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11/01/2016 06:30:00

Antonella Milazzo/1: "Il mio debito con Riscossione Sicilia? Non lo conosco..."

Antonella Milazzo, deputato regionale del Partito Democratico, quanti soldi deve a riscossione Sicilia?

Non lo so. Mi dicono i giornali meno di duemila euro. Non so esattamente di che cosa si tratta. Sono molto arrabbiata per questa storia, perchè il mio consulente e soprattutto mio marito sono attentissimi, vi farò sapere a breve.

Nell’elenco pubblicato da Riscossione Sicilia lei finisce nel calderone di quelli che sono sotto ai duemila euro, che vuol dire tutto e non vuol dire nulla. Possono essere anche pochi centesimi.

E’ un brutto momento, perchè si è imbastardito tutto. C’è questa gogna mediatica e la caccia al ladro. Si finisce in un tritacarne per tutto o per niente e poi tra il tutto e il niente, tutti diventiamo uguale e questa è una cosa che non riesco ad accettare.

C’è un cifra politica di tutta questa vicenda. Antonio Fiumefreddo dopo la bocciatura all’Ars della ricapitalizzazione di Riscossione Sicilia decide di rendere pubblici i nomi dei deputati debitori. E’ molto "crocettiana" come storia....

E’ un sistema e una politica con la p piccolissima. Questo rischia di bloccare tutto. Se io devo avere paura di votare un provvedimento, e in passato è successo, non sono nuova a questa esperienza di gogna mediatica, credo che veramente ci si debba porre il dubbio se vale la pena occuparsi di questo tipo di politica.

Cosa ne facciamo di Riscossione Sicilia?

Riscossione Sicilia è un mistero per me che sono neofita della materia. Un mistero perché non si capisce come una società che dovrebbe essere in attivo per definizione abbia un passivo così stratosferico. In realtà si capisce, con affitti come quello della sede di Catania, a 70 mila euro al mese, altre sedi a 45 mila al mese, studi legali con parcelle fisse per un milione e duecento mila euro all’anno per semplici consulenze. Allora si comincia a capire che è diventata una macchinetta mangiasoldi. E come agenzia, tocchiamo cifre di non riscosso dell’ottanta per cento.

Meglio Equitalia?

Io non lo so se è meglio Equitalia. Dico che, o aggiustiamo il tiro o meglio chiudere Riscossione Sicilia che ha costi di esattoria elevatissimi rispetto alla stessa Equitalia e che ogni anno continua a battere cassa e vuole che l’Ars risani i bilanci.


A proposito di liste; un anno fa di questi tempi, Riscossione Sicilia pubblicava un’altra lista, quella dei grandi evasori siciliani, tra l’altro il primo di questa lista era un imprenditore marsalese. La cosa curiosa era che Crocetta allora diceva che, recuperando circa gli 800 milioni di euro evasi, in Sicilia si poteva recuperare un punto del pil regionale. E adesso?

Allora si aprì la querelle sulla definizione di evasore. Gli evasori li scopre la Finanza e l’Agenzia delle Entrate. Un’agenzia di riscossione si limita a riscuotere i crediti che vengono accertati e scritti a ruolo, arriva dopo l’accertamento dell’evasione. Il problema può essere quello che non si riesce a riscuotere. Parlare di evasori è tecnicamente sbagliato. Il problema vero è perchè Riscossione Sicilia non riesce a recuperare l’ottantadue percento dei crediti iscritti a ruolo. Quelli bisogna scovare, costringere al pagamento, attivare i pignoramenti e tutto quello che la legge consente.

L'assessore Baccei dice che in Sicilia abbiamo tagliato in due anni 800 milioni di spesa. In effetti la Regione sta tagliando dappertutto. Crocetta insiste sul reddito di cittadinanza.  E' la promessa che rischia di fare la fine della riforma delle province, posticipata fino alla noia, o c’è qualcosa di più concreto nel 2016?

Secondo me si. E’ importante che ci sia la norma. Finalmente dovremmo riscuotere i crediti, ci sono 900 più 500 milioni dallo Stato ma anche dai fondi sociali europei.

A proposito di fondi sociali. Quelli relativi al Piano Giovani vengono usati per pagare gli enti di formazione. Che beffa...

Servono per pagare il contenzioso con il Tar. Sono delle spese obbligatorie cui la Regione deve far fronte obbligatoriamente. Dal punto di vista sostanziale capisco ci sia rabbia da parte dei giovani ma abbiamo l’obbligo di adempiere alle sentenze del Tar. Io da tre anni dico che tutte quelle che riguarda il sistema della formazione deve essere rivisto. Da insegnante, quello che più mi colpisce è che quando si parla di formazione, si parla solo di formatori e non di formati. In linea di principio condivido la necessità di rivoluzionare il sistema della formazione, come quello del pubblico impiego, come quello dei forestali che sono fuori controllo dalla Regione. Ma mi rendo conto che ci sono anche persone con più di 50 anni, nel caso dei formatori, per cui c’è un obbligo sociale di accompagnamento e di reinserimento nel mondo del lavoro.