14,05 - 30mila persona in piazza a Messina per l’iniziativa nazionale organizzata da Libera per ricordare le vittime della mafia. L’associazione guidata da don Luigi Ciotti ha scelto Messina come “capitale” di questa giornata. “Abbiamo voluto chiamare questo momento ‘ponti di memoria e luoghi di impegno’ – ha detto don Ciotti – perché per la prima volta a Messina e in altri 20mila luoghi in contemporanea in Italia il popolo di Libera è sceso in piazza. Il nostro paese ha bisogno di ponti che allargano le coscienze e traghettano le speranze”. Rispondendo a una domanda sui fondi dello Stato per i familiari delle vittime di mafia, tema al centro di polemiche in questi giorni, Ciotti ha detto che “i fondi ci sono, ma bisogna accorciare i tempi e non penalizzare i bisogni e le necessità concrete di chi è vittima di mafia" . Sulla questione dei beni confiscati, don Ciotti ha ricordato che “nel 1996 abbiamo raccolto un milione di firme per chiedere la confisca e l’uso sociale di questi beni. Dei passi avanti si sono fatti. Il problema ancora una volta è l’accelerazione e le priorità che il parlamento deve dare per permettere più chiarezza, più velocità e più trasparenza. C’è una grande riforma da fare in Italia quella della nostra coscienza”.
A Messina anche la presidente della commissione antimafia Rosy Bindi: “Ciascuna di queste vittime ha seminato dolore, ma soprattutto speranza e siamo qui a raccoglierla”. “La mafia – prosegue Bindi – ha cambiato strategia, uccide meno ma è più capace di penetrare dissimulando la sua illegalità dentro il mondo legale. In questo modo aggredisce la nostra vita sociale essendo forse la fonte principale di diseguaglianza e cattiva crescita e come tale va combattuta. Senza mai sottovalutare la riserva di violenza che continua a esercitare. La sua forza oggi sta nel trovare consenso e alleanze nella nostra società. Ricordare che la mafia uccide e usa violenza significa ricordare che fa sempre del male”. Per questo “questa giornata fosse dedicata a quel volto grande del nostro Paese che ha detto di no e continua a dire di no e che qualche volta ha pagato con la vita”.
«È una giornata straordinaria per tutte le vittime innocenti e anche per Messina». Lo dice Piero Campagna, fratello di Graziella, la diciassettenne uccisa a Villafranca Tirrena nell'85 dal boss Gerlando Alberti junior e dal suo guardaspalle Giovanni Sutera, condannati definitivamente 24 anni dopo l'omicidio.
Piero Campagna, intervenuto alla manifestazione di Libera, afferma che «per una società pulita e migliore, dobbiamo sostenere i giovani nelle scuole e impartire loro i principi di legalità. Don Ciotti è una persona meravigliosa, ha fatto un lavoro straordinario e spero che la manifestazioni di oggi lasci il segno a Messina e in Sicilia. Il messaggio che deve arrivare da questa iniziativa è di rivolgere l'attenzione ai problemi dei giovani, in testa la mancanza di lavoro».
07,00 - Il primo giorno di primavera è ancora nel nome delle vittime innocenti delle mafie. Lunedì 21 marzo, alle ore 11, a Messina, e in simultanea in mille luoghi d'Italia, verranno letti i nomi e i cognomi delle circa 900 persone cadute senza colpa per mano della criminalità organizzata: poliziotti, carabinieri e giudici, ma anche cittadini comuni, imprenditori e sacerdoti. E tanti bambini. "I loro nomi e cognomi saranno recitati in tutto il Paese come un interminabile rosario civile, per farli vivere ancora, per non farli morire mai", si legge in una nota di Libera, l'associazione che - insieme ad Avviso Pubblico - promuove l'organizzazione dell'evento che ormai si è proiettato anche fuori dai confini italiani, con iniziative a Città del Messico, Bogotà, Parigi, Bruxelles, Losanna.
Quest'anno è Messina la località preselta per l'appuntamento principale della XXI Giornata della Memoria e dell'Impegno: "Saremo lì - dichiara Luigi Ciotti, presidente nazionale di Libera - per risvegliare le coscienze, a cominciare dalle nostre, per ribadire che quando c'è di mezzo la giustizia e la verità le scelte non ammettono chiaroscuri, margini di ambiguità. Ma la novità è che Messina, quest'anno, si farà portavoce di una richiesta di verità che troverà risonanza in oltre mille luoghi d'Italia - scuole, carceri, associazioni, università, fabbriche, parrocchie - dove simultaneamente verranno letti i nomi delle vittime. A sottolineare, non solo simbolicamente, che per contrastare le mafie e la corruzione occorre sì il grande impegno delle forze di polizia e di molti magistrati, ma prima ancora occorre diventare una comunità solidale e corresponsabile".
Molte le adesioni annunciate. Due anni fa anche papa Francesco aveva partecipato alla veglia di preghiera che si era svolta a Roma, nella chiesa di San Gregorio VII. In quell'occasione il pontefice, che aveva ascoltato in silenzio e con espressione commossa l'elenco dei nomi delle vittime innocenti, ha rivolto un messaggio ai mafiosi, che ha definito i "grandi assenti" di quell'incontro: "Convertitevi - ha detto - per non finire all'inferno, che è quello che vi aspetta se continuate su questa strada".
Il Papa ai mafiosi: "Convertitevi, siete ancora in tempo per non finire all'Inferno"
A Bergoglio don Ciotti aveva messo sulle spalle la stola di don Peppe Diana, il sacerdote ucciso dalla camorra nella chiesa di Casal di Principe il 19 marzo 1994, nel giorno del suo onomastico. "Per amore del mio popolo non posso tacere", aveva scritto il sacerdote nel suo atto di denuncia della malavita. E per ricordare il suo impegno, nel ventiduesimo anniversario del delitto, di è svolta una cerimonia nel cimitero del paese campano: "Sull'esempio di don Peppe - ha detto don Ciotti - e sulla strada da lui aperta e tracciata con la sua morte sono oggi necessarie tre cose: in primis, la verità per i familiari delle vittime di camorra, che ancora oggi in grande maggioranza, non sanno cosa è davvero successo ai loro cari, quindi la trasparenza perché, come dice la Corte dei Conti, camorra e corruzione avanzano insieme e sono due facce della stessa medaglia; ultima necessità è una piena assunzione di responsabilità da parte delle istituzioni, della politica ma anche dei cittadini".