Abbiamo fatto davvero tardi mercoledì scorso alla presentazione di Contro l'antimafia di Giacomo di Girolamo, abbiamo approfittato della disponibilità del personale della Biblioteca Comunale che per tutti noi è rimasto lì fin oltre le 20.00.
C'era un relatore di altissimo profilo, Attilio Bolzoni, con l'espressività della sua mimica tutta siciliana, quella che oltre le parole dice tanto, molto di più. Cercare di spiegare qui non serve, bisognava esserci per ascoltare il forte non detto che si celava nel detto, a buon intenditor poche parole.
C'era l'Autore, ovviamente, che con voce chiara ha tratteggiato le motivazioni che stanno dietro questo suo ultimo lavoro, ha narrato l'antefatto del libro, quella architettura che viene prima del testo, la parte statica della scrittura, quella senza la quale nessuna scrittura può esistere. Un microcosmo, fatto di piccoli gesti quotidiani dolenti e rabbiosi insieme, e' emerso prepotentemente.
C'era Massimo Pastore con la sua bellissima voce, fitta di luce, capace di andare dall'ombra alla profondità del buio, per dare vita a qualche pagina del libro.
C'erano tante, tantissime persone, davvero tante. Saliva una energia forte, si sentiva, era visibile, tangibile e soprattutto piena.
C'era un disappunto, che nelle traiettorie degli sguardi si faceva materia.
C'era quel modo tutto meridionale di dirsi le cose, io guardo te e tu guardi me e già sappiamo che certe cose e' meglio non dirle. Questo libro sì certo poteva essere scritto ma non così, su alcune cose bisognava tacere.
C' era questo moto del sud, questa cultura del silenzio, dell'omertà che si tagliava con il coltello. Dire significa offendere, perché a Sud tutto è personale, ci mancassi autru.
C'erano molte teste che annuivano e sguardi che brillavano, la maggior parte della platea era convinta che quel che si stava dicendo e' una verità che in tanti sappiamo e che sono maturi i tempi per dircele certe cose.
C'era una nuova energia che di un certo silenzio non ne vuole sapere più nulla.
C'era una comunità con tutte le sue dinamiche. Si sa, non si può non comunicare e quando comunichiamo ciò che davvero tiriamo fuori sono le nostre proiezioni. Non diciamo mai degli altri e delle cose, diciamo sempre e solo di noi stessi, così è.
C'ero io e mentre scorreva il tempo, sul mio foglio di carta ho scritto delle parole, rileggendole adesso vi ho trovato il senso dell'incontro, vi restituisco l'elenco: coraggio, autoreferenzialita', delirio, innovazione, rivoluzione, chiasso, silenzio, pettegolezzo, curiosità, pacatezza, indifferenza, semplicità, cuore, pancia, anima.
Barbara Lottero