Due anni e due mesi di reclusione sono stati invocati dal pm Anna Sessa per il marsalese Francesco Giacalone, 63 anni, processato per tentata estorsione. I fatti contestati risalgono al 5 giugno 2008, quando, secondo l’accusa, l’imputato avrebbe sferrato due pugni al volto del 47enne benzinaio Giuseppe Rallo, puntandogli inoltre un coltello contro e dicendogli che “prima o poi gli avrebbe sparato in bocca e tagliato la faccia”. A difendere Giacalone è l’avvocato Alessandro Casano, che dopo la requisitoria del pm ha chiesto la derubricazione del reato di tentata estorsione nel meno grave “esercizio arbitrario delle proprie ragioni”. Il tribunale darà la sua risposta il 4 aprile, contestualmente alla sentenza. Il processo è uno “stralcio” di quello che vede lo stesso Giacalone imputato per usura insieme con Francesco Bianco, di 72 anni, ex gommista di contrada Berbarello, e Ludovico Maurizio Marino, di 57. Anche in questo caso, il pm Sessa ha già invocato la condanna degli imputati alla sbarra. Francesco Giacalone era finito sotto processo anche per lesioni e minaccia grave. Imputazione, quest’ultima, che nel corso del processo, a seguito delle dichiarazioni rese in aula dalla presunta vittima, è stata trasformata dal pm in tentata estorsione. Reato per il quale l’avvocato difensore Alessandro Casano ha chiesto e ottenuto lo “stralcio”. E quindi un processo a parte che, in tribunale, sta procedendo con rito abbreviato.