Venerdì prossimo si aprirà un nuovo capitolo della storia dell’omicidio del giornalista e sociologo Mauro Rostagno, ucciso a Valderice il 26 settembre 1988. Davanti alla seconda sezione della Corte d’Appello di Palermo, il 5 febbraio si terrà la prima udienza del processo di secondo grado. Quello di primo grado, che si è svolto davanti al Corte d’Assise di Trapani, iniziò nel mese di febbraio del 2011 a quasi ventitre anni di distanza, dopo tanti depistaggi iniziali, altrettante omissioni e incredibili miopie, e dopo una pista interna alla Comunità Saman che portò all’arresto, nel 1996, della moglie di Rostagno, Chicca Roveri, e all’accusa nei confronti di Francesco Cardella e di altre cinque persone, tra cui Monica Serra, la ragazza che era in auto con il giornalista la sera in cui fu ucciso. Quella pista poi perse consistenza, anche se s’intrecciava con quella somala, dove nel 1993 l’uccisione del maresciallo Vincenzo Li Causi e nel 1994, quella della giornalista Ilaria Alpi e del suo operatore tv Miran Hrovatin che stavano indagando sul traffico di scorie provenienti dall’Europa. Nel 1997 la svolta e la pista mafiosa. Le indagini coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, confermate da diverse dichiarazioni di collaboratori di giustizia, tra cui quelle di Vincenzo Sinacori di Mazara del Vallo, e successivamente Giovanni Brusca e Angelo Siino, raccontavano che l’uccisione di Rostagno avvenne perchè il giornalista con le sue inchieste dava fastidio ai mafiosi della provincia di Trapani.
Oltre alle dichiarazioni dei collaboratori, le nuove indagini balistiche permisero di stabilire che Rostagno fu ucciso con lo stesso fucile utilizzato per l’uccisione dell’agente di Polizia Penitenziaria, Giuseppe Montalto, avvenuta nel 1995. Come esecutore materiale dell'omicidio Montalto era stato condannato il killer valdericino di cosa nostra Vito Mazzara e come mandante il capo dei boss trapanesi Vincenzo Virga. Il 15 maggio del 2014 la sentenza del Processo Rostagno condannò all’ergastolo i due imputati, Mazzara e Virga, rispettivamente, esecutore materiale dell’omicidio e mandante.
A quasi due anni di distanza si ritorna in aula per il processo d’appello. Molto probabilmente, l’udienza di venerdì, però, sarà rinviata, visto che il nuovo presidente della sezione: il giudice Daniele Marraffa, si è insediato da poco. Tra le parti in causa, per questo nuovo dibattimento c’è la conferma da parte del Comune di Erice di costituzione di parte civile. Nella delibera di giunta che ha autorizzato il sindaco Tranchida alla costituzione di parte civile anche nel processo d’appello si legge che data la rilevanza sociale e civile del processo in questione, a seguito della costituzione nel processo di primo grado, è opportuno confermare la costituzione nel processo di appello a tutela degli interessi pubblici.