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24/03/2016 07:00:00

Marsala. Truffa e appropriazione indebita, non decolla processo a due ex promoter

 Ancora un “intoppo” nell’avvio del processo al 42enne marsalese Giacomo Di Girolamo, ex responsabile del gruppo di promotori finanziari della locale agenzia della Banca Mediolanum, accusato di appropriazione indebita, truffa aggravata in concorso e falso in scrittura privata. Dopo l’eccezione sollevata dall’avvocato difensore Ignazio Bilardello, che nella precedente udienza aveva chiesto che venisse dichiarata la “nullità” del decreto di citazione a giudizio per la “genericità dei capi d’imputazione”, eccezione adesso respinta dal giudice Matteo Giacalone, nell’ultima udienza è saltato fuori un altro problema. Doveva essere ascoltato l’investigatore che ha svolto l’indagine, il luogotenente Antonio Lubrano, capo della sezione di pg della Guardia di finanza della Procura. Ma ciò non è stato possibile perché, come ha fatto notare l’avvocato Bilardello, nel fascicolo del pm c’era solo una parte delle carte relative alle posizioni delle numerose persone che sarebbero state truffate. Il legale, naturalmente, ha fatto notare che per poter fare domande all’investigatore era necessario poter esaminare “tutte” le carte del fascicolo. Inevitabile, perciò, il rinvio dell’udienza. Prossimo appuntamento: il 15 aprile. Con Di Girolamo è imputata anche per la 39enne Francesca D’Amico, che in diversi casi, secondo l’accusa, avrebbe agito d’intesa con l’ex promoter della Mediolanum. Ad assistere una buona parte delle numerose parti civili sono gli avvocati Peppe Gandolfo e Carlo Ferracane. Secondo l’accusa, Di Girolamo avrebbe raggirato numerose persone che gli consegnavano somme di denaro contante o assegni per investimenti finanziari, per stipulare contratti di pensione integrativa o per essere versati sui loro conti bancari. In parecchie occasioni, però, nulla di tutto ciò sarebbe stato fatto dal Di Girolamo, che si appropriava delle somme. Ad alcuni clienti della banca, inoltre, sempre secondo l’accusa, consegnava denaro spacciandolo per interessi maturati su fondi d’investimento o titoli acquistati con la sua intermediazione. Ma in realtà il denaro sarebbe stato prelevato dai conti degli stessi clienti o di altri correntisti. Alcuni assegni (per 20 mila euro) sono stati girati da Di Girolamo a Pietro Centonze, cugino del capomafia locale Natale Bonafede, arrestato nell’operazione ‘’Peronospera II’’, anche se poi assolto dall’accusa di associazione mafiosa. L’ammontare della truffa è stata quantificata in circa un milione di euro. Più di venti le persone raggirate. L’indagine è stata condotta dalla sezione di pg della Guardia di finanza della Procura di Marsala e coordinata dal pm Francesca Rago. I fatti contestati sono relativi al periodo compreso tra il 2003 e il 2011. La Banca Mediolanum è, al contempo, responsabile civile e parte civile.