Da qualche giorno svolge le funzioni di commissario del consiglio comunale di Castelvetrano, decaduto per le dimissioni dei consiglieri comunali, l'ex Procuratore Capo di Palermo Francesco Messineo, in pensione dal 2014. La nomina è stata fatta dal presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta, che, ancora una volta, ha seguito la scelta del nome "griffato".
Messineo assolverà le funzioni del Consiglio comunale della cittadina del trapanese, i cui consiglieri si sono dimessi per protestare contro il ritorno in Assemblea di Lillo Giambalvo, arrestato e poi assolto dall'accusa di associazione mafiosa. In alcune intercettazioni il consigliere comunale avrebbe dimostrato solidarietà nei confronti del super latitante Matteo Messina Denaro. Frasi che Giambalvo smentisce, però, di aver pronunciato. In carica resta, invece, il sindaco di Castelvetrano, Felice Errante.
Crocetta ha ringraziato il procuratore Messineo che, con il nuovo incarico, "continua il proprio impegno a tutela di istituzioni e società. In relazione al prestigio della personalità coinvolta, - aggiunge il presidente - ritengo questo un gesto di solidarietà concreta a favore della città di Castelvetrano e di tutti i cittadini".
Ironia della sorte, nel 2013 il Csm, l'organo di autogoverno della magistratura, aprì un fascicolo sul modo in cui Messineo gestiva la Procura di Palermo. E, nella lista degli addebiti figurava anche la mancata cattura di Matteo Messina Denaro. Francesco Messineo non avrebbe favorito la circolazione delle informazioni all’interno dell’ufficio e “conseguenza di questo difetto di coordinamento sarebbe stata la mancata cattura del latitante Matteo Messina Denaro” scrive nell’atto di incolpazione. Il riferimento è a quando, nell’agosto del 2013, i carabinieri del Ros “interruppero” le indagini per cercare il mafioso di Castelvetrano proprio per le polemiche sorte all’interne della Procura di Palermo e dopo un blitz della Polizia, autorizzato proprio da Messineo. Il Ros poi smentì ribadendo che la cattura del padrino di Castelvetrano restava “un obiettivo primario del Ros che continua a svolgere le indagini delegate dalla procura di Palermo con lo stesso impegno”.
La prima commissione del Csm, in quell'occasione, contestò a Messineo una gestione debole dell’ufficio che non avrebbe garantito la necessaria indipendenza. L’accusa che veniva mossa nei confronti del procuratore di Palermo era anche quella di aver avuto rapporti privilegiati con Antonio Ingroia, già procuratore aggiunto nel capoluogo siciliano che lo avrebbe condizionato nelle sue decisioni. E oggi anche Ingroia, lasciata la magistratura per un'improbabile candidatura alle elezioni politiche, è nelle grazie di Crocetta, che lo ha nominato a capo di Sicilia E- Servizi, e - coincidenza - poco tempo fa anche commissario della provincia di Trapani.