Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
18/03/2016 07:00:00

Scuole e legalità. Concluso il progetto degli studenti del Commerciale di Marsala

 I ragazzi dell'Istituto Tecnico Commerciale di Marsala hanno completato il “progetto legalità” avviato due anni fa. Non si è parlato solo di mafia e antimafia in questi anni, ma i ragazzi, hanno anche studiato quanto e spende l'ex provincia di Trapani per gli affitti delle scuole. Una questione vista da vicino, visto che il Commerciale di Via Trapani è da quarant'anni in affitto, ed è in condizioni precarie.
Questa è la relazione che hanno preparato gli studenti della IV e V C, Mariangela Paladino, Baldo Licari e Peppe Falco.

Era l'inizio dell'anno scolastico 2013-14 quando il professor Nino Rosolia, dopo aver constatato la potenzialità della classe, decise di proporre un progetto all'allora nuova e appena formata classe 3C sia.
Il progetto, dalla durata di tre anni, vede come fine la formazione di una cultura di legalità, di un senso civile nel ragazzo che domani sarà cittadino. Nell'anno corrente, si è aggiunta anche la 4C sia, che continuerà il cammino anche l'anno successivo. Un percorso fondato sulla collaborazione con il Centro-studi "Pio La Torre" di Palermo, il quale studia il fenomeno mafioso attraverso una serie di videoconferenze affidate a storici, economisti, sociologi e giornalisti.
Le videoconferenze affrontano diversi temi: dalla presenza della Mafia nei settori economici agli storici rapporti tra Mafia e Chiesa, passando per la corruzione che affligge il nostro sistema e l'antimafia intesa nella società civile e nelle scuole. Nell'anno in corso, è stata introdotta un'innovazione: gli alunni, oltre ad interloquire direttamente al dibattito, forniscono prova della loro partecipazione rispondendo, in tempo reale (attraverso lo smartphone), ad alcuni quesiti correlati al tema di volta in volta trattato.
Inoltre, a coronamento del percorso, ai ragazzi è stato sottoposto un questionario di 47 domande sulla percezione del fenomeno mafioso. Per la cronaca, questo test, che ha coinvolto circa 400 studenti tra i 16 e i 21 anni, ha restituito, fra gli altri i seguenti dati: il 39% degli studenti ritiene la Mafia più forte ed, inoltre, il 55% dei ragazzi avverte concretamente la presenza di Cosa nostra nel proprio territorio, evidenziando, ancor di più, la gravità della situazione attuale.
I ragazzi sono preparati ai diversi incontri tramite delle attività che coinvolgono la lettura di testi qualificati e la visione di film e documentari relativi a vari temi legati alla Mafia. Le classi hanno, oltretutto, trattato temi di cronaca odierna, come i reati nella pubblica amministrazione, ad esempio le accuse alla Saguto (ex presidente della sezione Misure di prevenzione), ma anche il cambiamento avvenuto in alcune città siciliane in cui i cittadini hanno detto basta alle estorsioni mafiose.
Inoltre, gli alunni hanno effettuato visite in diversi luoghi: "Il ciliegio" (ristorante in una proprietà sequestrata alla Mafia), "Il museo della Mafia" di Salemi, "Calcestruzzi Ericina". La classe si è anche recata a Palermo in occasione dell'anniversario della morte di Pio La Torre e Rosario Di Salvo.
Il progetto ha assunto un importanza ancora più radicale quando il gruppo di studenti, anziché fermarsi ad affrontare il tema legalità in modo generale, ha affrontato un problema che li colpisce direttamente :la sede dell' ITC Garibaldi. Un edificio adibito ad albergo, con una struttura fatiscente e una palestra inagibile per la presenza dell'amianto, per il quale la provincia paga, da oltre 40 anni, circa 300000€ annui ad un privato (facendo un rapido calcolo, la cifra si aggira intorno ai 10000000€).
Grazie ai dati formulati dall'allora commissario straordinario Antonio Ingroia, è stata fatta luce su uno dei più grandi sprechi della Regione Sicilia. Gli alunni hanno, però, adottato una critica costruttiva e hanno proposto una soluzione: dato l'imminente trasferimento degli uffici giudiziari nella nuova sede in via del Fante, spostare la sede della scuola al vecchio tribunale. A tal fine si è tenuta una conferenza congiunta con Ingroia, un corteo, si è denunciato lo spreco al TG3 e, grazie all'appoggio del giornale online tp24.it, si è riusciti a dare un maggiore risalto mediatico alla notizia.
I ragazzi hanno dovuto combattere e combattono ancora con una classe dirigente che fa "orecchie da mercante". Una lotta che dura negli anni e che vede gli studenti schierarsi per la tutela dei propri diritti.

