Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
13/01/2016 20:00:00

Legambiente Sicilia chiede il ritiro del bando per l'affidamento delle grotte naturali

Con un documento inviato al dirigente generale del Dipartimento regionale Ambiente, Maurizio Pirillo, Legambiente Sicilia ha radicalmente contestato i contenuti e i presunti obiettivi che si pone il bando per l’affidamento in gestione delle riserve naturali “grotte”, pubblicato sul sito dell’Assessorato lo scorso 29 dicembre.
Legambiente dichiara di non essere prioritariamente contraria a stabilire nuovi principi di gestione per le riserve e nuovi criteri più economici e nuovi, ma partendo da un’analisi oggettiva delle esperienze finora fatte e da un serio e approfondito confronto. Tutto questo non è minimamente contemplato da questo immotivato atto amministrativo.
Per Legambiente il bando è illegittimo, perché non rispetta le deliberazioni della Commissione Ambiente dell’ARS e i pareri del CRPPN, e non rispetta minimamente gli annunciati e propagandisticamente scopi che vuole raggiungere: come può un unico ente risparmiare gestendo, in futuro, riserve che si trovano in un territorio che va da Santa Ninfa (TP) a Melilli (SR). Perché solo le grotte, tra l’altro gestite anche bene, seguono questa sorte? E le altre? Quelle con non poche criticità, per non dire di quelle in stato di serio e preoccupante abbandono, di cui sono responsabili le Province e l’ex Azienda Foreste Demaniali e per le quali la Corte dei Conti ha sollecitato delle verifiche? Parametri e criteri valutativi vanno fissati, ma devono valere per tutti.
Il bando non ha copertura finanziaria; non spiega che fine faranno le attrezzature e le strutture acquistate negli anni dalla Regione in queste riserve; non dice nulla sul regime proprietario dei terreni inclusi né sul trattamento giuridico ed economico del futuro personale dipendente da assumere per la gestione; parla di “fruizione in sicurezza” non spiegando a quali norme tecniche e legislative si debba fare riferimento.
Gianfranco Zanna: “E’ un vero pasticcio! Ci sono troppe contraddizioni ed errori, palesi violazioni di norme e regolamenti. Ne chiediamo il ritiro immediato, questo è un atto grave e un approccio completamente scorretto per cominciare ad affrontare la riorganizzazione della gestione delle aree protette siciliane”.
Zanna ricorda che le associazioni ambientaliste unitariamente hanno presentato lo scorso 30 ottobre un documento sull’argomento che il bando ha la pretesa, sbagliatissima, di affrontare: “Perché l’Assessorato non ci ha più convocato? In quel testo, ad esempio, proponevamo gli accorpamenti di riserve seguendo un criterio comprensoriale, facendo economia di spesa e rete nei territori. La verità è che con questo ennesimo atto la Regione vuole continuare a smantellare il sistema delle aree protette e noi non solo lo impediremo ma lavoreremo e ci batteremo per il suo rilancio e il suo rafforzamento”.
Il documento è stato inviato per conoscenza all’Assessore all’Ambiente, Maurizio Croce, nella speranza che dopo un anno dal suo insediamento si cominci finalmente a occupare delle aree naturali protette, e alla Commissione Ambiente dell’ARS, alla quale è stata chiesta un’audizione sulla grave vicenda.