Sono stati concessi gli arresti domiciliari ad Alessandro Bulgarella, l'uomo accusato di avere ucciso nel dicembre del 2013 la nigeriana Uwadia Bose. La donna di trentotto anni, viveva stabilmente a Palermo con il compagno ed era madre di due gemelli di 4 anni, di giorno svolgeva l’attività di parrucchiera nel capoluogo, mentre, da alcuni mesi, la sera raggiungeva Trapani con i mezzi pubblici e si prostituiva, fino all’alba, in Piazza Ciaccio Montalto nei pressi della stazione ferroviaria. La donna iniziò a prostituirsi per raccogliere, la somma necessaria a pagare il suo debito con chi l’aveva fatta giungere in Italia. Il suo cadavere venne rinvenuto nei pressi del cimitero comunale di Custonaci, la mattina del 24 dicembre dietro ad un chiosco per la vendita di fiori. I rilievi eseguiti dai Carabinieri, e il referto del medico legale, hanno evidenziato come la donna sia stata prima colpita violentemente alla tempia e poi strangolata. E’ iniziata allora un’incessante e complessa analisi sulle abitudini della Jennifer (questo il nome con cui era conosciuta a Trapani dai suoi clienti e dalle altre prostitute), ma soprattutto nei confronti dei clienti abituali e occasionali. Le indagini condotte dai Carabinieri dopo una serie di interrogatori, controlli di tabulati telefonici e servizi di osservazione e pedinamento, portarono a stringere il cerchio attorno a Bulgarella.
Altro fatto che ha attirato l’attenzione degli inquirenti riguarda i tabulati che hanno registrato un’unica conversazione telefonica tra Bose e Bulgarella risalente ai primi di dicembre del 2013. Seppur minimo, il dato è risultato importante poiché ha dimostrato una conoscenza diretta tra lui e la donna.
Le intercettazioni telefoniche e ambientali effettuate nei confronti di Bulgarella hanno poi confermato i sospetti dei Carabinieri. Convocato per essere sentito in qualità di persona informata sui fatti, avendo ricevuto indicazioni sui motivi dell’invito in caserma, ha manifestato subito un’enorme preoccupazione, registrata dalla microspie degli investigatori. Ha intuito, infatti, che la convocazione era da ricollegare all’omicidio della donna nigeriana e inconsapevolmente ha rivelato ai suoi amici particolari sull’omicidio mai resi noti agli organi di informazione e evidentemente conosciuti solo da chi era stato presente sul luogo dell’efferato reato.