 

Sempre nell'ambito dello stesso progetto qualche giorno fa i ragazzi hanno incontrato il magistrato Nino Di Matteo che ha parlato del suo libro “Collusi” e di Cosa Nostra. Ecco il racconto della giornata.

 

Giorno 9 marzo, presso il complesso monumentale di San Pietro a Marsala, si è tenuto l'incontro con il dottor Nino Di Matteo.
Magistrato e procuratore DDA di Caltanissetta dal 1992 al 1999, da anni segue uno tra i più importanti processi degli ultimi anni conosciuto come 'processo trattativa stato-mafia'.
Durante l'incontro, curato dalla REMAPE, è stato presentato il libro 'Collusi', frutto della collaborazione tra il dottor Di Matteo e il giornalista Salvo Palazzolo.
L'incontro, al quale hanno partecipato studenti provenienti da vari istituti marsala, tra cui l'ITC Garibaldi, è stato presentato da Alfredo Bilardello(Titolare della libreria Mondadori) dal sindaco Alberto Di Girolamo e dal dottor Nino Rosolia.
L'evento, come definito dal professor Rosolia, è stato un "parto travagliato" che è stato reso possibile solo grazie alla determinazione del magistrato. Infatti, da molti anni, Nino Di Matteo incontra studenti provenienti da vari istituti perché, come affermato durante la conferenza, i giovani siciliani costituiscono la speranza per la 'rivoluzione culturale' che si aspetta da anni, quella stessa rivoluzione che potrà annullare il pregiudizio che il mondo ha dei siciliani.
In seguito alla visione di una clip introduttiva, i ragazzi presenti hanno posto interrogativi al dottor Di Matteo che ha, come preannunciato, risposto con sincerità e chiarezza ( i temi affrontati sono stati molteplici, alcuni dei quali di notevole importanza come i rapporti intrattenuti fra lo Stato e la Mafia, soprattutto con “Cosa Nostra”, e quelli fra Mafia e Chiesa, la Zona Grigia, le nuove attività svolte attualmente dalla Mafia e il ruolo dei collaboratori di giustizia ).
Il prof Rosolia ha detto che gli interrogativi posti ragazzi erano tanti e tutti molto interessanti e non banali. Si è discusso sopratutto dell’importanza della politica nel mondo della legalità. Il magistrato ha accusato gli uomini politici di addossare tutte le responsabilità alla giustizia. Ma secondo Di Matteo, non si può semplicemente aspettare una sentenza di terzo grado per testare le colpe o meno di un imputatto. Infatti, il giudice potrà valutare solamente la responsabilità penale, ma esistono delle responsabilità non meno importanti ( morali e politiche ) di cui la nostra classe dirigente dovrebbe farsi carico.
Il magistrato ,inoltre, ha messo in evidenza fatti di cronaca, ha trattato del periodo che va dall '89 al' 93, di “Cosa Nostra” e dei suoi legami con i 'colletti bianchi'. Insomma concetti importanti, parole e considerazioni che hanno saputo cogliere l’attenzione dei ragazzi, che si sono resi partecipi e protagonisti di una giornata molto produttiva. Entusiasta dell’evento è stata anche la presidente di REMAPE, Dirigente Scolastico dell’ITC, professoressa Sara Garamella.