Parte la nuova programmazione comunitaria in Sicilia. Ci sono risorse a disposizione per quattro miliardi e mezzo di euro fino al 2020. Il tutto con un gravissimo ritardo per la solita incapacità amministrativa della Regione. Siamo già nel 2016 e non esiste un solo bando al quale le imprese possano partecipare per accedere ai 5,4 miliardi di risorse messe in campo per la Sicilia su assi strategici come la ricerca e l’innovazione, le energie rinnovabili, l’internazionalizzazione.
“Gli obiettivi del programma – dice il presidente della Regione Siciliana, Rosario Crocetta – si basano su una strategia di innovazione e ricerca, finalizzata a sviluppare una cittadinanza attiva, attraverso la ricerca, la banda larga, un incremento di competitività, interventi per la valorizzazione dei settori trainanti e i punti di eccellenza, che possano dare impulso alle potenzialità della Sicilia e migliorare la qualità della vita dei cittadini”.
Sarà di un miliardo il fondo destinato a circa dodicimila imprese per progetti innovativi. “La Sicilia ha cambiato rotta – continua il presidente - . Era la penultima regione europea per l’utilizzo dei fondi europei, con una programmazione che al 31 dicembre 2012 aveva certificato appena il 12,5% in cinque anni. Negli ultimi 3 anni la nostra Regione è riuscita ad avere performance di livello, che hanno portato ad un utilizzo totale dei fondi".
I primi bandi partiranno già nel mese di giugno e a partire dal mese di maggio il Dipartimento programmazione presenterà un cronoprogramma dei bandi che coinvolgeranno sia enti pubblici che soggetti privati che dovranno collaborare in modo diverso rispetto al passato. "L’utilizzo dei fondi europei – aggiunge Crocetta – ha contribuito alla crescita del Pil nel periodo 2014/2015. Mentre tra il 2007 e il 2013 perdevamo circa 2 punti l’anno, nel 2014 la decrescita si è interrotta e nel 2015 abbiamo registrato lo 0,4% di crescita. Per il 2016 la Regione prevede una crescita del Pil dell’1%, grazie all’incremento del turismo, all’utilizzo dei fondi europei, l’export dei nostri prodotti bio, l’innovazione tecnologica. Stiamo uscendo da una fase buia e dopo la perdita di 150.000 posti di lavoro lo scorso anno, registriamo adesso 35.000 posti di lavoro in più. Riteniamo che, con un’accelerazione sull’utilizzo dei fondi europei, potremo incrementare l’occupazione in Sicilia. Sono convinto che questa sfida sarà accolta, non solo dai cittadini e dalle imprese, ma anche dall’amministrazione pubblica regionale e dagli enti locali che – conclude il presidente – sono al centro del nuovo programma che stiamo elaborando”.