratico di Marsala, cardiologo in pensione, rappresenta la storia e il presente dei democratici. E’ stato candidato alle regionali nel 2012 senza successo.
C’è Anna Maria Angileri, dirigente scolastico, rappresenta l’area renziana del Pd, è stata consigliere provinciale e candidata sindaco a Marsala nel 2012, ci riprova.
C’è Luigi Giacalone, vice presidente della Cna, uomo di Antonio Parrinello, il suo feudo è la zona sud, quella più rossa di Marsala. Su di lui si scateneranno polemiche sul suo tesseramento.
Le primarie dell’8 febbraio le vince Alberto Di Girolamo, sarà lui il candidato sindaco del Pd, con una coalizione di centrosinistra.
In questo schieramento ci doveva essere anche Massimo Grillo, con Futuro per Marsala. Ma l’ex deputato Udc guasta la festa a Di Girolamo quando presenta la coalizione. Allora, mentre i moderati sono in bambola, con Forza Italia frantumata, si aprono discussioni, tavoli, incontri, per l’alternativa a Di Girolamo. C’è in pista Enzo Sturiano, presidente del consiglio comunale, incoronato candidato dal suo leader di Articolo 4 Paolo Ruggirello.
Si rifà vivo l’ex sindaco Salvatore Lombardo, che intavola una discussione con Sturiano, con i moderati, con Grillo, con Luigi Giacalone e Antonio Parrinello.
Sturiano si tirerà fuori, da Palermo arriva l’ordine: Articolo 4 entra nel Pd quindi Sturiano non deve candidarsi contro Di Girolamo.
I moderati, valutano nomi su nomi: Paolo Ruggieri, Stefano Pellegrino, Salvatore Ombra, lo stesso Salvatore Lombardo, o qualche outsider. Si converge, alla fine, su Massimo Grillo. Il “celeste” sfiderà il “rosso”. Intorno c’è vita solo nel Movimento 5 Stelle, che ritrova l’unità e si candida per la prima volta a Marsala. Il candidato sindaco è Antonio Angileri, giovane e brillante chimico. I grillini conquistano sempre più simpatia, e cercano di raccogliere il voto di chi è stanco dei partiti e della politica tradizionale. Poi c’è Vito Armato, candidato di Noi con Salvini, il movimento creato, non senza polemiche al Sud, dal leader della Lega Nord.
Saranno solo quattro i candidati. Sfuma la candidatura del professor Giacomo Dugo, che doveva portare avanti le idee di Giulia Adamo. Sfuma anche quella di Pietro Milone, de i Vespri Siciliani.
La campagna elettorale, si capisce da subito, sarà una sfida a due tra Di Girolamo e Grillo, con l’incognita 5 Stelle che potrebbe guastar le feste ai due. Così sarà. Nel frattempo la campagna elettorale va avanti sottotono, c'è qualche screzio tra i due ma nessuno affonda il colpo. Di Girolamo e Grillo usano linguaggi e strategie diverse. Il candidato del Pd punta sullo slogan del “sindaco perbene”. Grillo sulla sua esperienza politica.
Di Girolamo si fa vedere con i leader dei partiti che sostengono la sua coalizione, Grillo tira per la giacca l’ex sindaco Lombardo e lo porta all’endorsement.
I 5 Stelle stanno tra la gente, organizzano agorà in piazza e puntano sulla trasparenza amministrativa e la politica lowcost.
Vito Armato non farà campagna elettorale, nessun volantino, nessuna pubblicità, qualche presenza in tv, radio e interviste. Ma da Marsala passerà il suo leader, Matteo Salvini, e sarà uno dei momenti clou della campagna elettorale. Più che altro per il rumore che provoca a livello nazionale. Perchè Salvini, in giro per la Sicilia, fa tappa a Marsala, e anche qui viene contestato come nelle altre città. Non potrà scendere in piazza per il comizio, troppa gente e poco sicuro per lui.
Il primo turno delle elezioni si tiene il 31 maggio e il primo giugno, si conclude con Alberto Di Girolamo che sfiora l’elezione senza passare per il ballottaggio. Grillo se la vede brutta, i 5 Stelle guastano i piani di Di Girolamo e ottengono un buon risultato. Avranno il primo grillino in consiglio comunale, alla fine dei giochi, Aldo Rodriquez. Armato, non prervenuto. Al ballottaggio ci si arriva sul filo di lana, perchè Alberto Di Girolamo ha presto 17.359 voti e si ferma a pochi voti dalla vittoria al primo turno, 49,67%. Grillo è a 12.237 voti e ha il 35,02%.
Due settimane e si rivota. Di Girolamo straccia Grillo con con 21.715 voti pari ad una percentuale del 68,06%.
Il nuovo sindaco è sostenuto da una coalizione formata da Pd, Psi, le liste civiche Una voce per Marsale e Cambiamo Marsala, Democratici per Marsala. Si insedia il 17 giugno, dovrà sbrogliare la grana Sturiano, che è assessore ma vuol fare il presidente del consiglio comunale. Sturiano verrà rieletto a capo di Sala delle Lapidi, passeranno due mesi prima di lasciare la poltrona in giunta. Nella squadra di Di Girolamo c’è Anna Maria Angileri, sconfitta alle primarie, e vice sindaco è Agostino Licari, uomo di fiducia del primo cittadino. A sei mesi dall’insediamento Di Girolamo ha dovuto operare una drastica spending review per far tornare i conti in ordine. Le fasi precedenti al bilancio sono state turbolenti per il sindaco. La maggioranza si è spaccata non approvando l’aumento dell Tasi proposto dal sindaco. Poi la situazione si è normalizzata. Anche grazie all’opposizione che ha votato diversi atti dell’amministrazione.