Torniamo a parlare di pesca in Sicilia, e di come la Regione non solo non abbia utilizzato gran parte dei fondi europei destinati al settore (come raccontato in un articolo che potete leggere cliccando qui), ma addirittura cerchi, ancora una volta, di creare nuove sacche di precariato.
Il Fep, il Fondo Europeo per la Pesca, scaduto da poco.. prevedeva finanziamenti per i Piani di Gestione Locali, che dovevano essere gestiti da dei consorzi di gestione chiamati Co.Ge.Pa. Il nuovo Feamp (che prende il posto del Fep) non prevede più i Piani di Gestione Locali., e quindi neanche i Co.Ge.Pa. Possono rimanere in vita, ma senza finanziamenti pubblici. Ebbene, l 1° Aprile scorso (a molti è sembrato un pesce d’Aprile, ma è una circostanza vera…) nel sito del Dipartimento Pesca è apparso un avviso del Dirigente Generale per il riconoscimento dei Co.Ge.Pa, cioè proprio di quei soggetti attuatori dei Piani di Gestione Locali che non sono previsti più…
Ma perché si pubblica questo avviso? Nulla a che vedere con gli interessi dei pescatori e della marineria siciliana. Si cercano invece le condizioni percreare nuovo precariato a carico della Regione. Non è la prima volta che si fa. Già un tentativo, non riuscito, era avvenuto con i famigerati Consorzi di Ripopolamento ittico. Ed è di questo che si sta parlando. Perché, come dimostra anche un emendamento non approvato nell’ultima finanziaria discussa all’Ars un mese fa, con i Co.Ge.Pa. si vorrebbero reintrodurre quei Consorzi di Ripopolamento ittico che dal 2011 dovrebbero essere sciolti, ma che invece, nonostante la legge li dichiari chiusi,continuano a produrre spesa a carico della Regione Siciliana. Si cerca, in altre parole, di dare “riconoscimento pubblico” ai Co.Ge.Pa., che sono sulla carta normali consorzi tra imprese, trasformandoli in una specie di ente pubblico. Ma non c’è alcun regolamento comunitario che autorizza ciò.
Attualmente in Sicilia ci sono 10 Co.Ge.Pa, costituiti nel 2012, per poter accedere al bando Fep 2007 – 2013. Guarda caso, ci sono tra loro molti vecchi amministratori degli 11 Consorzi di Ripopolamento Ittico, che dal 2011 sono stati commissariati per essere liquidati, ma che invece sono ancora in vita.
Secondo i rumor la Regione lavora per addirittura aumentare i Co.Ge.Pa., perché quelli attuali non coprono tutta la costa siciliana, e magari bisognerebbe raddoppiarli. Ogni Co.Ge.Pa. può arrivare a dare lavoro ad una decina di “consulenti” e amministratori. E tra l’altro i Co.Ge.Pa. non sono vincolati da alcun controllo, non prevedendo nel loro statuto neanche il collegio sindacale, e potendo gestire liberamente le risorse pubbliche sulla pesca.
L’obiettivo è sempre quello: continuare a gestire risorse pubbliche, non per fare crescere e riqualificare il settore della pesca in Sicilia ma per fare assistenzialismo, con i Co.Ge.Pa come braccio operativo.
Per i Co.Ge.Pa. al 31 Dicembre scorso la Regione Siciliana aveva speso appena il 2% dell’intero finanziamento Fep. La misura che li ha istituiti aveva l’obiettivo di contribuire in modo sostenibile ad una migliore gestione delle risorse ittiche nelle acque comprese entro le 12 miglia marine, attraverso l’adozione di Piani di Gestione della pesca costiera artigianale basati sullo studio dell’ecosistema allo scopo di individuare interventi da adottare, tra cui: il monitoraggio del pescato; la selettività delle catture; la sospensione temporanea della pesca, la modernizzazione del settore a livello locale; l’uso sostenibile delle risorse ittiche, anche attraverso l’introduzione di sistemi di cogestione; la conservazione delle pesche tradizionali nel quadro delle normative nazionali e comunitarie.
La Regione Siciliana nel 2011 ha riconosciuto e finanziato 10 Piani di Gestione Locale, gestiti da 9 Consorzi per la Gestione della Pesca Artigianale (Co.Ge.P.A.) e un’Organizzazione di Produttori (O.P.) Per la misura nel 2012 è stato impegnato complessivamente l’importo di € 3.526.475,10.