Le ombre sul consiglio comunale di Castelvetrano vanno al di là di Giambalvo, il consigliere fan di Matteo Messina Denaro. Ne avevamo parlato la settimana scorsa, quando il sindaco Felice Errante aveva smentito in conferenza stampa le affermazioni dell’opposizione.
Più consiglieri avevano raccontato di una strana conferenza di capigruppo in cui il sindaco avrebbe rappresentato un incontro col Prefetto di Trapani e con il Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica, dove gli avrebbero chiesto di trovare subito 16 consiglieri disposti a dimettersi immediatamente, per evitare “altre circostanze” che avrebbero potuto determinare altri imbarazzi per la città. Una conferenza in cui il primo cittadino avrebbe pure promesso le proprie dimissioni, subito dopo quelle dei consiglieri.
Nella seduta successiva però, quella del sabato 5 marzo, Errante avrebbe negato di aver detto quelle cose il giorno prima e avrebbe fatto cambiare le sue dichiarazioni a verbale, visto che non era ancora stato chiuso.
In questi giorni ci è stata recapitata una busta anonima contenente le copie della prima parte dei due verbali, che non lasciano molto spazio all’interpretazione.
Nel primo leggiamo:
“La cosa che ha fatto preoccupare e riflettere, non poco, il Sindaco è stato quando gli è stato detto che il Consiglio Comunale di Castelvetrano non è all’altezza del suo Sindaco, lasciando intendere che, oltre il Giambalvo, altri consiglieri potrebbero in qualche modo essere coinvolti in qualcosa di poco chiaro.
Ritiene siano necessarie le dimissioni dei consiglieri comunali, alle quali seguirebbero quelle del Sindaco.”
Nel secondo, invece, le cose cambiano:
“La cosa che ha fatto preoccupare e riflettere, non poco, il Sindaco è stato quando gli è stato detto che il Consiglio Comunale di Castelvetrano non è all’altezza del suo Sindaco.
Ritiene opportuno valutare se siano necessarie le dimissioni dei consiglieri comunali, alle quali seguirebbero quelle del Sindaco, per ragioni di natura politica alla luce della vicenda Giambalvo.”
In sostanza, l’indomani viene cancellata la parte relativa al coinvolgimento di altri consiglieri in qualcosa di poco chiaro (interessante eufemismo). Mentre la convinzione sulla necessità delle dimissioni del consiglio e di quelle proprie, diventa un’ipotesi da valutare.
Certo, trattandosi pur sempre di fotocopie arrivate in forma anonima, soggette ad eventuali incontrollabili contraffazioni, abbiamo incontrato l’ex presidente del consiglio comunale Vincenzo Cafiso che ne ha confermato i contenuti, mostrandoci in effetti le copie in suo possesso.
La vicenda lascerebbe pensare che l’azzeramento del consiglio possa avere, da un lato, ridotto le possibilità di scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. E dall’altro, possa aver permesso al sindaco di rimanere dov’è, nonostante il capo nazionale del suo partito, Angelino Alfano avesse detto a tutta l’Italia che se Errante non fosse riuscito a far dimettere Giambalvo, si sarebbe dimesso lui.
Oggi Castelvetrano ha un sindaco senza consiglio comunale che, affiancato da un commissario, dovrebbe galleggiare ancora per un anno.
Si risparmierà circa mezzo milione di euro, che il sindaco ha già pensato di destinare “alle famiglie più bisognose della città in cambio di attività lavorativa nei settori di assistenza domiciliare, verde pubblico o altri servizi”.
Basterà il nulla osta del consiglio comunale, cioè del commissario.
Egidio Morici