La Corte di Cassazione ha condannato all'ergastolo Cosimo D’Amato, il pescatore accusato di aver fornito il tritolo per le stragi di Capaci (23 Maggio 1992), via D’Amelio (19 Luglio 1992) e per quelle del 1993 a Firenze, Roma e Milano. Arrestato dalla DDA di Firenze nel 2012, il pescatore fu condannato al carcere a vita, con rito abbreviato, già in primo grado, il 23 Maggio 2013, dal GUP di Firenze. Il 7 Luglio 2014 arrivò quindi la sentenza dalla Corte d’Assise d’Appello di Firenze “senza fine mai”. E ora il giudizio viene confermato in via definitiva dal verdetto della Cassazione. D’Amato si è pentito e collabora con la giustizia dal Settembre 2015. È considerato l’uomo che aiutò i componenti della cosca mafiosa di Brancaccio a reperire l’esplosivo in una zona nel golfo di Palermo, detto dai pescatori “u fussuni”, dove alla fine della seconda guerra mondiale ne venne affondato in gran quantità e dove solitamente si rifornivano i pescatori di frodo per preparare i loro ordigni. Secondo Giovanna Maggiani Chelli, presidente dell’associazione dei familiari delle vittime della strage fiorentina di via de’ Georgofili, “stavolta la giustizia ha trionfato in due sensi: con la giusta condanna sancita dalla Corte di Cassazione per Cosimo D’Amato e con il suo pentimento. D’Amato da qualche tempo collabora con la giustizia ed è ora libero dal giogo mafioso. Libero di dire, d’ora in avanti, in altri dibattimenti, tutta la verità e nient’altro che la verità, perché i nostri morti e i nostri invalidi ne hanno bisogno per trovare pace”.