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20/04/2016 07:00:00

Mafia a Marsala. Il boss si era accusato di un omicidio, ma viene assolto

 ssoluzione dall’accusa di associazione mafiosa, dal periodo della latitanza in poi, ma anche dall’omicidio (quello di Gaspare Zichittella) del quale si era autoaccusato. E’ quanto ha sentenziato la Corte d’assise d’appello di Palermo nel processo che vedeva imputato il 62enne boss marsalese Francesco De Vita. Dall’omicidio di Gaspare Zichittella, fratello di “Vanni” e zio di Carlo Zichittella, il De Vita era già stato assolto in primo grado, nel marzo dello scorso anno, nell’abbreviato davanti al gup di Palermo Marina Petruzzella. Il gup, però, aveva condannato De Vita per mafia all’ergastolo “in continuazione” con la precedente sentenza, definitiva, relativa all’omicidio di Giovanni Zichittella, ucciso a “Porticella” il 15 giugno del ‘92. Condanna emessa nell’ambito del processo “Patti Antonio + 40” (guerra di mafia del 1992). Ora, la Corte d’assise d’appello ha assolto Francesco De Vita (difeso dall’avvocato Giacomo Frazzitta) sia dall’omicidio di Gaspare Zichittella, ucciso nel maggio ’92 in contrada Madonna Alto Oliva, che dall’associazione mafiosa contestata dal periodo della sua latitanza. De Vita, però, rimane in carcere per l’omicidio di “Vanni” Zichittella. Dalle sue dichiarazioni rese dopo il suo arresto alla fine del 2009 ha preso le mosse l’indagine sfociata nell’operazione antimafia “The Witnes” (9 marzo 2015). Dopo, però, De Vita si è pentito di essersi pentito. Francesco De Vita fu arrestato dai carabinieri il 2 dicembre 2009. I militari scoprirono che si nascondeva in una villetta di contrada Ventrischi. All’epoca inserito nella lista dei 100 latitanti più pericolosi d’Italia, era “irreperibile” da circa dieci anni. E cioè da quando era tornato in libertà dopo l’arresto nella “retata” dell’1 aprile 1993.