Ha mandato all’ospedale una coetanea sol perché questa ha messo un “mi piace”, su Facebook, sotto un post scritto dal suo fidanzato. Un “mi piace” che ha scatenato una furiosa reazione dettata dalla gelosia. Sicuramente, immotivata. E’ accaduto il 9 aprile 2015 in una scuola superiore di Marsala. Protagoniste della vicenda sono state due 15enni. Con la ragazzina gelosa che ha individuato nella coetanea una possibile rivale in amore e durante la ricreazione l’ha affrontata e l’ha colpita con calci e pugni all’addome e al viso. Per l’autrice del pestaggio, adesso, c’è stata la prima udienza preliminare davanti al gup del tribunale per i minorenni di Palermo. Le accuse per la giovane sono lesioni e minacce. Il pm Claudia Caramanna ha, comunque, chiesto l’archiviazione, ritenendo sufficiente la punizione a suo tempo inflitta dalla scuola: 7 giorni di sospensione. Pena poi tramutata nella sanzione disciplinare di pulizia dei locali della biblioteca e dei vari ambienti della scuola. Ad assistere la ragazza picchiata, costituitasi parte civile, è l’avvocato Antonino Rallo, che si è opposto alla richiesta di archiviazione avanzata dal pm. Le indagini sono state svolte dai carabinieri di Marsala. “Proprio in questi giorni – dice l’avvocato Rallo - il procuratore di Udine Antonio De Nicolo ha inviato una lettera ai dirigenti scolastici delle superiori per invitarli a una riunione in cui proporrà un ciclo di incontri rivolti ai ragazzi dei primi anni di superiori per parlare di bullismo, cyberbullismo, abuso dei telefonini e pericoli di internet proprio agli studenti tra i 14 e i 15 anni. Forse, dovremmo seguire l’esempio anche noi marsalesi e sensibilizzare i nostri giovani facendoli riflettere sul loro futuro e soprattutto sul senso delle loro azioni. Spero tanto in un componimento bonario della vicenda perché nessuno ha interesse a vedere penalmente punita una ragazzina così giovane che potrebbe vedere pregiudicato, così in tenera età, il proprio futuro nell’ipotesi di condanna”. Secondo l’ultimo rapporto dell’Istat sul bullismo (Il bullismo in Italia: comportamenti offensivi e violenti tra i giovanissimi), pubblicato a dicembre, tra i ragazzi che usano cellulare e Internet, il 5,9 per cento ha denunciato di avere subìto ripetutamente azioni vessatorie tramite sms, mail, chat o social network. Vittime, più di tutti, sono le ragazze: il 7,1% contro il 4,6 dei ragazzi. Si parla di statistiche che riguardano soprattutto adolescenti di età tra i 14 e i 17 anni. Più di nove adolescenti su dieci usano un telefono cellulare, la metà usa un personal computer, sette su dieci usano Internet. Due ragazzi su tre, poi, ritengono che il cyberbullismo sia un fenomeno in crescita. Dati che non tengono conto, però, di chi non denuncia. A Marsala, di bullismo tra i banchi di scuola si è parlato nel giugno 2013 nel corso di un seminario svoltosi nell’aula magna dell’Istituto Agrario-Alberghiero “Abele Damiani”. Su questo fronte, nell’ottobre 2008, i risultati di un progetto (“Smonta il bullo”) realizzato nell'ambito di intervento “educazione dei giovani”, promosso a livello regionale dal Consorzio “Sol.Co” e finanziato dalla Fondazione per il Sud, furono illustrati nel corso di un workshop tenutosi nella sala convegni del complesso San Pietro. La ricerca fu effettuata in dieci istituti superiori siciliani, i cui studenti, assieme a docenti e genitori, furono invitati a compilare dei questionari.
L’Avv. Rosa Alba Mezzapelle difensore di fiducia della minore indagata precisa quanto segue:
Il PM aveva chiesto per la mia assistita l’archiviazione, non perché ritenesse sufficiente la punizione a suo tempo inflitta dalla scuola, ma perchè dall’attività investigativa svolta non emergevano indizi di reità a carico della stessa.
Il difensore della persona offesa proponeva opposizione all’archiviazione e veniva fissata per la data del 24.02.2016 l’udienza in Camera di Consiglio.
Nella predetta udienza emergeva l’estraneità dalle accuse di percosse e minaccia a carico della mia assistita e pertanto si invitavano i genitori della persona offesa a rimettere la querela, si rinviava l’udienza alla data del 20.04.2016.
Ho voluto precisare i fatti per correttezza nei confronti della mia assistita minorenne.