L'arcivescovo emerito di Palermo, cardinal Paolo Romeo, esce dal coro e difende Bruno Vespa che a Porta a Porta, lo scorso 6 aprile, ha intervistato il figlio di Totò Riina, il 'capo dei capi'. "Facciamo una premessa doverosa. La mafia è una cosa orribile e va combattuta senza se e senza ma, con tutti i mezzi legali dei quali il nostro ordinamento dispone - ha detto il cardinale - Trovo anche inaccettabile che il figlio di Riina possa fare una sorta di apologia del padre ritenendolo un modello educativo. Questo non va bene, ma voglio andare oltre. Monsignor Galantino è libero di pensare quello che meglio crede e io non intendo fare polemiche. Tuttavia penso che Bruno Vespa abbia svolto il suo mestiere di giornalista e dal suo punto di vista non capisco di che cosa debba scusarsi. Ha ritenuto giusto invitare il figlio di Riina a fini di cronaca e ha esercitato il suo sacrosanto diritto a informare. Noi non abbiamo nessun diritto a censurare nel nome di un astratto moralismo. Senza dunque fare apologia della mafia, e con sano discernimento, anche il figlio di Riina ha diritto di parola e Vespa quello di intervistarlo. Aggiungo, visto che parliamo tanto di misericordia, che le colpe dei padri non possono mai ricadere sui figli, per nessuno".
"Dico che Vespa ha fatto il suo lavoro di giornalista e va rispettato. In quanto al contenuto della intervista bisogna fare del sano discernimento e ribadire che a nessuno è permesso o tollerato fare apologia della mafia", ha aggiunto l'arcivescovo emerito. Alla domanda "Che cosa pensa dei numerosi preti antimafia", il cardinale risponde: "Il sacerdote non deve cucirsi addosso etichette. Penso qui al caso del compianto don Pino Puglisi, un grandisismo uomo di Dio. Tuttavia, io non sono mai stato daccordo e non lo sono, con la definizione prete anti mafia che trovo fuorviante e impropria. Il sacerdote non è contrario alla mafia, è la mafia contraria al prete e al Vangelo, dunque al ministro di Dio, la prospettiva è capovolta. Inoltre per sua natura, il sacerdote non è uomo contro, ma per la conversione del peccatore".
"Tema misericordia, possiamo dissociarla dalla giustizia?", gli viene ancora chiesto. "Le due categorie camminano di pari passo, l'una senza l'altra non ha senso - precisa - giustizia e misericordia si baceranno, dice la Scrittura. Occorre ribadire che il Signore, caritatevole col peccatore, è stato sempre duro col peccato. All'adultera, ha detto ti perdono, ma anche non peccare più. Anche questa parte va ricordata e sottolineata".
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